31 luglio 2012

Suor Saveria AZZOLINA

Carissima, il giorno 28 luglio 2012, dalla Casa Ispettoriale “Maria Ausiliatrice” di Catania, ha raggiunto la dimora eterna la nostra cara sorella Suor Saveria AZZOLINANata a Gela (Caltanisetta) il 21 giugno 1940. Professa ad Acireale (Catania) il 6 agosto 1962. Appartenente all’Ispettoria del Madagascar “Maria sorgente di vita”.
«Solo in Te, Signore, riposa l’anima mia…». Questa espressione salmica descrive bene il percorso umano e spirituale di suor Saveria. Una vita “piena” la sua; un dono senza pretese; una disponibilità allenata al sacrificio e alla dimenticanza di sé.
Seconda di otto figli, Saveria sin da piccola sperimenta la necessità del dono: a lei viene chiesto di accudire la nonna invalida. Senza esitare, dirà il suo primo sì, espressione di una lunga serie di tanti sì detti con generosità e senza ripensamenti. Accompagna la nonna con sollecitudine e affetto: raccomandazioni fatte dalla mamma che le ha insegnato che la vita è lavoro, onestà, preghiera.
All’età di 19 anni lascia la famiglia. Il distacco è doloroso, ma più forte il desiderio di seguire Cristo e di mettere la sua vita a servizio dei giovani. Ancora una volta, Saveria, nella consapevolezza del distacco, dice il suo sì al Dio della sua vita.
A 22 anni si consacra a Gesù emettendo i primi voti. In seguito, conseguito il diploma di maestra di scuola primaria, suor Saveria comincia la sua missione presso l’Istituto “Maria Ausiliatrice” di Catania, casa che sarà per lei il punto di riferimento della sua vita. Il campo di lavoro saranno i piccoli della scuola elementare. Ma lo stile della neo maestra sarà unico e personale: camminare insieme genitori e alunni. Infatti non sarebbe riuscita a sopportare la fatica senza la compagnia della classe, senza la gioia del confronto e la ricchezza del ritrovarsi insieme: adulti e piccoli. Gratificata dall’affetto di tutti? Non le basta: Gesù la chiama in terra di missione. Ancora una volta non esita a dire il suo sì incondizionato e senza pretese.
Nel 1987 arriva in Madagascar, dopo aver trascorso un anno a Roma per prepararsi alla missione. Si dedica allo studio della lingua mentre cerca di conoscere l’ambiente. Suor Saveria, donna intelligente, caparbia e coraggiosa, volitiva e obbediente, va incontro a quel nuovo mondo con la consapevolezza che tutto sarà speso a servizio degli altri, i più bisognosi. È vicaria, direttrice, responsabile della scuola, incaricata della promozione della donna. Betafo, Manazary, Fianarantsoa, sono i vari luoghi dove svolge la sua missione.
Ma il male che non perdona le insidia la sua granitica salute. Va avanti fino al 2009 quando, dietro consiglio dai medici del luogo, decide di tornare in Sicilia per sottoporsi a intervento chirurgico. Lotta con tutta se stessa: vuole guarire per tornare fra la “sua” gente. Riesce a debellare il male e nel 2011 torna in Madagascar, viene inserita nella Comunità della Casa ispettoriale di Antananarivo. Purtroppo, dopo qualche mese, è costretta, a causa della malattia, a ritornare in Italia.
Suor Saveria amava la terra malgascia e non l’avrebbe mai lasciata! Tanto era il desiderio di restare nella sua missione, che ha dovuto, alla fine, abbandonare.
Ora quegli occhi, da qualche punto del cielo stanno guardando in basso, forse ancora preoccupati per il lavoro che non è riuscita a svolgere.
Ora che vivi sotto lo sguardo materno di Maria, chiedi a lei che non ti lasci inoperosa perché i tuoi cari familiari, l’Istituto hanno bisogno di sentirti presente in tutti gli eventi della vita.
A te chiediamo di intercedere presso il cuore di Dio perché mandi vocazioni dal cuore missionario come il tuo.
L’Ispettrice
Suor Anna Razionale a nome di suor Hernández Ciriaca

30 luglio 2012

Cina, la lunga marcia


Il più grande fenomeno migratorio mondiale degli ultimi decenni, il trasferimento dei contadini cinesi verso le città, è causa di discriminazioni. Ma alcune novità potrebbero migliorare le condizioni di vita di questa immensa forza lavoro. Anticipiamo l'inchiesta pubblicata sul numero di agosto-settembre di Popoli.

Un documentario intitolato in inglese Last Train Home (2009) racconta dell’incredibile esodo di 130 milioni di cinesi che, tra gennaio e febbraio, su treni e autobus affrontano il viaggio dalle città industriali verso i villaggi di origine della Cina interna per festeggiare con le famiglie il Capodanno lunare. Se freddo e neve paralizzano la rete ferroviaria, come accadde nel 2008, milioni di persone trascorrono giorni di attesa nelle stazioni. Il regista Lixin Fan racconta questo spostamento di massa attraverso le vicende di una madre che, partita dalla campagna quando la figlia aveva solo otto mesi, nelle brevi ferie del Capodanno trascorse a casa ritrova un’adolescente che la considera quasi un’estranea.
Concentrati su fenomeni più vicini a noi, ci si dimentica facilmente che i flussi migratori più imponenti degli ultimi decenni sono state le migrazioni interne della Cina. Al loro confronto, impallidiscono i dati della presenza cinese in Italia (210mila persone), ma anche fenomeni epici come 25 milioni di italiani emigrati nel primo secolo dall’Unità o il numero di tutte le persone che vivono nella Ue e sono nate in un Paese straniero: 47 milioni.
In Cina la scala numerica è molto diversa: secondo i dati emersi dal censimento del 2010, la popolazione, definita «fluttuante», di chi vive e lavora lontano dai propri luoghi di origine era di 230 milioni di persone, che quest’anno potrebbero salire a 250 milioni. L’ufficio statistico ha calcolato che più di un terzo dei 19 milioni di abitanti di Pechino sono immigrati dai distretti rurali. Le autorità avevano pianificato per la capitale una popolazione di 18 milioni nel 2020, segno che il controllo non è totale.
Gli enormi spostamenti di popolazione che il boom economico cinese ha provocato negli ultimi trent’anni cambiano il volto del Paese. Il censimento ha verificato il sorpasso della popolazione urbana su quella rurale; nell’epoca di Mao la prima era solo un quinto. Questo movimento ha riguardato soprattutto i contadini delle province interne diretti verso i centri manifatturieri della regione costiera. Secondo uno studio Usa, solo dal 1990 al 2005 si sarebbero spostati oltre 80 milioni di persone. Così il Guangdong - la più dinamica delle province industriali - sulla costa Sud, e lo Shandong a Est, raggiunti rispettivamente i 104 e i 96 milioni di abitanti, hanno superato l’Henan (94 milioni), provincia più interna, tradizionalmente la più popolosa dell’«Impero di mezzo».
Henan, come Sichuan, Hunan, Anhui hanno visto uscire in un quindicennio oltre 5 milioni di abitanti ciascuna, diretti verso l’«Eldorado» Guangdong, le costiere Jiangsu e Zhejiang e la metropoli di Shanghai, le zone con grandi complessi industriali orientati all’esportazione. 


