31 marzo 2012

HIMNO A SOR MARÍA TRONCATTI

Sor María Troncatti, sierva buena, de Dios y la Virgen para el bien.
De tus hijos pobres que hoy elevan, lauros y guirnaldas a tus sien.

Bendecid y entonad con voz sonora, himnos de alabanza a su virtud.
Es la madre, maestra y protectora, que nos dio cultura y la salud.

Por la espesura de selvas, cruz de fatiga y dolor, su pie corría las sendas
Del pueblo shuar con amor.

La Eucaristía fue vida de su constante fervor y labor comprometida, con la misión del Señor.

Como audaz misionera salesiana, de la Auxiliadora la hija fiel, de Don Bosco alegre ya proclama, el camino joven al edén.

Y resalta al buen Dios que Sor María, por su testimonio del amor, tenga mil seguidoras y que un día, conste entre los santos del Señor.

Fueron los pobres la herencia que le confiara el Señor y le sirvió con clemencia, dando de sí lo mejor.

Mano de Dios que bendice, fue de caricia y perdón y fuerte voz que transmite la nueva de la salvación.

Sor María Troncatti sierva buena de Dios y la Virgen para el bien.
De tus hijos pobres que hoy elevan, lauros y guirnaldas a tus sien

Y resalta a l buen Dios que Sor María, por su testimonio del amor, tenga mil seguidoras y que un día, conste entre los santos del Señor.

Manuel Hidalgo SDB

Ascolta la música

29 marzo 2012

Suor Christine HELLEN

Carissime sorelle, il 27 marzo 2012, nell’ospedale “S. Giuseppe” di Wayne (Stati Uniti) il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Christine HELLEN. Nata a Borkenwirthe (Germania) il 27 luglio 1918. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1941. Appartenente all’Ispettoria Statunitense “S. Filippo Apostolo”.
Christine apparteneva ad una famiglia di solide radici cristiane, onesta e laboriosa, composta da genitori e dieci figli: sei fratelli e quattro sorelle. Quando era studentessa nell’ottavo grado, confidò ad un’insegnante laica il suo desiderio di essere missionaria. Questa, insieme al direttore spirituale, guidarono Christine con molta saggezza e l’accompagnarono nel discernimento vocazionale. Un giorno la ragazza trovò un’immagine con il nome di Giovanni Bosco “L’apostolo dei giovani abbandonati” e incominciò a pregarlo. Nel primo incontro con le FMA, rimase colpita al vedere la loro semplicità, la loro gioia e come lavoravano con le giovani. Decise perciò di essere salesiana.
Entrò nell’Istituto nel 1938, l’anno della beatificazione di Madre Mazzarello e quasi all’inizio della seconda Guerra Mondiale. Dopo il Postulato ad Eschelbach, venne mandata in Italia per il Noviziato a Casanova. Emise la prima professione il 5 agosto 1941 ed il 6 agosto partì per Torino, Casa “Madre Mazzarello” dove lavorò per un anno nell’oratorio. In seguito fu nella Casa “Sacro Cuore” di Vercelli dove fu assistente delle interne e collaborò attivamente nella scuola, nell’oratorio e nella catechesi. Fu un tempo difficile a causa della guerra e mancava tutto, ma suor Christine attesta di aver sperimentato la protezione tangibile della Madonna.
Dopo sei anni fu richiamata a Torino dove restò per un anno. Sentendo sempre viva la chiamata missionaria, rinnovò la sua richiesta per andare a lavorare nelle missioni. Prima di partire, ritornò in Germania a salutare la famiglia e trovò tanta sofferenza per la morte di alcuni dei suoi parenti. Rinnovò ancora il suo “sì” generoso alla volontà del Signore.
Il 27 gennaio 1949 partì per gli Stati Uniti e fu destinata alla Casa “Don Bosco” di North Haledon per qualche tempo per imparare la lingua. Per due anni fu assistente delle aspiranti e postulanti nella casa “Maria Ausiliatrice” della stessa città. Nel 1959 fu nominata direttrice a Paterson nello Iuniorato. Suor Christine espresse la sua tenerezza materna particolarmente con le giovani in formazione. È ricordata con molta riconoscenza dalle suore che hanno sperimentato l’amorevolezza e la fermezza del suo stile di accompagnamento. Dal 1965 al 1978 continuò il suo servizio come animatrice e preside di scuola in varie case dell’Ispettoria. Ritornò a North Haledon nel 1978 come vicaria ed economa fino al 1988. Fu anche catechista nella parrocchia “S. Maria” in Paterson per due anni, e nel 1990 fu mandata in Florida a Tampa, dove fu vicaria e catechista e l’ultimo anno nella Casa “Cristo Re” della stessa città fu sacrestana. Svolse pure questo servizio dal 1996 al 2007 a North Haledon “Maria Ausiliatrice”. Con il suo talento artistico abbelliva la cappella per le feste con tanto amore e finezza.
Poi la sua salute incominciò a declinare, per cui fu accolta nella casa di riposo “S. Giuseppe” di Haledon dove per due anni svolse ancora qualche servizio in comunità. Nel pomeriggio del 27 marzo 2012, mentre scriveva gli auguri pasquali ai benefattori, fu colpita da un grave ictus. Ricoverata all’ospedale, due ore dopo il Signore la prese con sé.
Nel 2006, quando suor Christine celebrò il 65° anniversario della professione religiosa, scrisse: “La mia anima canta al Signore perché ha compiuto meraviglie nella mia vita. Ogni momento è stato un dono dell’amore infinito di Dio”. Questo è stato il suo atteggiamento per tutta la sua vita: una vita di gioia, di generosa donazione di sé, di gratitudine. Si sentiva privilegiata di essere FMA!
Offriamo la nostra preghiera di suffragio per suor Christine e chiediamo di ottenere nuove e sante vocazioni per il nostro Istituto e per la Chiesa.
L’Ispettrice
Suor Karen Dunn

Isla de Flores – Uruguay

Dal grido della protezione internazionale la nascita di una nuova democrazia

Mons. Giancarlo Perego
Direttore generale Migrantes
Presentazione Rapporto Centro Astalli 2012
(Roma, 29 marzo 2012)

