16 giugno 2011

Card. Scherer: ci sono già stati momenti di crisi nella vita cristiana. La grazia della missione richiede sempre nuovi evangelizzatori.


SAN PAOLO, mercoledì, 15 giugno 2011 (ZENIT.org).- “Nella storia bimillenaria della Chiesa, ci sono già stati altri momenti in cui la vita cristiana ha attraversato delle crisi, per diversi fattori, ed è stato necessario fare qualcosa di simile a ciò che la Chiesa si propone di realizzare oggi” attraverso la nuova evangelizzazione.
Il Cardinale Odilo Scherer, Arcivescovo di San Paolo (Brasile), lo ha affermato in un articolo pubblicato sulla rivista arcidiocesana “O São Paulo” poco dopo il suo ritorno dalla plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, svoltasi di recente a Roma.
Monsignor Scherer ha spiegato che nel VII e nell'VIII secolo “è stato necessario che il Papa chiamasse missionari dall'Irlanda e dell'Inghilterra, soprattutto monaci, per evangelizzare nuovamente l'Europa continentale”.
“A partire dal XIII secolo, nel Medioevo, qualcosa di simile è avvenuto con i tentativi di 'riforma' della Chiesa e la nascita degli ordini mendicanti, specialmente domenicani e francescani, che hanno avviato un fecondo movimento di missioni popolari”.
“Non è stato diverso dopo il Concilio di Trento, nel XVI secolo, quando un grande sforzo di rinnovamento della Chiesa ha dato origine a un rinnovamento dinamico, con la nascita di nuovi ordini e istituti missionari, la riforma dei seminari e della formazione del clero, dei religiosi e dei laici”.
Il Cardinale ha anche segnalato che nel XIX secolo, “dopo la grave crisi avviata dall'Illuminismo e dal Modernismo, ma anche dai cambiamenti sociali e politici dell'epoca, lo Spirito Santo ha suscitato ancora una volta all'interno della Chiesa un'immensa 'ondata missionaria', con vari sviluppi per il rinnovamento della vita cristiana”.
“Viviamo nel periodo post-conciliare, del Vaticano II, di cui si stanno per celebrare i 50 anni dalla convocazione; lo stesso Concilio è stato già realizzato sotto l'impulso di uno 'spirito di rinnovamento', perché la Chiesa potesse svolgere la sua missione in modo più adeguato alle circostanze attuali”.
Il porporato ricorda che si è sempre detto che si è trattato di un Concilio “pastorale”. “Forse oggi possiamo rileggere le sue intenzioni e i suoi documenti in una nuova ottica: un Concilio 'missionario', volto a proporre il bene della fede in modo rinnovato al mondo”.
Per il Cardinale Scherer, “forse restiamo ancora troppo rivolti all'interno della Chiesa nell'interpretazione dei testi conciliari, mentre la loro intenzione era parlare più e meglio al mondo e con il mondo della Buona Novella”.
“Molto porta a credere che stiamo camminando in questa direzione”, ha aggiunto.
La Chiesa “esiste per la missione, e la grazia della missione richiede sempre nuovi evangelizzatori, come ha affermato Papa Benedetto XVI”.
“Le grandi intuizioni del Concilio Vaticano II, lungi dall'essere esaurite, devono essere riprese e ora, con più serenità, messe a produrre tutti i loro frutti”.
Secondo l'Arcivescovo di San Paolo, “in questi 50 anni di post-Concilio si possono già constatare molti frutti prodotti da questo evento”.
“Ora siamo nelle condizioni di percepire ancora meglio dove e come deve avvenire il rinnovamento della vita cristiana ed ecclesiale, e come far fruttare ciascuna delle grandi intuizioni del Concilio, in modo missionario, come già avviene”.
“Dio ci aiuti!”, ha concluso. “I santi evangelizzatori ci ispirino!”.

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