29 luglio 2012

Usa: le città che si svuotano "chiamano" gli immigrati

New York - In Arizona, Alabama e buona parte del Sud degli Stati Uniti, i latinos rischiano l’arresto e la deportazione, anche se da anni hanno casa, lavoro e famiglia negli Usa. A Baltimora, Chicago, Dayton e Philadelphia, gli immigrati latinoamericani sono invece accolti a braccia aperte. Da qualche mese i comuni di quelle città del Nord e Centro degli Stati Uniti offrono ai nuovi arrivati dal Messico e dai Paesi centroamericani corsi gratuiti di inglese, aiuto per ottenere la patente, mutui a tassi agevolati, assistenza per l’apertura di piccolissime imprese. Il tutto per contrastare la tendenza allo svuotamento delle metropoli con un nuovo influsso di famiglie giovani e desiderose di costruirsi un futuro.
La crisi economica, con la chiusura di molte fabbriche e la perdita di migliaia di posti di lavoro, ha provocato un esodo forzato dei cittadini americani meno abbienti dalle grandi città industriali e al degrado dei quartieri che hanno più sentito il peso dei pignoramenti. La tendenza era già in corso, ma dal 2008 ha subito un’accelerazione. Le città temono di avvitarsi in una spirale negativa di basse entrate tributarie, meno servizi, più abbandoni. Che potrebbe finire con la bancarotta.
In mancanza di fondi federali da Washington, la ripresa economica locale può venire però dalla microimpresa e dall’iniziativa privata. Ecco allora, in controtendenza, l’idea di accogliere gli immigrati e di aiutarli a raggiungere il “sogno americano” di aprire un negozio, una lavanderia, o una società di pulizia per gli uffici. Mentre i programmi partono – per lo più sostenuti da amministrazioni democratiche – i conservatori sottolineano il pericolo di incoraggiare l’immigrazione clandestina. I sindaci in questione hanno già assicurato che solo chi è in regola godrà dei maggiori benefici. Nel frattempo, però, hanno proibito alle forze di polizia di chiedere i permessi di soggiorno alle persone che fermano per controlli. (E. Molinari – Avvenire)

28 luglio 2012

Clamor mundial por la liberación de Asia Bibi

Lahore (Pakistán): Vuelve a llamar la atención del mundo la ominosa y trágica situación de Asia Bibi, una mujer católica acusada injusta y malévolamente bajo la ley pakistaní de blasfemia, que espera desde hace tres años el resultado de una apelación que pueda salvarla de la condena de muerte. 
Ante la decisión del presidente Asif Ali Zaradri de no conceder el indulto por clemencia, diversos grupos en países de Occidente alertaron sobre su situación e iniciaron campañas mediáticas por su liberación. Sin embargo, la Iglesia en Pakistán se ve obligada a manejar la cuestión con mucha prudencia.
"Queremos que el mundo no sólo escuche su historia, sino que haga algo", afirmó Cherrie Anderson, cantante del grupo Ooberfuse, que se presentó durante la Jornada Mundial de la Juventud de Madrid y ahora compuso una canción sobre la valiente católica condenada a muerte. La canción se denomina "Free Asia Bibi" (Liberen a Asia Bibi) y el dinero que se recaude será destinado al sostenimiento de la familia de Bibi. El video musical de la pieza recrea las duras condiciones de prisión en la que Asia Bibi está detenida, según informa la agencia Gaudium Press.
"Cuando nos invitaron a unirnos a este proyecto, sabíamos muy poco de la vida y significado de Asia Bibi", declaró Hal St. John, miembro del grupo, en una entrevista con el National Catholic Register. "Comenzamos a leer los informes periodísticos sobre su juicio y su condena a muerte".
Asia Bibi fue insultada tras beber de una fuente de agua, que supuestamente habría quedado impura por ser ella de religión cristiana. Como no quiso renegar de su fe, los presentes la acusaron de blasfemia ante las autoridades, que sin necesidad de prueba alguna la detuvieron, la encerraron en la cárcel y la condenaron a muerte, según la ley musulmana Sharia. 
Otros grupos musicales compusieron también canciones pidiendo la libertad de Asia Bibi y las cantaron frente a la embajada de Pakistán en Londres, en conmemoración de los tres años de prisión de la mujer y madre de cinco hijos. 
Mientras en el Reino Unido se levantan voces en favor de la liberación, la Iglesia en Pakistán debe emplear una estrategia muy distinta. "Entendemos la preocupación que subyace tras las campañas internacionales. Pero la vida de esta mujer es muy importante para nosotros, y no haremos nada que ponga en peligro su vida", afirmó el padre Emmanuel Yousaf Mani, director de la Comisión Nacional de Justicia y la Paz de la Conferencia de Obispos de Pakistán. "Debemos esperar en silencio que la Corte escuche su apelación". 
La estrategia de la Iglesia se basa en cruentos antecedentes. Quienes presionaron un indulto en favor de Bibi terminaron asesinados por extremistas islamistas, y una absolución en medio de un clima de opinión agitado no necesariamente salvaría la vida de Asia Bibi y su familia. 
El primero en perder la vida, en enero de 2011, fue el gobernador Salman Taseer, musulmán, quien intentó defenderla y fue asesinado por un miembro de su propia escolta, quien proclamó con orgullo que había cometido el crimen porque el político había calificado la ley anti blasfemia como "una ley negra". 
Menos de un mes después, un atentado realizado por sicarios puso fin a la vida de Shabaz Bhatti, Ministro para los Asuntos de las Minorías, y único católico en el gobierno de Pakistán, quien hizo un pedido formal de clemencia. Bhatti es considerado mártir por la Iglesia en Pakistán. 
Anne-Isabelle Tollet, periodista y autora del libro "Sáquenme de Aquí", que narra el drama personal de Asia Bibi, denunció que todos los miembros de su familia "están bajo la amenaza de muerte y viven escondidos, mudándose frecuentemente e incapaces de salir a trabajar. Los niños extrañan mucho a su madre y dejaron de ir a la escuela por seguridad. El menor sólo tiene nueve años".
Asia Bibi es mantenida aislada y bajo vigilancia constante para evitar que otros reclusos o carceleros atenten contra su vida. Un líder religioso islámico de Peshawar ofreció una recompensa de cinco mil euros para quien cometa su asesinato y la presión social en contra de la mujer convertiría al criminal en una especie de héroe. 
La situación ya había sido relatada en un escrito de la propia víctima: "Después de las informaciones aparecidas en los periódicos, diez millones de pakistaníes están listos para matarme con sus propias manos".