I numeri e i volti del Rapporto annuale del Centro Astalli ci segnalano una crescita costante di persone in fuga da situazioni di guerre o da rivoluzioni in corso – almeno 25 – che creano nuovi cammini o vedono la destinazione per chi è in cammino da un lungo tempo di mesi e di anni. Sono storie di chi è al di là del Mediterraneo, di un mare comune; oppure lo hanno raggiunto dal Corno d’Africa o dal Centrafrica (Nigeria, Mali, Ghana, Costa d’Avorio). Sono storie di un Medioriente da anni in cerca di pace. Sono storie di un Oriente che ancora una volta , come ai tempi del Vietnam e della Cambogia, sollecita un’ attenzione a nuove drammatiche situazioni: Iran, Iraq, Afganistan e Bangladesh in particolare. C’è un mondo in movimento per disastri ambientali naturali o causati dall’uomo, almeno 350 negli ultimi anni, 10 volte maggiore rispetto agli anni precedenti: la distruzione del creato crea una mobilità che è sempre maggiore. Ma accanto a questi mondi noti c’è un mondo in fuga alla ricerca di una sicurezza personale, sul piano culturale , religioso e politico, che domanda un’attenzione nuova. Sono singole persone e famiglie, più che popoli. Sono storie di fragilità e di precarietà che invocano la responsabilità di tutti, cittadini e istituzioni, ricordando il dettato costituzionale che afferma: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge” (Costituzione italiana, art. 10, comma 3).
Questi mondi in fuga denunciano una situazione crescente di militarizzazione di aree del pianeta, oltre che lo sfruttamento incondizionato del creato; ma al tempo stesso dicono ‘la debolezza della democrazia’ nel leggere la situazione globale. Questo mondo in fuga chiede con forza ancora di più una politica internazionale, che sappia andare oltre gli equilibri costruiti per rafforzare la tutela delle città e delle metropoli.
Credo che oggi il fenomeno delle migrazioni, immigrati e richiedenti asilo e rifugiati, solleciti profondamente una rilettura della democrazia, perché sappia andare oltre la semplice affermazione di alcuni diritti fondamentali che tutelano le persone di un singolo Paese, per costruire nuovi meccanismi di tutela soprattutto di chi è in cammino: oggi 214 milioni di persone.
La centralità della persona porta a rileggere la territorialità in cui vivono le persone, perché sia adeguatamente capace di ospitalità. Pena l’insicurezza.
Per fermaci a leggere la realtà della protezione internazionale, questo diritto universale interpella l’Europa e in essa l’Italia, perché ‘la casa comune’ sappia costruire anche oggi luoghi e forme di tutele. Come si realizzarono nel dopoguerra (1946-48) per oltre 12 milioni di persone trasferite dai territori dell’Est, dal Paese dei Sudeti in seguito all’accordo di Postdam, o per i 2 milioni e ottocentomila tedeschi della Germania dell’Est nella Germania dell’Ovest, per 300.000 ebrei accolti in Germania, Austria e Italia in cammino al termine della seconda guerra mondiale prima di approdare in Israele nel 1948 , facendo iniziare un altro cammino di 1 milione di palestinesi, o per i quasi 200.000 profughi ungheresi dopo il 1956. Quest’ultimi furono accolti in 17 paesi europei ( 20.000 in Inghilterra, 11.000 in Germania, 10.000 in Svizzera, 9.000 in Francia, 5.000 in Svezia e 4.000 in Italia, 3.000 in Belgio, 2000 in Olanda, 1.000 in Danimarca e Norvegia e poche unità in altri Paesi) e 19 non europei: questo a significare un’organizzazione e un’attenzione comune già in quegli anni a condividere le richieste d’asilo.
L’Emergenza del Nord Africa che ha portato 62.000 persone in Italia nel 2011 via mare, ha visto l’incapacità dell’Europa di costruire un percorso di protezione internazionale condiviso, dimostrando la debolezza della democrazia europea. A fronte degli arrivi, nel 2011 l’Italia ha concesso a 10.000 persone una forma di protezione internazionale (asilo, protezione sussidiaria, protezione umanitaria). E’ mancata in questi anni la consapevolezza politica, a cui aveva già invitato a considerare fin dal 1958 Giorgio la Pira nei Colloqui sul Mediterraneo, che il Mediterraneo è un confine, un limes, cioè una strada che se non è percorsa da canali umanitari rischia di essere una zona franca del traffico degli esseri umani, una barriera che respinge persone e famiglie e, peggio ancora, la tomba di uomini, donne e bambini in fuga. L’Italia della sicurezza e non di una rinnovata politica sociale delle migrazioni è stata la prima vittima di se stessa: incapace di leggere un fenomeno in corso nell’altra sponda, ideologicamente centrata su una inutile e vergognosa politica dei respingimenti, costretta ad affrontare l’emergenza con gli strumenti insufficienti della Protezione civile, caricando di nuovi pesi sociali il mondo del volontariato, nel tentativo prima di fermare l’ondata al Sud senza una condivisione nel Paese, poi di limitarlo dentro grandi centri (Mineo), per arrivare infine a una lenta condivisione dell’accoglienza in tutto il Paese, ma senza un progetto strutturale, senza il coinvolgimento della rete dei Comuni e dello Sprar, con il rischio di un’accoglienza senza prospettive in ordine alla casa, alla formazione e al lavoro e quindi destinata a costruire nuove situazioni di irregolarità. Questa ‘debolezza della politica migratoria e dell’asilo’ pesa sul futuro di persone che richiedono asilo nel nostro Paese, e vede l’Italia oggi incapace di sperimentare concretamente forme nuove di tutela delle vittime di fenomeni nuovi che incrociano asilo e tratta, o di cogliere il dramma dello sfruttamento e delle violenze di gruppo nei Paesi di origine o di passaggio di molte persone. I fatti di Lampedusa hanno indicato chiaramente la debolezza di una democrazia incapace di leggere la storia: una debolezza culturale, prima che politica che chiede l’allargamento di un dibattito su questi temi, perché cresca una consapevolezza popolare sul peso della mobilità oggi, in particolare sull’asilo, che vede in gioco la credibilità internazionale del nostro Paese.
Come scriveva l’architetto Giovanni Michelucci già 25 anni fa in una lettera a Padre Balducci per un convegno a Firenze sulla città, l’ospitalità non nasce solo da un dovere di accoglienza, ma dall’esigenza di un progetto di revisione della città, alla luce delle situazioni d’incontro nuove. L’architetto, partendo da due metafore, la città carcere e la città tenda, scriveva: La città carcere e la città tenda non sono solo dei luoghi identificabili nello spazio, sono due metafore che stanno ad indicare tutto ciò che nella città esiste come edificio, talvolta perfino di pregevole fattura , senza per questo avere con la città alcun rapporto attivo, rappresentando anzi la negazione della città. E concludeva il noto architetto: “la sfida che propongo alla città attuale è dunque la sfida di saper accogliere al suo interno i diversi di ogni tipo, non per dovere di ospitalità, ma come speranza progettuale… Il modello di una società civile che accetta dentro di sé il diverso, come ipotesi positiva di cambiamento rappresenta di fatto una cultura superiore rispetto agli equilibri militari che ci sovrastano. La società del sospetto, dell’isolamento con cui sono regolate le nostre città rappresentano purtroppo un’agghiacciante analogia a quegli equilibri”1.
Pensare di rispondere occasionalmente a un fenomeno ormai strutturale di richiedenti asilo, di rifugiati, significa non avere un progetto e non mettere in rete le risorse diverse delle città in Italia e in Europa, oltre che generare di continuo situazioni di precarietà. Occorre presidiare con la nostra azione la qualità dell’ospitalità nelle strade di confine e di passaggio, come fecero un tempo per i pellegrini e i forestieri i monasteri. Alcune città possono ritrovare la loro vita nell’ospitalità: Lampedusa può essere in questo senso una città che può aprire la strada. Non si tratta solo di aprire un centro, ma di ridisegnare l’isola. E in questo percorso tutti sono importanti: le famiglie, la scuola, la comunità parrocchiale, gli albergatori e i marittimi, i giovani e gli adulti.
Occorre allargare le storie di incontro, i cammini di accompagnamento e di tutela, le strutture di accoglienza, oggi insufficienti rischiando di lasciare sole e abbandonate migliaia di persone e famiglie. Come occorre abbandonare l’idea di moltiplicare i luoghi, quali sono i CIE, che moltiplicano violenze e creano insicurezza.
Infine i dati del Rapporto chiedono alle Chiese, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II, di rileggere le sollecitazioni della Gaudium et spes : a ribadire il diritto all'emigrazione (cfr. GS 65), la dignità del migrante (cfr. GS 66), la necessità di superare le sperequazioni nello sviluppo economico e sociale (cfr. GS 63) e di rispondere alle esigenze autentiche della persona (cfr. GS 84). La centralità della dignità della persona sono un segno della “democratizzazione dell’Europa” di cui parla la Charta Oecumenica (n.8).
Grazie ancora allora a questo Rapporto perchè, insieme alle molte sollecitazioni che in questi mesi abbiamo avuto in tante direzioni - sulla condanna ai respingimenti della Corte europea dei diritti umani, sulla scelta di oltre 100.000 persone di chiedere al Parlamento di rivedere la cittadinanza e il diritto di voto degli immigrati, sull’esigenza di un diritto d’asilo europeo, sulla lotta al traffico e alla tratta degli esseri umani, sulla libertà religiosa, su cammini nuovi di integrazione -, ci aiuta a ridisegnare il cammino della Chiesa e della società in sintonia con i cammini degli uomini di oggi.

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1. G. MICHELUCCI, La città tenda e la città carcere; in: La sfida delle città, Atti Convegno testimonianze, 19-20 dicembre 1987, Firenze, pp. 132-134.

28 marzo 2012

VATICANO - Messaggio del Papa ai giovani: "siate missionari della gioia, siate missionari entusiasti della nuova evangelizzazione!"


Città del Vaticano - "Vorrei esortarvi ad essere missionari della gioia. Non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. Andate a raccontare agli altri giovani la vostra gioia di aver trovato quel tesoro prezioso che è Gesù stesso. Non possiamo tenere per noi la gioia della fede: perché essa possa restare in noi, dobbiamo trasmetterla." E' la consegna che il Santo Padre Benedetto XVI affida ai giovani del mondo nel Messaggio che ha loro inviato per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventù che sarà celebrata il 1° aprile 2012, Domenica delle Palme, a livello diocesano, sul tema tratto dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi: "Siate sempre lieti nel Signore!" (4,4).
Il Papa sottolinea che "la gioia è un elemento centrale dell'esperienza cristiana" e in particolare è una delle caratteristiche di ogni Giornata Mondiale della Gioventù. "La Chiesa ha la vocazione di portare al mondo la gioia, una gioia autentica e duratura, quella che gli angeli hanno annunciato ai pastori di Betlemme nella notte della nascita di Gesù", ricorda il Santo Padre, che nel suo messaggio evidenzia come "nel difficile contesto attuale, tanti giovani... hanno un immenso bisogno di sentire che il messaggio cristiano è un messaggio di gioia e di speranza!".
"Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, il nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura, che possa dare 'sapore' all'esistenza" scrive il Papa, che sottolinea come le gioie autentiche "trovano tutte origine in Dio, anche se non appare a prima vista". Quindi incontrare il Signore, fare spazio a Gesù Cristo e al suo Vangelo, "è la strada per avere la pace e la vera felicità nell'intimo di noi stessi, è la strada per la vera realizzazione della nostra esistenza di figli di Dio".
"La gioia è intimamente legata all'amore: sono due frutti inseparabili dello Spirito Santo. L'amore produce gioia, e la gioia è una forma d'amore" spiega ancora il Papa, invitando i giovani ad entrare nella gioia dell'amore essendo generosi, impegnandosi a fondo nella vita, con un'attenzione particolare per i più bisognosi, contribuendo a rendere la società più giusta e umana. Li esorta poi a non avere paura della chiamata di Cristo alla vita religiosa, monastica, missionaria o al sacerdozio: "Siate certi che Egli colma di gioia coloro che, dedicandogli la vita in questa prospettiva, rispondono al suo invito a lasciare tutto per rimanere con Lui e dedicarsi con cuore indiviso al servizio degli altri."
Il Santo Padre esorta infine a ricorrere spesso al Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, che è "il Sacramento della gioia ritrovata", ed indica come modelli due giovani Beati, Pier Giorgio Frassati (1901-1925) e Chiara Badano (1971-1990), "che mostrano come il cristiano autentico non è mai disperato e triste, anche davanti alle prove più dure, e mostrano che la gioia cristiana non è una fuga dalla realtà, ma una forza soprannaturale per affrontare e vivere le difficoltà quotidiane".
Il Messaggio si conclude con l'invito ai giovani ad essere "testimoni della gioia", "missionari entusiasti della nuova evangelizzazione! Portate a coloro che soffrono, a coloro che sono in ricerca, la gioia che Gesù vuole donare. Portatela nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole e università, nei vostri luoghi di lavoro e nei vostri gruppi di amici, là dove vivete. Vedrete che essa è contagiosa."

Links:
Il testo integrale del Messaggio del Santo Padre, in italiano, inglese, francese, spagnolo

fonte: www.fides.org

27 marzo 2012

Sr. Maria Troncatti è con noi


Sr. Ayda Tuárez, segretaria ispettoriale, ci scrvie di Quito (Equatore) condividendo una gioiosa notizia:

«Queridas hermanas:
Buenos días! les comparto esta buena noticia: tenemos en casa Inspectorial los restos de sor María Troncatti, o sea los huesitos que ha pedido sor Piera Cavagliá para hacer las reliquias y que serán llevados a Roma por sor Teresa Barba, quien va a participar en el Proyecto Mornés.
Para nosotras es una alegría inmensa tenerla así tan cerca. Les envío unas fotos y las que deseen venir a rezar, están expuestos en la capilla hasta el miércoles 28.
Gracias! Con cariño, Sor Ayda»








16 marzo 2012

ASIA/PAKISTAN - Minoranze, blasfemia, diritti: l'opera di Shahbaz Bhatti approda ufficialmente in Europa


Roma (Agenzia Fides) - Mette piede in Europa, aprendo ufficialmente sedi in diverse nazioni europee, la "All Pakistan Minorities Alliance" (APMA), associazione della società civile pakistana, fondata nel 2002 da Shahbaz Bhatti, il Ministro cattolico per le Minoranze, assassinato un anno fa a Islamabad. L'APMA è fra le maggiori organizzazioni della società civile pakistana, nata per tutelare e difendere le minoranze religiose (che nel paese sono soprattutto cristiani e indù). Include sedi e rappresentanti in tutte le province del Pakistan e ha lanciato campagne contro la discriminazione e per la piena cittadinanza delle minoranze religiose in Pakistan.
Come riferisce all'Agenzia Fides, Paul Bhatti, fratello del Ministro ucciso e attuale Presidente dell'APMA, "molti pakistani in Europa si stanno impegnando per gli stessi ideali e per la difesa delle minoranze religiose, in Pakistan e in altre parti del mondo, nello spirito di Shahbaz. L'APMA ora intende riconoscere questo lavoro e rafforzare la rete di quanti, nelle sedi internazionali, intendono continuare l'opera di giustizia, pace, libertà, armonia promossa da Shabhaz".
L'APMA in passato ha segnalato l'abuso della legge sulla blasfemia come "strumento di oppressione delle minoranze". I suoi membri svolgono un'opera di sensibilizzazione culturale ma anche di aiuto materiale, a livello legale e sociale, per i cittadini pakistani delle minoranze, vittime di ingiustizie a causa della loro fede religiosa. L'APMA si ispira a valori come la dignità dell'uomo, la democrazia, lo stato di diritto, la giustizia economica e sociale, il dialogo, i diritti per gli emarginati. L'APMA avrà una sede italiana, affidata al coordinamento del prof. Mobeen Shahid, nonchè rappresentanti in Francia, Spagna, Portogallo e, prossimamente, in altri paesi europei.

Fonte: www.fides.org

14 marzo 2012

Carissime sorelle,

con il Mercoledì delle Ceneri, siamo entrate in un tempo speciale. È il tempo della Quaresima, tempo di conversione, di cambiamento di ciò che in noi non aiuta a costruire comunione, nel desiderio di divenire “persone nuove” secondo il cuore di Dio.
Perciò:
È tempo di lasciarci guidare dalla Parola di Dio che  illumina la nostra vita e la missione.
È tempo di condivisione dei doni ricevuti e di attenzione ai bisogni dei più poveri e abbandonati attraverso la nostra capacità di auto-delimitazione perché altri possono avere condizioni degne per vivere.
È tempo di riscoprire e gustare la gioia del perdono ricevuto e del perdono donato agli altri.
Alla luce della Parola, la condivisione che nasce dalla missione ad/inter gentes può diventare un tempo-profetico e svelare i valori, i “Semi del Verbo” presenti nelle diverse culture, etnie, lingue, religioni e nazioni.
L’ascolto della Parola di Dio ridesta in noi, innanzitutto, l’esigenza di vivere secondo la legge “scritta nel cuore” (cf Rm 2,15; 7,23). Cristo, Parola di Dio incarnata, crocifissa e risorta, è Signore di tutte le cose ed è presente in ogni persona.
Care Sorelle, siamo invitate a togliere gli ostacoli che impediscono il cammino verso Dio e l’incontro fraterno verso gli altri, nostri fratelli e sorelle.  La Parola di Dio traccia le vie della verità e della vita.
La Quaresima ci invita a prendere sul serio gli appelli e gli avvertimenti di Dio, gli insegnamenti e l’esempio di Cristo, la fede e la speranza nel regno che viene.
Il Cristo ci precede e ci accompagna, è la sorgente dell’acqua che vivifica, la luce che rende la vista ai ciechi, libera i prigionieri e dona vita a tutti.  È in Lui la Vita Vera!
Chiediamo a Maria, la Vergine dell’ascolto, che ci aiuti a vivere in sintonia con la Parola di Dio, ad accogliere con gioia i tesori dei suoi insegnamenti e a viverli nella semplicità del quotidiano.
Auguri di buona continuazione della Quaresima e buona preparazione alla Pasqua.
Sempre in comunione, nel ricordo fraterno e nella preghiera reciproca.
Un forte abbraccio.