AMERICA/ARGENTINA - "Argentina Missionaria, condivide la tua fede", preparazione del IV Congresso Missionario Nazionale a Catamarca

Catamarca – Le Pontificie Opere Missionarie in Argentina hanno avviato la preparazione del IV Congresso Missionario Nazionale che si svolgerà nella diocesi di Catamarca nel 2013.
Per questo motivo sono arrivati 2 giorni fa a Catamarca Mons. Vicente Bokalic, Presidente della Commissione Episcopale per le Missioni, e María Victoria Alvarez, rappresentante della Commissione Nazionale per le Missioni, che si sono incontrati con il Vescovo di Catamarca, Mons. Luis Urbanc, con il Vicario Episcopale per la Pastorale, padre José Antonio Díaz, l'assessore della Pastorale Missionaria nella diocesi, padre Carlos Robledo, e altri membri della Pastorale Missionaria di Catamarca.
Con lo slogan "Argentina Missionaria, condivide la tua fede" si prepara l'invito per vivere in modo speciale l'Anno della Fede e nel contesto della Missione Permanente. Benché manca ancora un anno all'evento, la data dell'apertura è fissata per il 17 agosto 2013, il periodo di preparazione è volto a creare la consapevolezza alla partecipazione del IV Congresso Americano Missionario e IX Congresso Missionario Latinoamericano (CAM 4 - Comla 9), a svolgersi a novembre 2013 a Maracaibo, Venezuela.

Siria: appello per una soluzione politica dalle opposizioni riunite a Sant'Egidio

“Con la nostra volontà decidiamo il nostro destino. Con le nostre mani costruiamo
il nostro futuro”

L'appello

1.    La Siria sta vivendo la crisi più drammatica della sua storia. La scelta della soluzione militare, che non tiene conto delle richieste della rivolta di libertà e di dignità del popolo siriano, ha portato alla diffusione della violenza, alla perdita di troppe vite umane e a distruzioni generalizzate.

2.    Riuniti a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio, noi appartenenti a diversi gruppi dell’opposizione democratica siriana, attiva sia all’interno che all'esterno del Paese, rivolgiamo questo Appello al popolo siriano, a tutte le parti coinvolte e alla Comunità internazionale.

3.    Siamo diversi per opinioni ed esperienze. Abbiamo lottato e lottiamo per la libertà, la dignità, la democrazia, i diritti umani e per costruire una Siria democratica, civile, sicura per tutti, senza paura e senza oppressione. Amiamo la Siria. Sappiamo che la Siria, luogo di convivenza di religioni e popoli diversi, corre oggi un rischio mortale che incrina l’unità del popolo, i suoi diritti e la sovranità dello Stato. 

4.    Non siamo neutrali. Siamo parte del popolo siriano che soffre per l’oppressione della dittatura e la sua corruzione. Siamo fermamente contrari a qualsiasi discriminazione su base confessionale o etnica, da qualunque parte venga. Siamo per una Siria di uguali nella cittadinanza. Vogliamo che la Siria in futuro sia patria per tutti, capace di  rispettare la vita e la dignità umana, nella giustizia.

5.    La soluzione militare tiene in ostaggio il popolo siriano e non offre una soluzione politica in grado di accogliere le sue aspirazioni profonde. La violenza porta a credere che non c’è alternativa alle armi. Ma le vittime, i martiri, i feriti, i detenuti, gli scomparsi, la massa di rifugiati interni e i profughi all'estero, ci chiedono di assumere la responsabilità di fermare questa spirale di violenza. Ci impegniamo a sostenere tutte le forme di lotta politica pacifica e di resistenza civile, e di favorire una nuova fase di incontri e conferenze all’interno del Paese.

6.    Non è troppo tardi per salvare il nostro Paese!  Pur riconoscendo  il diritto dei cittadini alla legittima difesa, ribadiamo che le armi non sono la soluzione.  Occorre rifiutare la violenza e lo scivolamento verso la guerra civile perché mettono  a rischio lo Stato, l'identità e la sovranità nazionale.

7.    Occorre, oggi più che mai, un’uscita politica dalla drammatica situazione in cui ci troviamo. È il modo migliore per difendere gli ideali e realizzare gli obiettivi di chi mette a rischio la propria vita per la libertà e la dignità. Invitiamo i nostri concittadini dell’Esercito Siriano Libero, e tutti quelli che portano le armi, a partecipare a un processo politico per giungere a una Siria pacifica, sicura e democratica.

8.    Non possiamo accettare che la Siria si trasformi in un teatro di scontri regionali e internazionali. Crediamo che la Comunità internazionale abbia la forza e le capacità necessarie per trovare un consenso che sia base di un'uscita politica dall'attuale drammatica crisi, basata sull'imposizione del cessate il fuoco, il ritiro degli apparati militari, la liberazione dei detenuti e dei rapiti, il ritorno dei profughi, gli aiuti di emergenza alle vittime, un vero negoziato globale senza esclusioni, che sarà completato da una vera riconciliazione nazionale basata sulla giustizia. 

9.    Chiediamo che l'ONU sia l'unico soggetto internazionale ritenuto responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari per sostenere i siriani in difficoltà sia in patria che all’estero.

10.     Ci rivolgiamo con questo Appello a tutti i Siriani e in particolar modo ai giovani: il nostro futuro lo costruiremo con le nostre mani. Insieme possiamo costruire una Siria democratica, civile, pacificata, pluralista. Ci rivolgiamo a tutte e a tutti coloro che lottano per il cambiamento democratico in Siria, a qualunque parte essi appartengano: per porre in essere un dialogo e un coordinamento tra di noi  che avvii rapidamente la Siria ad una fase transitoria verso la democrazia, sulla base del patto nazionale comune.