                                                                                       Sr. Alaíde Deretti
                                                                       Consigliera dell’Ambito Missione ad/inter gentes

13 marzo 2012

Ravenna: una delegazione europea per lavorare sull'integrazione dei migranti


Ravenna - Cittadinanza attiva e dialogo interculturale coi popoli migranti è il tema su cui si confronterà a Ravenna, da oggi a venerdì, una delegazione europea nell’ambito della rete active citizenship and intercultural dialogue with migrant people di cui fa parte anche Ravenna.
Gli ospiti arriveranno da Jyväskylä (Finlandia), Kotka (Finlandia), Regione della Sud Ostrobothnia (Finlandia), Salo (Finlandia), Xaghra (Malta), Ciudad Real (Spagna), Puerto Lumbreras (Spagna), Aersborg (Svezia).
L’obiettivo del progetto, su cui lavoreranno i rappresentanti delle città europee accomunati da esperienze professionali nelle Pubbliche Amministrazioni, servizi socio – sanitari, volontariato, scuola e Formazione, Sindacati, Enti/Agenzie per il lavoro, è quello di approntare una comune metodologia da adottare per migliorare l’integrazione dei popoli migranti nelle rispettive realtà a partire dagli ambiti di scuola e formazione, lavoro e occupazione, socializzazione con particolare riguardo alle seconde generazioni.
Lo sviluppo di queste linee comuni ispirate ai principi e agli ideali europei, si articolerà nel corso di sei tappe e di altrettanti eventi internazionali.


Messaggio di una missionaria



Carissime sorelle,
potrebbe essere una "nota di viaggio” e penso sia assolutamete vero...
Eccomi: vado a scuola due volte alla settimana per imparare bene lo spagnolo, anzi, il  castilliano così quando andrò in Patagonia sarò quasi "brava"... per ora parlo solo un poco di ITAgnolo.
Ma soprattutto ho aspettato un poco per poter descrivere la mia prima "uscita" in un'altra realtà che non fosse quella della grande metropoli di Buenos Aires!
E proprio ieri mi hanno accompanata ad ENSENADA... Già sapete dove si trova...
Accanto alle raffinerie di petrolio e a palazzi dall'apparenza confortevoli, ho trovato molte casette modeste e tra loro ci sono le due case salesiane: una è quella delle Suore fma.
Hanno una scuola dell'infanzia, una scuola primaria, una scuola secondaria con doppio turno del mattino e del pomeriggio; molti corsi pomeridiani post-secondaria: dalla panetteria all'alberghiera; dal cucito al riciclaggio; dal computer alla parrucchiera: tutto con spazi ridotti, ma saggiamente elaborati.  
Fuori dalla scuola, a 3-4 Km di distanza c'è l'oratorio accanto a moltissime baracche. Sr Fatima e Sr Maria si recano per la catechesi, ma è una povertà estrema. Le foto ci fanno vedere appunto una "nidiata di bambini" che vivono con mamma e papà in un barrio di legna... e non è l'unico barrio in legno... Le casette più fortunate sono in mattone ma con una sola grande stanza.
A pochi passi dalla scuola c'è la casita Laura Vicuña dove vengono raccolti i ragazzi e le ragazze a rischio. Qui trovano un CUORE AMICO perché mamma e papà pensano... ad altro. Affettuosissimi ragazzi e ragazze! Hanno voglia di imparare l'italiano!!! e ascoltano volentieri una persona che si prende cura di loro!
Cinque Suore di quella comunità, di cui una prossima a compiere 90 anni, portano avanti tanti progetti? non lo so proprio spiegare. Ho avuto l'impressione di trovarmi in un laboratorio di PICCOLE FORMICHE  SAPIENTI E SIMPATICHE che sanno vivere la loro gioia salesiana in un mondo che può e deve sognare come ha fatto Don Bosco. Fortunatamente ci sono le insegnanti e gli insegnanti laici che hanno una professionalità forte e saggia.
Veramente se questo è all'inizio della mia "carriera missionaria" sono contenta di entrare in questa terra Argentina con il Cuore di Don Bosco e di Madre Mazzarello.
Che Dio vi benedica!
Vi mando un  abbraccio Missionario ed Argentino
Sr. Paola felice fma

09 marzo 2012

12 marzo 2012

106 millones, en su mayoría de origen mexicano, ruso y ucraniano


La mitad de los inmigrantes del mundo son cristianos.
Un cuarto pertenece a la religión musulmana.

Casi la mitad de las 214 millones de personas que abandonaron su país en 2010 es de religión cristiana. Lo revela 'La fe en movimiento', el primer estudio global de este tipo realizado por el Pew Research Center y publicado en EEUU.
El informe señala que más de un cuarto de los inmigrantes es de religión musulmana. En total, 60 millones de personas, procedentes sobre todo de los territorios palestinos, Pakistán, Bangladesh y la India. Por su parte, los hinduistas representan el 5% del total, mientras que los budistas el 3% y los judíos menos del 2%.
Los cristianos expatriados en 2010 fueron106 millones y en su gran mayoría son de origen mexicano, ruso y ucraniano. En total, representan el 49% de las personas que tuvieron que abandonar su país.
Según el estudio del Pew Research Center, estas cifras reflejan 'grosso modo' el reparto de las religiones en el planeta, donde los cristianos son mayoría. Sin embargo, mientras que una persona de cada tres profesa esta religión en el mundo, sus fieles representan a uno de cada dos inmigrantes.
El informe señala que una de cada cinco personas que deja su país lo hace para entrar en EEUU, que junto con Rusia y Alemania es la sola nación que acogió a más de 10 millones de inmigrantes.
Un tercio de los expatriados de todo el planeta procede de la región Asia-Pacífico. Luego está Europa, aunque aquí los movimientos que se registran ocurren en su gran mayoría entre países del 'Viejo Continente'.
Sin embargo, incluso quitando a los inmigrantes intraeuropeos, Europa recibe a más cristianos que musulmanes. El 'Viejo Continente' es una de las regiones con más inmigración junto con el Norte de América, Australia y los países del Golfo Pérsico.

(Rd/Agencias)

11 marzo 2012

Experiencia misionera… inolvidable!


Hola, mis muy queridas compañeras de camino en este reto de construir Reino:

A través de esta breve crónica, les quiero contar que estuve celebrando la Navidad  en Docordó - litoral Bajo San Juan, Chocó -, junto con dos amigas (Lucía Martínez de Toro y Dora Elsy Salazar Castaño), apoyando al Padre Saúl Palomino Yustti.  
Prevaleció la fiesta en la que se desbordó la alegría, pero acompañada siempre de la reflexión participativa en torno a por qué estábamos tan felices.  Qué implica para nosotros el hecho de que Jesús hubiese nacido; de que se hubiese hecho el más pobre entre los pobres; cuál es el valor humano de la pobreza como riqueza en tanto posibilitadora de la vivencia de los valores que nos propuso Jesús con su  manera sencilla de vivir, con su actuar; cómo Jesús nunca invitó a la resignación y nunca secundó el sufrimiento de las personas frente a las carencias que les impedían un vivir con dignidad, con calidad, sino que mitigó el hambre de las multitudes, alcahueteó el mejor vino en Caná para que siguiera la fiesta, curó los leprosos, los ciegos y los paralíticos, resucitó a Lázaro ante la angustia de sus hermanas Marta y María, impidió que la mujer adultera fuese apedreada, enjuiciada, todo ello para expresarnos que Dios Padre nos creó a todos para la felicidad pero que esta no se halla en el tener y acumular sino en el ser solidario, misericordioso, laborioso y en el relacionarse y compartir.
Todo el tiempo estuvimos festejando, arrullando a Jesús con villancicos nativos, jugando, elaborando adornos para decorar el templo y las casas.  Con un poco de A.C.P.M. del que disponía el caserío para el alumbrado nocturno, gracias a una pequeña planta generadora de electricidad, entre las 6 p.m. y las 9 p.m., vimos películas infantiles.  Como el juego que más divierte a los pobladores es el dominó, les elaboramos unos dominóes con figuras alegóricas a las decoraciones navideñas.  Se sintieron amados por Dios a través de nuestro cariño y nuestra ternura para con ellos, al tiempo que nosotros también nos sentimos amadas por el Señor en la medida en que fuimos acogidas y nos compartieron sus casas, sus alimentos, su alegría, su espiritualidad, su folklore  y sus compañías.
Como este año no hubo presencia de ninguna comunidad religiosa ni de seminaristas para apoyar el trabajo de pastoral en la parroquia y sus caseríos están tan distantes unos de otros y a ellos sólo se puede llegar en lancha después de horas de navegación, no pudimos repartirnos por caserío para permanecer en él todo el tiempo pero sí animamos la Navidad en 6 caseríos distintos que logramos visitar (Isla de Mono, García Gómez, “El Choncho”, Carrá, Pichimá y Charambirá).

Beatriz Eugenia Jaramillo de González

Inspectoría “Santa Maria Mazzarello” - Medellín (Colombia) 

Fonte: Boletin No 2 – marzo 2012

ASIA/PAKISTAN - "Il sangue grida": una canzone pop dedicata a Shahbaz Bhatti


Londra - "Queste sono le mani, lodano la tua vita. La pace è la stella che guida i nostri cuori a te. Il tuo sangue grida": sono parole della canzone "Blood cries out" ("Il sangue grida"), composta dal gruppo di musica pop inglese "Ooberfuse" e dedicata a Shahbaz Bhatti, il ministro cattolico pakistano per le minoranze religiose, ucciso un anno fa a Islamabad.
La "British Pakistani Christians Association" ha organizzato per il prossimo 10 marzo a Londra una manifestazione in memoria di Shahbaz Bhatti, con la partecipazione di leader politici e religiosi. La manifestazione toccherà "Downing street" (sede del Primo Ministro inglese) e si concluderà con un concerto in Trafalgar Square. Al concerto, fra le diverse performance, si esibiranno gli "Ooberfuse", che canteranno il brano "Blood cries out", dedicato a Bhatti. Per ascoltare la canzone gratuitamente, ci si può collegare al link

fonte: www.fides.org

AMERICA/COLOMBIA - Una radio e una tv online per dare voce ai più piccoli e presentare l'attività missionaria


Bogotà - I missionari Comboniani della Colombia metteranno online una radio e una televisione virtuale a partire dal 15 marzo per "presentare al mondo l'attività missionaria della Chiesa" e "sensibilizzare le persone sulla missione". "Utilizzare la tecnologia che offre Internet per portare a tutti il messaggio del Vangelo e far conoscere il contributo di tanti missionari nel mondo, è quello che desiderano i Missionari Comboniani" si legge nel comunicato perven
uto all'Agenzia Fides. Un altro obiettivo di questo progetto è quello di integrare il lavoro svolto dalla rivista "Iglesia Sinfronteras". Rivista, radio e televisione, costituiscono la realizzazione di un sogno di questa comunità missionaria che da 28 anni è presente nel paese e cerca di raggiungere "una grande fetta della popolazione, e che è alla ricerca di mezzi alternativi, di strumenti che riescano a diventare la voce e il volto dei dimenticati e degli emarginati" che nel paese sono milioni. (CE)
Links:
Per ulteriori informazioni:

fonte: www.fides.org

9 marzo 2012

Suor Rosa SEGARINI

Carissime sorelle, il 6 marzo 2012, nella casa “S. Giuseppe” di Haledon (Stati Uniti) il Signore ha chiamato a sé la nostra carissima Suor Rosa SEGARINI. Nata a Pontevico (Brescia) il 26 maggio 1927. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1954. Appartenente all’Ispettoria Statunitense “S. Filippo Apostolo.
Suor Rosa ha arricchito la nostra Ispettoria con la sua fedeltà alla vocazione missionaria vissuta nella silenziosa e generosa donazione di sé alle sorelle e alle/ai giovani.
Rosa nacque in una famiglia dalla fede profonda arricchita dalla preghiera e dal lavoro onesto. Non abbiamo informazioni sul periodo della sua fanciullezza e giovinezza, né sappiamo come conobbe le FMA. Entrò nell’Istituto nel 1951 e dopo il Postulato venne ammessa al Noviziato di Casanova. Il 5 agosto 1954 pronunciava i primi voti religiosi. Suor Rosa mise tutti i suoi doni di natura e di grazia al servizio della missione. Dopo la professione rimase nella Casa generalizia di Torino per un anno in aiuto all’economa. Avendo fatto domanda missionaria, fu destinata agli Stati Uniti dove giunse nella sua “nuova patria” il 2 settembre 1955. 
Inizialmente dedicò le sue energie collaborando in varie attività nella casa “Maria Ausiliatrice” di North Haledon, un’opera complessa per le molteplici opere. Suor Rosa svolgeva il lavoro con diligenza, organizzazione e spirito di sacrificio. La si vedeva dappertutto, pronta a qualunque servizio che compiva con calma e generosità.
Dal 1957 al 1969 l’obbedienza la chiamò a Tampa (Florida) come economa e cuciniera. Qui suor Rosa espresse la sua tenerezza materna particolarmente con le bambine/bambini dell’internato e gli studenti della scuola preparando piccole sorprese e cibi che più piacevano. Nel 1969 fu ad Aptos in California nella casa di formazione “Maria Ausiliatrice”. Anche qui svolse il compito di economa e cuciniera, ma diede soprattutto alle giovani in formazione una testimonianza concreta di fedeltà allo spirito salesiano. Nel 1973 passò alla casa di Newton, Noviziato “Sacro Cuore”, con l’incarico della cucina e del giardino. Nel 1985 ritornò per un anno a Tampa e successivamente a Corralitos con l’incarico della manutenzione della casa e del terreno. Dal 1987 al 2004 fu a North Haledon ove le fu affidata la manutenzione degli ambienti della casa e della vasta proprietà circostante. Nel 2004 ritornò a Tampa ma solo per un anno e poi fu richiamata alla Casa ispettoriale per prendersi cura della lavanderia.
Suor Rosa era una persona piuttosto silenziosa; non parlava di sé, ma era attenta ai bisogni delle sorelle, fedele e diligente nello svolgimento dei suoi doveri. Aveva un temperamento forte, deciso, unito ad una volontà risoluta e pronta. Il suo cuore era abitato dalla pace e la irradiava intorno a sé. Si distingueva per un forte senso di appartenenza all’Istituto, l’amore filiale alle superiore, l’intuizione dei bisogni delle sorelle che si traduceva in segni concreti di delicata attenzione. Aveva un grande amore a Gesù Sacramentato e a Maria Ausiliatrice. Si alzava presto la mattina per far compagnia a Gesù prima dell’inizio della preghiera comunitaria. 
Un ictus sofferto durante la notte del 25 febbraio le causò una totale paralisi che la lasciò priva di ogni conoscenza. Ricoverata in ospedale, le furono amministrate tutte le cure possibili, ma senza alcun giovamento. Nelle prime ore del 6 marzo Signore le ha aperto le porte della felicità eterna ricevendola fra i servi buoni e fedeli. Il suo esempio e il suo sacrificio ci ottengano nuove e solide vocazioni.
L’Ispettrice
Suor Karen Dunn

Quaresima, conversione e missione

Da missionari e vescovi il racconto di come si vive il periodo verso la Pasqua dove i cattolici sono minoranza