11.    Ringraziamo la Comunità di Sant’Egidio per il lavoro e il sostegno nella ricerca di una soluzione per la crisi nazionale siriana, e le chiediamo di  continuare ad accompagnare gli sforzi e il lavoro che ci aspettano.

Roma, Sant’Egidio, 26 luglio 2012

27 luglio 2012

Reunión de organizadores del IV Congreso Misionero Nacional

San Fernando del Valle de Catamarca (AICA): El presidente de la Comisión Episcopal de Misiones, monseñor Vicente Bokalic CM, obispo auxiliar de Buenos Aires, confirmó que los días 17, 18 y 19 de agosto de 2013 se realizará el IV Congreso Misionero Nacional (Co. Mi. Na. IV), en la diócesis de Catamarca. 
La decisión fue adoptada en el marco de la 103ª Asamblea Plenaria de la Conferencia Episcopal Argentina, que se desarrolló del 23 al 28 de abril en la casa de ejercicios El Cenáculo-La Montonera, de Pilar. 
En tanto, una reunión extraordinaria del Consejo Nacional de Misiones (CONAMIS) aprobó como sede la diócesis de Catamarca, tras evaluar varias propuestas en este sentido. 
“Es una buena noticia para todos – subrayó -, principalmente para la Iglesia diocesana de Catamarca, presidida por su obispo, monseñor Luis Urbanc, a quienes agradecemos desde ya su disposición, y que si bien tendrá que trabajar para recibir a los congresistas misioneros del país, sin embargo, crecerá en animación y cooperación misionera”. 
Monseñor Bokalic recordó que “este Congreso Misionero es la instancia previa, como en cada país de América, a la realización del CAM 4 - COMLA 9 (IV Congreso Americano Misionero - IX Congreso Misionero Latinoamericano), por realizarse en noviembre de 2013 en Maracaibo, Venezuela”.
Por este motivo, el miércoles 25 de julio arribaron a San Fernando del Valle de Catamarca, monseñor Vicente Bokalic, presidente de la Comisión Episcopal de Misiones, y María Victoria Álvarez, representante de la Comisión Nacional de Misiones, quienes mantuvieron una reunión con el obispo de Catamarca, monseñor Luis Urbanc, el vicario episcopal de Pastoral, presbítero José Antonio Díaz, el asesor de la Pastoral Misionera en la diócesis, presbítero Carlos Robledo, y miembros de la Pastoral Misionera de Catamarca. 
En este primer contacto entre los referentes locales y nacionales, se entabló una comunicación para comenzar a delinear los distintos aspectos de la organización de la convocatoria, tales como el armado de las comisiones, la determinación de los espacios donde se desarrollará el Congreso Misionero y los lugares donde se albergará a los participantes, entre otros aspectos, para la puesta en marcha de este acontecimiento que congregará a misioneros de todo el país.

Informes: correo electrónico comunicacion@ompargentina.org.ar y página web

25 luglio 2012

George Sabra: "La Siria è una" - Milano 18 luglio 2012

Se inauguró el Observatorio de la Nueva Evangelización para América Latina

Se inauguró hoy, en la sede del CELAM, el “Observatorio de la Nueva Evangelización para América Latina”, con la participación desde Roma de monseñor Rino Fisichella, presidente del Consejo Pontificio para la Nueva Evangelización, quien dirigió un especial saludo a los obispos y responsables de Comunicación de América Latina presentes de modo virtual a través de la plataforma “episcopo.net”. En el coloquio virtual monseñor Fisichella valoró de un modo especial el proceso de la Misión Continental en nuestro continente, a partir de la V Conferencia de Aparecida, como un momento privilegiado de nueva evangelización. 
El acto se desarrolló en el marco de una reunión de los directores de departamentos del Consejo Episcopal Latinoamericano y Caribeño (CELAM). En ella participan los obispos chilenos monseñor Santiago Silva, obispo auxiliar de Valparaíso y secretario general del CELAM; monseñor Ignacio Ducasse, obispo de Valdivia y secretario general de la Conferencia Episcopal de Chile; y monseñor Fernando Chomali, arzobispo de Concepción. 
Fue en la sede del CELAM donde el secretario del Consejo Pontificio, monseñor Octavio Ruiz Arenas, explicó los detalles de esta iniciativa y presentó el sitio web www.observatorionuevaevangelizacion.org, realizado por el equipo Iglesia.cl que lidera Carlos Correa, webmanager del portal de la CECh, cuyo servicio fue valorado y agradecido por las autoridades del Consejo. 

El Observatorio 

Este Observatorio, informa el Celam, es un instrumento de observación permanente de las realidades operantes en el ámbito de la nueva evangelización y de los diversos entornos culturales en los que se debe desarrollar, creado por el Pontificio Consejo para la Promoción de la Nueva Evangelización, para responder al objetivo que le señaló el Santo Padre en el motu proprio Ubicumque et Semper, con el cual dio vida a este Dicasterio de la Curia Romana. 
Este Observatorio constituye la puesta en marcha de una plataforma de información, de investigación y de estudio de las diversas experiencias y procesos de nueva evangelización ya existentes a lo largo de América Latina y del Caribe, como también de las comunidades hispanas que se encuentran, de manera especial en Estados Unidos y Canadá, con el fin de acompañarlas en su marcha y de hacerlas conocer para un intercambio recíproco de experiencias. 
Asimismo, el Observatorio busca ayudar a profundizar en el conocimiento de los grandes desafíos que se presentan a la Iglesia para el cumplimiento de su misión evangelizadora, como también a indagar las causas que llevan a muchos fieles a abandonar la Iglesia y a saciar su sed de Dios en otras experiencias religiosas. 
Unidos a este Observatorio se encuentran en esta plataforma unos Observatorios Regionales dirigidos por diversas Pontificias Universidades Católicas, con el fin de colaborar no sólo en el seguimiento de las distintas experiencias pastorales encaminadas a la nueva evangelización, sino también a impulsar estudios de investigación y a organizar centros de formación para los “nuevos evangelizadores”.
Mayor información en: www.observatorionuevaevangelizacion.org

ASIA/PAKISTAN - Leader musulmano pakistano a lezione di cristianesimo nelle Università Pontificie