INDIA: «Penitenza e digiuno, come i fratelli musulmani e indù» Era il mercoledì delle Ceneri. Era mezzogiorno e ci siamo seduti a pranzo in Swarga Dwar, un ashram con una comunità di ex-lebbrosi. Tra di loro non c'era nessun cattolico e quindi non si poneva nessun problema di astinenza e digiuno, ma nello staff c'erano alcuni cattolici. Seduti anche noi a tavola, appena arrivati da un lungo viaggio di dodici ore, non ci siamo posti il problema del digiuno, applicando tutte le possibili eccezioni (il viaggio, l'età, il proposito di saltare il pasto serale...) ma subito notai che, seduta al nostro tavolo, una signora indiana non aveva preso neppure il piatto. Conoscendola da lungo tempo le chiesi: «Teresa, non mangi con noi?» «No - disse -: oggi comincia la Quaresima e in questo periodo io mangio solo un pasto alla sera. Così fanno anche le mie amiche musulmane durante il mese di Ramadan, e io non voglio essere da meno di loro».
I cattolici indiani prendono molto sul serio la pratica della penitenza e del digiuno durante la Quaresima. Alcuni uomini si lasciano crescere la barba senza mai radersi. Alcune famiglie non mangiano mai carne, facilitate in questo dall'uso, molto comune in India, del vegetarianismo. 
Sia nell'induismo come nell'islam, la pratica del digiuno è molto sentita e praticata. Molti indù digiunano un giorno la settimana. Gandhi un giorno la settimana rimaneva in silenzio completo: se aveva bisogno di comunicare o di rispondere lo faceva scrivendo un biglietto. I musulmani digiunano per raggiungere il controllo di se stessi. Digiunare durante il mese di Ramadan non è per espiazione o per far penitenza: è semplicemente un rito religioso con uno scopo positivo. Così è spiegato nel Corano: «O credente, il digiunare è prescritto per te come era stato prescritto a quelli prima di te, così che tu sappia sviluppare la comprensione di Dio» (Surat ul-Baqarah, 2:183).
Tra i cattolici è molto praticata la preghiera della Via Crucis. Anche noi in Swarga Dwar tutti i venerdì di Quaresima facciamo la Via Crucis lungo il viale che dalla cappella va ad una edicola con l'immagine della Madonna di Velankani. Allora le tre comunità che vivono in Swarga Dwar si uniscono: i lebbrosi in riabilitazione, le donne ammalate di AIDS e i bambini orfani o figli di lebbrosi. Le immagini delle stazioni sono appese agli alberi a fianco del viale. I lettori leggono al microfono e la processione si snoda lungo il viale.
 In alcune parrocchie esiste ancora la tradizione, dal tempo della dominazione portoghese in Goa a Vasai, di rappresentare lungo le strade, nel giorno del Venerdì santo, la passione di Gesù con tanto di costumi romani e giudei».
Padre Carlo Torriani, missionario del PIME, Mumbai (India)

Fonte: http://www.missionline.org

6 marzo 2012

Preghiamo...

 


JUBA, UN INCONTRO CARITAS PER IL NUOVO STATO


Il destino di centinaia di migliaia di migranti sud-sudanesi che tra un mese nel Nord potrebbero diventare “stranieri” è uno dei temi al centro di un incontro internazionale di Caritas che si è aperto oggi a Juba: lo dicono alla MISNA i responsabili della nuova sezione sud-sudanese dell’organizzazione, che coordina i lavori.
Secondo Ilse Simma, una delle coordinatrici dell’incontro, “le disposizioni che entreranno in vigore in Sudan il 9 aprile rischiano di spingere ad andar via buona parte dei 700.000 sud-sudanesi che vivono al Nord”. Circa 400.000 migranti sono già tornati al Sud nei mesi precedenti e successivi la proclamazione d’indipendenza del Sud Sudan del luglio scorso, rendendo ancora più complessa la ricostruzione di un paese devastato da oltre 20 anni di guerra civile.
Il governo di Khartoum non ha concesso la cittadinanza ai migranti sud-sudanesi, chiedendo invece la presentazione di un certificato di residenza o di un permesso di soggiorno rilasciato per motivi di lavoro.
Di questo e altri problemi discutono a Juba delegati delle diocesi del Sud Sudan e del Sudan ma anche dirigenti di Caritas giunti da Stati Uniti, Italia, Francia, Belgio e altri paesi europei. Gabriel Manjeth, segretario generale di Caritas Sud Sudan, dice alla MISNA di sperare in un forte sostegno per una nuova organizzazione bisognosa dell’aiuto internazionale. “Il nostro obiettivo – sottolinea Manjeth – è avviare programmi in tutte e sette le diocesi del Sud Sudan: c’è il nodo dei migranti ma anche l’emergenza umanitaria in Sud Kordofan e Nilo Blu, due regioni di frontiera dalle quali continuano ad arrivare rifugiati”.

Fonte: www.misna.org

2 marzo 2012

Celebra un año de Independencia en Sur Sudán con el regalo de 101 PROFESORES


Ayuda a que Sur Sudán avance en su camino hacia la recuperación y la estabilidad

Antes de la independencia, Solidaridad con Sur Sudán y el Servicio de Acogida Católico organizaron una campaña de oración denominada “101 Días de Oración por un Referendum Pacífico en Sudán” el cual recibió apoyo de todas partes. Ahora que Sur Sudán es una nación independiente, ha comenzado la grandiosa tarea de construir un Nuevo país. La Paz es aún frágil. Cientos de miles de retornados buscan una nueva vida. Es preciso levantar de cero los sistemas de salud y educación. Sur Sudán es considerado como el país más analfabeto del mundo. Esta falta de educación tiene su impacto en todos los aspectos de la vida. Los indicadores nacionales de salud son preocupantes – uno de cada cuatro recién nacidos muere antes de los 5 años y una chica joven tiene más propensión a que muera durante el embarazo o el parto, que a que termine la enseñanza primaria. En la actualidad, el 80% del cuerpo de policía es analfabeto, lo cual tiene implicaciones directas en el ejercicio de la justicia y en la administración de la ley.


Comina e POM lançam materiais do 3º CMN em coletiva de imprensa

Neste fim de semana, dias 2 a 4 de março, representantes das forças missionárias da Igreja Católica no Brasil estarão reunidas na sede nacional das Pontifícias Obras Missionárias (POM), em Brasília - DF, para a 29ª Assembleia do Conselho Missionário Nacional (Comina) organismo cuja finalidade é a animação, a formação, a organização e a cooperação missionária além-fronteiras das igrejas locais.

O tema principal do evento será a preparação do 3º Congresso Missionário Nacional (3º CMN) que reunirá nos dias 12 a 15 de julho em Palmas (TO), cerca de 600 pessoas de todas as regiões do Brasil. O 3º CMN terá como tema “Discipulado missionário: do Brasil para um mundo secularizado e pluricultural à luz do Vaticano II”. Segundo o diretor nacional das POM, padre Camilo Pauletti, durante a Assembleia do Comina serão apresentados alguns materiais do 3º CMN, entre eles, o Site, onde serão publicadas todas as informações e documentos oficiais do Congresso; o Instrumento de Trabalho, que é o Texto-Base do Congresso, além do Cartaz e a Logomarca.

Congressos Missionários do Brasil

A caminhada dos Congressos Missionários Nacionais chega à sua terceira etapa. São pensados e realizados em preparação aos Congressos Americano e Latino Americano (CAM/Comla) que deverão ocorrer pela quarta e nova vez respectivamente, em 2013, em Maracaibo, Venezuela. “Os CMN propõem-se como forte momento de reflexão, animação e articulação em torno da natureza missionária da Igreja e de suas tarefas evangelizadoras prioritárias no mundo de hoje, com enfoque na missão ad gentes (além-fronteiras)”, comenta o secretário executivo do Centro Cultural Missionário (CCM) padre Estêvão Raschietti.

O 1º Congresso Missionário Nacional aconteceu em Belo Horizonte (MG) em julho de 2003, em preparação ao CAM2/Comla7 na Guatemala e discutiu o tema “Igreja no Brasil, tua vida é missão”. O 2º CMN, por sua vez, foi realizado em Aparecida (SP), em maio de 2008, com o tema “Do Brasil dos batizados ao Brasil de discípulos-missionários sem fronteiras”. Esta etapa seguiu as orientações da V Conferência Episcopal da América Latina e Caribe, que aconteceu no ano anterior, de convocar as Igrejas do continente para assumir e operacionalizar a missão.

Assembleia do Comina

A Assembleia do Comina, que acontece a cada dois anos, é um momento de cultivar o conhecimento das diferentes realidades dos Conselhos Missionários Regionais (Comires), dos organismos e das instituições vinculadas ao Comina. “Iremos nesses três dias de encontro aprofundar o tema da identidade do Comina e dos Comires, proporcionar o aprofundamento de conteúdos da missiologia, avaliar a caminhada do Comina e projetar seu futuro, enfim, ajudar na caminhada missionária da Igreja no Brasil”, comentou o presidente do Comina, dom Sérgio Arthur Braschi.