Lahore - Sohail Raza, 42 anni, musulmano di Lahore, è Direttore del dipartimento per le Relazioni interreligiose nel "Minhaj ul Quran" ("La via del Corano"), movimento islamico internazionale, diffuso in oltre 80 paesi del mondo, che promuove un approccio dell'islam "sufi". Raza ha appena trascorso sei mesi in Italia e in Vaticano, grazie a una borsa di studio della "Fondazione Nostra Aetate", istituita dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Raza ha seguito corsi e studiato il cristianesimo in tre atenei pontifici: la Pontificia Università Gregoriana; il Pontificio Istituto di studi Arabi e di Islamistica (PISAI); la Pontificia Università San Tommaso D'Aquino (Angelicum). Tale esperienza lo ha "toccato e profondamente arricchito", permettendogli di avere un "approccio corretto sulla religione cristiana e di apprezzarla", racconta all'Agenzia Fides il Domenicano p. James Channan, OP, Direttore del "Peace Center" di Lahore. P. Channahan, molto impegnato sul versante del dialogo interreligioso, ha indicato alla Fondazione pontificia il nome di Sohail Raza per una esperienza di "immersione nel Cristianesimo" che, spiega, "serve a demolire i pregiudizi spesso presenti nell'islam; a costruire ponti di dialogo nella conoscenza reciproca; a promuovere nel mondo islamico una mentalità aperta a relazioni armoniose, basate sulla giusta percezione della fede cristiana".
Il Domenicano continua: "Quella di inviare esponenti di gruppi musulmani e studenti a studiare la fede cristiana nelle Università Pontificie è una esperienza che sosteniamo con convinzione: crediamo che potrà avere un impatto molto positivo in Pakistan. Sono iniziative necessarie per favorire il dialogo fra due mondi, quello cristiano e quello musulmano, nonché a comprendere meglio la situazione dei credenti che si ritrovano ad essere minoranze" rimarca il sacerdote, riferendo che si proseguirà su questa strada.
La "Fondazione Nostra Aetate" è ispirata all'omonimo decreto del Concilio Vaticano II e promuove il dialogo interreligioso attraverso iniziative culturali e accademiche. Ne è Presidente l'Arcivescovo Mons. Luigi Celata e Segretario Mons. Chidi Denis Isizoh. La Fondazione ha appena provveduto a donare al "Peace Center" di Lahore oltre 300 testi di teologia, filosofia, Bibbia, liturgia, dialogo interreligioso. Iniziativa, questa, molto apprezzata da studenti e studiosi cristiani e musulmani che frequentano la biblioteca del Centro.

24 luglio 2012

PASTORALE AFRO PER L’INCLUSIONE E LA GIUSTIZIA SOCIALE

Si sono impegnati a “continuare a difendere gli autentici valori culturali del popolo afroamericano e caraibico, specialmente degli oppressi, degli indifesi e degli emarginati” rinnovando la volontà di “appoggiare il dialogo tra la cultura nera e la fede cristiana e le sue lotte per la giustizia sociale”: è quanto affermano nel comunicato finale i 250 partecipanti al XII Incontro della Pastorale afroamericana (Epa) che ha riunito a Guayaquil, in Ecuador, laici, sacerdoti, religiosi, diaconi, giovani e vescovi di 12 paesi.
“Denunciamo le minacce all’esistenza fisica, culturale e spirituale, all’identità, alla diversità, nei territori e nei progetti di vita, che soffre il nostro popolo afro in tutto il continente a causa della globalizzazione economica e culturale che mette in pericolo la nostra stessa esistenza in quando popolo differente” si legge nella nota pervenuta alla MISNA. “…Invitiamo i governi nazionali, l’Organizzazione degli Stati americani e le Nazioni Unite – prosegue – a globalizzare la solidarietà, prendendo le misure necessarie a promuovere l’inclusione, la partecipazione e la giustizia sociale di tutti i popoli, in condizioni di uguaglianza”.
Citando “la missione permanente proposta dal Celam (Consiglio dell’episcopato latinoamericano) al Santuario afro di Aparecida”, i partecipanti all’incontro hanno ribadito la volontà di portarla avanti “con fede, speranza e allegria”, con “la forza della gioventù, la resistenza delle donne, la tenerezza dei bambini, il calore degli uomini e la ricchezza dei nostri anziani”.

Sud Africa: notizie della neo-missionaria...

Sr. Maria Hong Hanh, una FMA vietnamita, neo-missionaria appena partita per il Sud Africa, ci scrive da Cape Town, dove si trova per imparare l’inglese e così inserirsi nella nuova realtà dove Dio l’ha chiamata con il dono della vocazione missionaria.

«Sono felice perché il 13 luglio è arrivata la reliquia di Don Bosco a visitare la parrocchia dove siamo e anche la scuola materna. Sento proprio che Don Bosco benedice me e la mia nuova vita.
In comunità siamo tre sorelle e ogni lunedì abbiamo l’Eucaristia a casa nostra. Sr. Maura, la direttrice, ha 74 anni ma è una donna forte! Mi insegna tante cose, a leggere i salmi; il primo giorno mi ha accompagnato alla scuola e mi ha insegnato la strada per arrivarci. Sento che la comunità è veramente la mia casa. Le sorelle mi vogliono bene!
Ho fatto l’esame di inglese e adesso ho già cominciato a studiare. Sono sei livelli: e dopo l’esame sono stata approvata per il terzo livello. Frequento la scuola da lunedì a venerdì. Alle ore 6:15 sr. Antonia mi porta in macchina alla stazione del treno, viaggio in treno circa 30 minuti e poi, percorro un pezzo di strada, circa 10 minuti. La scuola comincia alle 9 e finisce alle 13. Dopo la scuola, vado a piedi alla cattedrale di Cape Town, circa 15 minuti per partecipare alla Santa Messa. Quindi pranzo al sacco! E poi, studiare, studiare, studiare. Ritorno alla comunità verso le 6:00 di sera. Non posso tornare a casa prima perché al pomeriggio ci sono pochissime persone che prendono il treno ed è un po’ pericoloso, perché – purtroppo - ci sono molti borseggiatori da quella parte.
Sono felice e ogni giorno ringrazio Dio per le grazie che mi fa, mi dona e mi donerà… attraverso l’Istituto e le mie sorelle. Prego sempre per la mia patria…
Mentre vado da una parte all’altra sperimento la protezione divina: "Il mio aiuto viene dal Signore... Il Signore è il mio custode, mi protegge da ogni male, protegge la mia vita ... da ora e per sempre. Il Signore è sempre con me".
La Madonna ci benedica sempre.
In Gesù e con affetto,
Sr. Maria Hong Hanh fma – Sud Africa»






Vivir con esperanza la Misión de la Iglesia

Aparecida, brújula de la Misión en América Latina

Fueron más de 20 horas de formación las que recibieron los Vicarios de Pastoral de México sobre el documento de Aparecida, que tiene el objetivo general de “suscitar un despertar misionero, en forma de una Misión Continental, para poner a la Iglesia en estado permanente de misión”.
En el estudio, análisis y reflexión del llamado a la acción misionera de la Iglesia, los Vicarios analizaron las siguientes interrogantes: ¿Cuál es el propósito de Aparecida?, ¿Cuál es el propósito del Vicario Episcopal de Pastoral?, ¿Qué es lo que corresponde hacer al Vicario de Pastoral en esta tarea?

La Gran Misión Continental tiene los objetivos específicos de:
. Promover una profunda conversión personal y pastoral. Por lo que sugiere recomenzar desde Cristo, una vida nueva en el Espíritu
. Fomentar una formación kerigmática integral permanente. Para suscitar en cada diócesis una espiritualidad en la acción misionera.
. Lograr que las comunidades, organizaciones y movimientos, se pongan en estado de misión permanente. Para ir a los alejados e indiferentes y a los no creyentes.
. Comunicar que la vida plena en Cristo es un don y un servicio que se ofrece a todos para que puedan crecer y superar sus conflictos con un profundo sentido de humanidad.

El padre Leónidas Losada, Secretario Ejecutivo del CELAM, afirmó que una característica esencial de Aparecida, es que el documento presenta sus postulados para ser aplicados tanto en la vida particular de los agentes, como en la vida comunitaria sea en diócesis o parroquia, por lo que más una receta de lo que otros tienen que hacer, es la guía de lo que cada discípulo misionero debe de conocer y experimentar para convencerse de la importancia y necesidad de la misión, principalmente los obispos y sacerdotes, para ser ellos, los que van al frente como los primeros discípulos misioneros de Jesucristo.
“Aparecida es más un manual de espiritualidad con resonancias pastorales”, indicó el padre Leónidas, porque la Gran Misión Continental requiere del entusiasmo y viveza de una espiritualidad misionera, inspirada en la espiritualidad de comunión y participación, a imagen de las primeras comunidades cristianas.
En la acción misionera, de acuerdo con Aparecida, la Conferencia Episcopal tiene una responsabilidad muy importante, ya que es la encargada, en cada país, de animar el proceso misionero de las diócesis, presentando las noticias y compartiendo los recursos para el quehacer misionero. Por medio de una constante comunicación donde se dé testimonio de la experiencia de los discípulos misioneros y de la manera en que viven su vocación, comunión y formación del compromiso.
Entre los elementos a destacar en este quehacer, están los planes diocesanos de pastoral, los cuales deben profundizar en la misión de María, la Madre de Dios y Madre nuestra, discípula en la oración y acción en la misión de Cristo, para que con su ejemplo, la diócesis realice una pastoral decididamente misionera.
La Gran Misión Continental tiene como punto de partida el Plan Diocesano de Pastoral, porque es ahí donde se organiza la convocación de todos los agentes, se planifica la formación, se constituyen las estructuras y se delegan las tareas, para ejecutar de manera programada y sistematizada las acciones en sus distintas etapas y fases, a partir de objetivos concretos y realizables, y de acuerdo con el ritmo de cada entidad, ya sea la diócesis o la parroquia.
La acción misionera de la Iglesia es un proceso que tiene que vivirse partiendo de la experiencia del encuentro personal y comunitario con Jesucristo, para ir a anunciar con ejemplar alegría la Buena Nueva a todos, llevando la propuesta de la vida plena en el Espíritu y de la vida en la comunión eclesial. Todo este trabajo requiere de mucha paz, mucha fe y esperanza en un nuevo pentecostés.

Intervista al professor Giovanni Filoramo, docente di storia del cristianesimo e delle religioni, sul contesto europeo in forte mutazione

LUCA ROLANDI
TORINO

Individualisti o comunitari, fondamentalisti o tolleranti, nel mondo sono in crisi le religioni oppure lo sono solo le istituzioni a esse legate. Uno dei fenomeni più evidenti conseguenti a questa nuova situazione è il pluralismo religioso: una mappa delle fedi diverse che si trovano a vivere in uno stesso territorio, e a condividere uno spazio comune. La religione diventa così uno degli elementi fondamentali d’identità, intorno a cui si consolidano i legami di comunità e solidarietà. Si creano le condizioni per il confronto ma anche di possibile scontro. Giovanni Filoramo, docente di Storia del cristianesimo, autore con Flavio Pajer, professore di Pedagogia e Didattica delle Religioni nella Facoltà di Scienze dell’educazione dell’UPS di Roma, del saggio “Di che Dio sei? Tante religioni un solo mondo”, svela lo scenario presente e futuro.

Professor Filoramo il pluralismo religioso ha assunto dimensioni e implicazioni inedite, la società europea è preparata?
Viviamo in una società multietnica e multiculturale: flussi migratori e globalizzazione hanno portato a straordinari mutamenti della geografia sociale e alla convivenza di gruppi di persone appartenenti a culture e tradizioni molto diverse, prima “divise” generalmente in diversi spazi geografici. In questa situazione la formazione scolastica è al centro della conoscenza e coscienza del cambiamento in una realtà plurale che comprende tutti: credenti, atei, agnostici e indifferenti al fenomeno religioso. E’ necessario quindi partire dalla difesa di una scuola laica in grado di costruire una cittadinanza europea che sia consapevole della complessità del problema religioso per tutti. Nelle situazioni locali si trova il globale. Se pensiamo ad una città come Torino e studiamo le comunità religiose che vivono nella città, si nota la presenza nel suo tessuto sociale comunità con tradizioni culturali e religiose.

L’uomo contemporaneo vive la dimensione religiosa in modo personalistico?
La complessità presenta differenti tipologie. Da una parte siamo immersi in un individualismo religioso che è il “motore immobile” dei cambiamenti che sono avvenuti in Europa. Il singolo vuole scegliere la propria religione, perché a differenza del passato non nasce con la fede, la quale è costruita nella dimensione della socialità partendo dal proprio individualismo. Quello che lo studioso Berger definisce “l’imperativo eretico” ovvero si è costretti a scegliere. Dall’altra parte c’è il ritorno delle comunità, il comunitarismo che è legato all’ immigrazione. La religione come fenomeno identitario diventa centrale portandosi dietro aspetti positivi e negativi. In questa realtà spicca il caso dell’Islam, interessante soprattutto se analizziamo, come già accade in Francia, come le terze generazioni nonostante la forza della comunità siano sempre più secolarizzate. L’Islam è ancora capace di tenere insieme i suoi fedeli oppure, già nelle sue ramificazioni e differenze, è destinato ad evolvere come gli altri monoteismi?