Participam da Assembleia os bispos e assessores responsáveis da dimensão missionária da Conferência Nacional dos Bispos do Brasil (CNBB); o diretor e os secretários das Pontifícias Obras Missionárias (POM) e o secretário executivo do Centro Cultural Missionário (CCM), a presidente da Conferência dos Religiosos do Brasil (CRB), do Conselho Indigenista Missionário (CIMI) e da Pastoral dos Brasileiros no Exterior (PBE); os coordenadores dos Conselhos Missionários Regionais (Comires) e os representantes de institutos, associações e imprensa missionários.

Serviço: Coletiva de Imprensa sobre o lançamento dos materiais de trabalho do 3º Congresso Missionário Nacional.
Presenças: Dom Sérgio Braschi – Presidente da Comissão Episcopal Pastoral para a Animação Missionária e Cooperação Intereclesial da CNBB e do Conselho Missionário Nacional (Comina) e bispo de Ponta Grossa (PR); Padre Camilo Pauletti – Diretor Nacional das Pontifícias Obras Missionárias (POM) e Padre José Altevir da Silva – Assessor nacional da Comissão para a Ação Missionária da CNBB.

Data: Sábado, 03 de março de 2012.
Horário: 10h30
Local: Sede das POM – Setor de Grandes Áreas Norte (SGAN) – Quadra 905 – Conjunto B – Brasília - DF.



Perú - PREPARACIÓN DE LA 31 PASCUA JUVENIL MISIONERA

Empezó la preparación de la 31 Pascua Juvenil Misionera 2012, en Obras Misionales Pontificias.
En este año el lema central es: "JOVEN DESDE TU FE, ABRE CAMINOS HACIA LA LIBERTAD". Lema que nos invita a la conversión desde nuestra fe, al acercamiento a un Cristo que nos invita a romper esas ataduras y buscar nuestra libertad espiritual y diarias.
Es por eso que nuestro querido Director Nacional el Padre Víctor Livori, nos invita a vivir esta preparación a la pascua con total plenitud al acontecimiento cercano, el paso a la conversión, en este año de la fe.
El director Nacional de las Obras Misionales Pontificias, ve la necesidad de dejar a cargo de esta obra a la pastoral juvenil misionera (Jóvenes Sin fronteras) que a la mano de la obra de la Propagación de la Fe van anunciando a Cristo por más de 36 años a todos los jóvenes en nuestro Perú.  


Fuente: http://www.omp-peru.org/noticias02.htm

AFRICA/SUD SUDAN - Forti tensioni tra Sudan e Sud Sudan, mentre rimane grave la situazione dei rifugiati del sud Kordofan


Juba - Cresce la tensione tra il Sudan e il Sud Sudan, dopo che quest'ultimo ha accusato l'esercito di Khartoum di essere penetrato per 17 km nel suo territorio, la cui aviazione avrebbe violato lo spazio aereo per 74 km, bombardando pozzi d'acqua e di petrolio. Le incursioni, aeree e terrestri, sono avvenute nello Stato di Unità, confinante con lo Stato sudanese del Kordofan meridionale. In questo Stato, appartenente al Sudan, sono in corso da mesi violenti combattimenti tra l'esercito sudanese e i guerriglieri del Sudan People's Liberation Movement-North (SPLA-N), affiliato al quasi omonimo SPLA che governa il sud Sudan.
I combattimenti hanno spinto una parte della popolazione del sud Kordofan a rifugiarsi nello Stato sud-sudanese di Unità, dove, afferma l'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati (UNHCR), sono 20.000 le persone in fuga dal sud Kordofan accolte in un campo allestito dalle organizzazioni umanitarie.
Secondo quanto comunicano all'Agenzia Fides da fonti locali, la strada principale che conduce dal sud Kordofan a Yida, nello Stato di Unità è stata aperta domenica 26 febbraio, dopo che le truppe del SPLA-N hanno sconfitto i soldati dell'esercito sudanese e hanno preso il controllo delle aree di Jau e Toroje, nel Sud Kordofan. La strada era bloccata da una-due settimane a causa di scontri tra le due parti. Questo ha permesso il transito di quattro camion che hanno portato prodotti alimentari destinati agli sfollati che si trovano la città di Kauda nel sud Kordofan, in un'area non controllata dall'esercito sudanese. In direzione opposta viaggiano gli autobus che portano gli sfollati in fuga per rifugiarsi a Yida.

Fonte: www.fides.org

1 marzo 2012

ASIA/PAKISTAN - Una Università e un museo intitolati a Shabhaz Bhatti, nel primo anniversario della morte


Islamabad - Sorgerà a Islamabad una Università intitolata a Shabhaz Bhatti. Il progetto, già approvato e finanziato, è in corso di realizzazione: si sta individuando l'area per l'edificazione e si prevede che il complesso sarà pronto entro due anni. E' quanto dice all'Agenzia Fides, a un anno dalla morte del Ministro cattolico per le Minoranze religiose Shabhaz Bhatti, suo fratello Paul Bhatti, Consigliere speciale del Primo Ministro e presidente della "Shabhaz Bhatti Memorial Trust", fondazione che ha promosso il progetto.
"E' un progetto altamente simbolico, in quanto Shabhaz aveva molto a cuore la questione dell'educazione: l'istruzione è uno dei gangli della nazione ed è il mezzo più efficace per cambiare la mentalità nella società del Pakistan, all'insegna di valori come il dialogo, la pace, l'armonia". L'università sarà interamente finanziata da un uomo d'affari coreano-americano, il cristiano Do Won Chang, amico personale di Shabhaz e proprietario di una nota catena di negozi di abbigliamento. Il nuovo ateneo ha il benestare del governo pakistano e prenderà tutti i necessari accordi per i riconoscimenti istituzionali. Nel complesso universitario sorgerà anche un Centro per la promozione dell'Armonia interreligiosa. "In tal modo - spiega Bhatti - intendiamo tenere viva l'eredità di Shabhaz, che ha dato la vita per promuovere l'istruzione, il dialogo, le relazioni pacifiche". Bhatti informa Fides che "grazie a un progetto in corso con il governo italiano, saranno, inoltre, attivate borse di studio destinate a giovani indigenti, specie di famiglie povere, anche appartenenti alle minoranze religiose". Inoltre, per la lotta alla povertà, e per aiutare lo sviluppo economico e sociale delle minoranze, la Fondazione promuove piccoli progetti di microcredito, attivati grazie a donatori privati.
Un altro progetto in dirittura di arrivo, che sarà annunciato il 2 marzo e inaugurato alla fine del mese, è un museo intitolato a Shabhaz Bhatti, che aprirà i battenti a Kushpur, sua città natale. Il museo conterrà tutti i suoi oggetti e ricordi, ripercorrerà la sua biografia e il suo impegno ecclesiale, sociale, politico. Annessa al museo, sorgerà una piccola scuola, sempre a suo nome, per offrire istruzione primaria ai ragazzi e tenere viva la memoria di Bhatti nella comunità locale.
Domani, 2 marzo, sarà un momento importante per la nazione. Sono previste celebrazioni di commemorazione, Sante Messe in tutte le chiese, incontri a livello sociale in tutte le province, con eventi speciali a Lahore, Karachi, Islamabad, Peshawar. Al mattino, a Kushpur, vi sarà una assemblea pubblica di commemorazione, mentre la sera migliaia di attivisti dell'APMA ("All Pakistan Minorities Alliance", fondata da Bhatti) sfileranno per le vie di Islamabad, in una fiaccolata e veglia di preghiera sul luogo della morte. Previsto il 6 marzo prossimo il ricordo istituzionale, con la partecipazione delle più alte autorità statali e dei leader religiosi (molti musulmani) e una assemblea di almeno 5.000 persone, fra fedeli cristiani e di altre religioni.
Paul Bhatti conclude: "Non so se il paese abbia imparato qualcosa da Bhatti, io ho imparato molto da lui. Continueremo la sua missione di cooperazione, dialogo e pace, per disinnescare l'intolleranza e costruire un futuro migliore per il Pakistan, sempre percorrendo vie pacifiche".

Fonte: www.fides.org


III Congreso Misionero Nacional del clero y de la vida consagrada


TESTIGOS Y ANUNCIADORES DE CRISTO EN COMUNIÓN, PARA QUE EL MUNDO CREA", bajo este lema nos congregamos del 2 al 5 de febrero, en el complejo deportivo de la Escuela San Jose Maristas, sacerdotes, religiosas, seminaristas, aspirantes a la vida religiosa, y miembros de los movimientos laicos de todo Perú.
Contamos con la presencia de obispos ponentes de toda América, y la construcción de 10 talleres que fortalecieron nuestro ser discípulos y misioneros. 
Días de oración, reflexión, fraternidad, diálogo, encuentro con el Señor de la vida que nos envía a ser testigos de su Resurrección no sólo con palabras, sino con nuestra propia vida. 
Cf. video

CONCLUSIONES
Provenientes de las diferentes diócesis, parroquias, Institutos religiosos, seminarios, noviciados de todo el Perú, 453 congresistas reunidos en el Colegio San José Maristas del Callao del 2 al 5 de Febrero del 2012 participaron en el III Congreso Nacional Misionero para Clero y la Vida consagrada, organizado por la Comisión Episcopal del Clero, la Comisión Episcopal de Misiones, la Diócesis del Callao y Obras Misionales Pontificias.

El tema fue: “Auténticos Testigos y anunciadores de Cristo, en comunión, para que el mundo crea”
El lema: “Ven, escucha, vive y anunciemos juntos a Cristo”.
El objetivo general: Impulsar la dimensión misionera del Clero y miembros de la vida consagrada, para que sean auténticos testigos y anunciadores creíbles en el mundo de hoy. Los grupos de trabajo reflexionaron entorno a los temas propuestos en el texto base y las ponencias, por los que hemos llegado a formular la siguiente síntesis, a modo de conclusiones:

1. Nuestra vocación misionera se fundamenta en la compresión que Jesucristo es el enviado del Padre que a su vez envía. Ser enviado es asumir nuestra misión con el testimonio de nuestra vida personal redescubriendo el amor de Dios en un encuentro personal con Cristo vivo a partir de los acontecimientos que transformaron nuestra vida y que abrieron nuevos horizontes en nuestra vida misionera.

2. Los desafíos del secularismo deben ser asumidos pertinentemente para la nueva evangelización por lo que estamos llamados a vivir radicalmente el mensaje de Jesucristo y hacer más significativa nuestra presencia y acción en la sociedad y cultura peruanas. Para ello debemos mostrarnos como testigos desde nuestra identidad de consagrados, de modo que la autenticidad de nuestra vida, dé credibilidad a nuestro mensaje evangelizador. La convicción de nuestra vocación y la comunión dentro de las comunidades religiosas permitirá responder adecuadamente a los desafíos del mundo de hoy.

3. Para hacer eficaz nuestro compromiso misionero debemos renovar el encuentro personal con Jesucristo, para el cual debemos potenciar nuestra vida de oración, la práctica continua de la Lectio Divina que nos ayude a cultivar la santidad por la obediencia y docilidad al Espíritu Santo, por la coherencia de vida y por el compromiso con el dolor y sufrimiento de nuestros hermanos. En este camino de santidad, la Palabra de Dios fortalecida con el pan de la Eucaristía debe ocupar el primer lugar en nuestra vida, no para saberla solamente sino para asumirla con humildad y constancia.

4. Por nuestra vocación misionera estamos llamados a ser auténticos testigos de Jesucristo a través de un estilo de vida cristiana, personal y comunitaria, que pueda calificarse como un anuncio silencioso del Kerigma, cada uno en su propio estado de vida: como sacerdotes, religiosos, religiosas y laicos. Para lo cual debemos:
• Retomar conciencia de nuestro bautismo que nos confiere identidad cristiana.
• Estar abiertos a los impulsos del Espíritu Santo para renovar nuestros métodos y poder llegar mejor a los jóvenes y personas alejadas de la fe. Ser más creativos para atraerlos a Jesucristo y dar más tiempo para este objetivo.
• Insistir en la dimensión contemplativa de la misión alimentada por la oración para no caer en actitudes incoherentes con nuestro compromiso de consagrados.

5. Los Sacerdotes, religiosos y religiosas de vida consagrada estamos llamados a una nueva evangelización misionera que atienda sectores más necesitados Ad Gentes:
• Donde no hay presencia eclesial tanto en ciudades como en poblaciones distantes de la costa, sierra y selva.
• Donde las “sectas” u otras iglesias tienen propuestas atractivas y se encuentran en lugares donde no llegamos o lo hacemos esporádicamente.
• Donde surgen “nuevas culturas” en las que no está presente Dios.
• Donde se ha perdido credibilidad por incoherencia en el testimonio de vida, por falta de vigor y audacia para anunciar el evangelio, por falta de un trabajo pastoral articulado, por estar ajenos a la religiosidad del pueblo.

Todas estas situaciones: cuestionan nuestra manera de ser y testimoniar el evangelio desde nuestro estilo de vida, replantean nuestro compromiso con el pueblo, nos exige revisar nuestra espiritualidad para hacerla más encarnada en la Palabra de Dios.

Nos motiva a una nueva evangelización que acoja las necesidades y esperanzas de nuestras comunidades, ayuda a fortalecer nuestro compromiso misionero aportando nuestros carismas en espíritu de comunión con la Iglesia para hacer más digna la vida de todos, nos invita a profundizar la formación procesual y permanente del clero, la vida religiosa y los laicos y, nos insta a cultivar una espiritualidad cristiana que nos abra la mirada a la presencia de Dios en los acontecimientos, las personas y la historia.

6. Los presbíteros y consagrados estamos llamados a manifestar nuestra identidad misionera viviendo una vida de misión, desde la cercanía al pobre y al rico de forma permanente, dándole acogida, propiciando encuentros personales con Dios. La vida consagrada encuentra en la misión Ad Gentes un campo propicio de entrega abriéndonos y mirando más allá de nuestras fronteras, saliendo y apoyando a los más necesitados. Evangelizando desde el carisma propio pero en comunión con la acción misionera de la Iglesia. Compartimos la preocupación porque la formación misionera sea más integradora y prepare para un estilo de vida como testigos y anunciadores de Jesucristo en la realidad de hoy.

7. Hemos reflexionado sobre la necesidad de realizar una “misión compartida”, en modo particular en las parroquias, en la que sacerdotes y consagrados/as por nuestra particular vocación debemos ser “artífices de comunión”. Nos comprometemos a impulsar más el trabajo en equipo, a consolidar mejor el plan pastoral con apertura a la misión, a integrar mejor al laico en la misión compartida. Estamos convencidos que si nuestra misión no nos lleva a ser “artífices de comunión” hemos fallado en nuestra vocación. Debemos fomentar una Iglesia misionera partiendo desde lo personal, comunitario y eclesial.

8. Queremos hacer de la Iglesia la casa y escuela de comunión para poder responder a las profundas esperanzas del mundo y para ser fieles al designio de Dios. Somos conscientes de la necesidad de la comunión que se exprese en proyectos comunes, en la apertura a la participación, en la humildad, caridad y compromiso que implica el trabajo conjunto en el anuncio del Evangelio y en el esfuerzo integrador y comunitario para formar a nuestros seminaristas y aspirantes a la vida religiosa en el espíritu de comunión eclesial, esfuerzo que incorpore e integre la formación misionera del laico.

Callao 5 de febrero del 2012

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Extraído del informe de la Provincia  “Santa Rosa de Lima” (Perú)

ÁMBITO DE MISIONES:
El lema del encuentro fue “Testigos y anunciadores de Cristo, en comunión,  para que el mundo crea” y los temas son:

- Jesús es el enviado que a su vez envía
- Desafíos del mundo de hoy para una nueva evangelización abierta a la misión ad gentes
- Llamados a renovar el encuentro personal con Jesucristo
- Llamados a ser auténticos testigos de Jesucristo
- Llamados a una Nueva Evangelización Misionera
- Identidad misionera del presbítero y de los consagrados
- Comunión misionera: un llamado a la comunión eclesial
- Anunciadores en comunión, para que el mundo crea