Il pluralismo religioso si base più sul confronto, sull’indifferenza o lo scontro?
Conta molto il quadro politico. I poli sono stati per molto tempo la scelta “comunitarista” della Gran Bretagna e quella della laicità francese. In mezzo in molti altri paesi, ci sono situazioni miste, con concordati, intese e accordi che sono oggi non rispondono più come un tempo alla nuova realtà di pluralismo religioso. La soluzione inglese non ha funzionato perché troppo separatistica ancorata ad un modello ancorato al vecchio colonialismo, non regge più alle dinamiche di movimento globale presenti nella società. Il caso francese è unico e dunque non esportabile. Restano situazioni intermedie ed in evoluzione. In questo ambito va considerato come per lo Stato il fatto centrale sia il riconoscimento giuridico. La situazione europea è molto differenziata perché è un prodotto della storia nazionale dei vari paesi.

La prospettiva di cittadinanza europea dovrà fare i conti con una nuova convivenza interreligiosa?
Nell’Europa degli ultimi decenni, che ha attraversato processi di diaspora, di disincanto e di scristianizzazione, la religione conserva un ruolo sociale in continua evoluzione. Le religioni hanno la possibilità di segnare confini individuali e collettivi, di creare e delimitare precise aree di appartenenza e di riconoscimento. Nell’intreccio di identità, valori condivisi e comunità permanenti o temporanee, avvertire “l’insostenibile leggerezza dell’inedito pluralismo religioso”, secondo una felice affermazione di Enzo Pace, non è più un’eccezione. La contraddizione di fondo è che nella sua linea teorica l’Unione Europea con il documento di Toledo fondato sulla laicità mira a promuovere una conoscenza critica dei fatti religiosi, nel rispetto delle fedi. Naturalmente le Chiese hanno posizioni diverse rispetto a questo indirizzo. Conosciamo la posizione della chiesa cattolica che in Italia, Spagna e Polonia, oppure le direttive delle chiese evangeliche, in Germania senza dimenticare l’incognita delle Chiese ortodosse che difendono fortemente l’insegnamento confessionale. La pista indicata dall’Unione Europea di affiancare o promuovere un insegnamento delle grandi tradizioni religiose nelle scuole credo sia l’unica via per fare crescere una consapevolezza del fatto religioso in tutta la popolazione, per uscire da questa frammentazione ed evitare guerre di religione ideologiche e fare crescere un’opinione pubblica europea caratterizzata da una profonda ignoranza sul tema religioso.

La sua opinione sulla posizione della chiesa cattolica.
Faccio l’esempio dell’Italia. Da un lato nella situazione attuale per la chiesa cattolica l’insegnamento della religione nella scuola è materia non negoziabile. Dall’altro c’è il paradosso di alcuni esponenti della gerarchia che auspicano, in caso di una richiesta formale delle comunità, che lo Stato riconosca l’insegnamento, per esempio della religione islamica, nella scuola pubblica.
Non ho sentito altre voci che auspicano, accanto all’insegnamento cattolico “confessionale”, un insegnamento curriculare di storia delle religioni o di cultura religiosa, sfruttando magari l’ora alternativa. Nelle situazioni concrete quello che vige è la concorrenza, mentre oggi siamo in presenza di un regime di monopolio. Tra l’altro trovo paradossale che nelle statistiche sulla dimensione del cattolicesimo nel nostro paese sia così rilevante il dato sulla scelta dell’ora di religione.

23 luglio 2012

Inauguran el Observatorio de la Nueva Evangelización para América Latina

Bogotá (Colombia): El Secretario del Pontificio Consejo para la Promoción de la Nueva Evangelización, monseñor Octavio Ruiz Arenas, anunció que mañana, martes 24 de julio, a las 11, hora de Colombia, en la sesión inaugural de la reunión de los obispos directores de los Departamentos del CELAM se llevará a cabo la inauguración del “Observatorio de la nueva evangelización para América Latina”, con la participación desde Roma de monseñor Rino Fisichella, presidente de dicho Dicasterio. Durante el acto de lanzamiento del Observatorio se realizará un encuentro a través de la plataforma “episcopo.net” con todos los directores de los departamentos de Comunicación de las conferencias episcopales latinoamericanas.
Monseñor Ruiz Arenas explicó que “con el fin de cumplir los objetivos que señaló el Santo Padre al crear el Pontificio Consejo para la Promoción de la Nueva Evangelización, se consideró oportuno crear un Observatorio de la nueva evangelización para América Latina para observar permanentemente las realidades operantes en este ámbito y los diversos entornos culturales en los que se debe desarrollar”.
“Se trata, añadió, de poner en marcha una plataforma de información, de investigación y de estudio de las diversas experiencias y procesos de nueva evangelización ya existentes a lo largo de América Latina y del Caribe para acompañarlas en su marcha y hacerlas conocer y estimular un intercambio recíproco de experiencias”.
El Observatorio busca ayudar, explicó monseñor Ruiz Arenas, a profundizar en el conocimiento de los grandes desafíos que se presentan a la Iglesia para el cumplimiento de su misión evangelizadora, como también a indagar las causas que llevan a muchos fieles a abandonar la Iglesia y a saciar su sed de Dios en otras experiencias religiosas.

"A imigração será necessária para a Europa", afirma Cecilia Malmström

Entrevista de Jean-Pierre Stroobants, do Le Monde.

O debate sobre Schengen foi desencadeado pelos acontecimentos da “primavera árabe”. A esse respeito, a senhora acredita que a Europa perdeu uma “oportunidade histórica”. Por quê?
Foi um grande acontecimento o fato de que, em nossa vizinhança imediata, o povo tenha derrubado pacificamente ditadores e pedido por liberdades e direitos humanos. E nós, o que dissemos às pessoas que se inspiravam em nossos valores? Que estávamos em crise e que tínhamos medo de “ondas bíblicas” de imigrantes... Note que somente 4% daqueles que fugiram da Líbia se dirigiram para a Europa! Nossa atitude levou a uma deterioração de nossas relações com esses países e criou uma desconfiança que só agora começa a ser superada.

A senhora declarou recentemente que a imigração não era, para a Europa, “uma ameaça, mas sim uma oportunidade” e até mesmo “um fator de crescimento”. Um discurso que surpreende...
Certamente, mas eu o mantenho. A imigração será necessária, considerando sobretudo a evolução da demografia na maior parte de nossos países. Estima-se que, em 2030, sem uma nova imigração, a população europeia em idade de trabalhar terá diminuído 12%. Presidentes de empresas têm me contado sobre suas dificuldades em recrutar gente qualificada, mesmo no auge do desemprego.
Faltam engenheiros na Alemanha; até 2020, o setor europeu da saúde deverá ter um déficit de 2 milhões de pessoas. Só que um relatório da OCDE acaba de mostrar que muitas das pessoas que podem emigrar são atraídas menos pela Europa e mais pelo Brasil, pelo Canadá ou pela Austrália, ou até Angola e Moçambique. Com o tempo, isso poderá nos causar grandes dificuldades. A mesma OCDE mostra que a pressão migratória sobre a Europa tem diminuído. Mas, é claro, esse pode ser um efeito temporário da crise pela qual estamos passando.

Então, é necessário educar o público sobre essa “nova imigração”, mas evidentemente, é uma proposta difícil de manter...
Sim, mas a realidade está aí. O papel da Comissão de Bruxelas também é incentivar os políticos a considerá-la. Olhar os problemas a longo prazo e se colocar acima das contingências nacionais. Além disso, os meios acadêmicos consideram isso que eu digo um perfeito lugar-comum...

A ascensão das forças populistas e xenófobas, inclusive no Norte da Europa de onde a senhora vem, impede que entendam sua mensagem. Como lidar com isso?
É verdade que Geert Wilders, por exemplo, agora me transformou em inimiga número um da Holanda... Eu defendo fundamentalmente uma verdadeira divisão do peso entre europeus em matéria de imigração e de asilo. Digo que a integração é, na maioria das cidades, um fracasso, e que a guetificação é uma realidade de responsabilidade dos políticos, pois eles não souberam agir com o devido vigor. Também peço por uma melhor utilização da mão de obra existente. Então, não se trata de escancarar as portas, mas de se pensar sobre a maneira de facilitar uma nova imigração legal - o que também é uma maneira de combater a imigração ilegal.

Do outro lado do espectro político, suspeitam que a senhora está organizando uma fuga de cérebros, o “brain drain”, e privando certos países de seus melhores elementos...
É uma questão primordial. Porém, note que na Tunísia há muitos enfermeiros desempregados: assim, por que negar que eles venham, por um período limitado, para a França ou outros lugares? A Índia e a China têm um excedente de engenheiros que, depois de receber um treinamento complementar na Europa, poderiam ser muito úteis aos seus países. Não é o “brain drain” que se deve organizar, mas sim o “brain gain” [ganho de cérebros].

Como convencer tanto os dirigentes quanto o cidadão comum de que, muitas vezes, veem erroneamente a imigração como uma ameaça?
Tenho a impressão de que o cidadão é muitas vezes mais aberto que certos políticos, algo que os estudos confirmam. Ele pede por mais informações e tem a impressão de que certas correntes manipulam a realidade. Os mesmos estudos confirmam que a imigração é muitas vezes um tema mais importante para os meios políticos que para os eleitores. Em meus encontros com ministros, às vezes eles me contam que concordam comigo mas não podem dizê-lo em voz alta... As imagens de navios de clandestinos chegando a Lampedusa aparentemente são mais fortes que dados objetivos.

A senhora tinha muita esperança em uma mudança no governo da França. Só que, durante seu primeiro Conselho Europeu, em Luxemburgo, em junho, Manuel Valls aprovou a maior parte das posições defendidas por Claude Guéant sobre a necessidade de se restabelecerem os controles nas fronteiras. Isso a decepcionou?
A questão central é determinar precisamente as situações “extraordinárias” que possam motivar uma volta dos controles. Todos sabem que não concordo com o último acordo feito até o momento, e que ainda peço por uma supervisão das situações de cada nação pela Comissão - em colaboração com os países-membros, claro – para que essa consideração seja realmente independente e transparente. A decisão do Conselho não foi formalizada, o Parlamento não votou. Logo, resta uma possibilidade de reiniciar o debate em setembro.

Como a senhora vê a posição de Valls?
Sua situação era muito difícil, com um Conselho Europeu alguns dias depois de assumir o Ministério do Interior. Estou contente por reencontrá-lo.

A senhora espera fazê-lo mudar de ideia?
Veremos.

Com quais argumentos?
Veremos.

20 luglio 2012

Suor Rosa SANDRONE

Carissime sorelle, all’alba del 17 luglio 2012, nella casa di Puerto Ayacucho (Venezuela), il Signore ha chiamato a vivere eternamente con Lui la nostra cara Suor Rosa  SANDRONENata a Torino il 3 maggio 1924. Professa a Pessione (Torino) il 5 agosto 1947. Appartenente all’Ispettoria Venezuelana “S. Giovanni Bosco”.
Rosina, come è sempre stata chiamata, nacque in una famiglia esemplare e numerosa, composta da tre fratelli e quattro sorelle. Fin da ragazza la sua condotta è stata virtuosa ed era assidua all’oratorio delle FMA. Ottenuto il diploma commerciale, lavorò come impiegata. A 19 anni chiese di entrare nel nostro Istituto e iniziò a Torino il cammino formativo.
Dopo la professione svolse la missione educativa come maestra a Chieri, Torino, dove conseguì il diploma per l’insegnamento dell’educazione fisica, Osasco e di nuovo a Torino.
Nel 1956 Madre Elba Bonomi, consigliera generale, la scelse come sua segretaria. In questo compito si distinse per la prudenza, la fedeltà, l’esattezza nel lavoro. Alla morte di Madre Elba, chiese di partire per le missioni. Frequentò a Roma il corso di formazione all’Università Urbaniana e, nel 1976, partì per il Venezuela.
Venne inviata alla casa di San Juan de Manapiare e iniziò il lavoro apostolico come maestra. Possedeva grandi doti educative, trasmetteva i contenuti con precisione e profondità. Le venne assegnata la classe quarta: grazie alle sue capacità pedagogiche e alla sua dedizione, si guadagnò subito l’affetto degli alunni. In classe non si perdeva certamente il tempo; gli alunni erano orgogliosi della loro maestra. Il gruppo si distingueva per l’ordine, il rendimento scolastico e la disciplina.
Nel 1984 collaborò nella segreteria del collegio “María Auxiliadora” di Barquisimeto dove espresse le sue capacità di lavoro accurato e preciso. Nell’archivio della casa si conservano congratulazioni ricevute da parte dell’Ente educativo per la cura con la quale presentava documenti e statistiche. Tre anni dopo passò alla casa ispettoriale di Caracas Altamira come aiutante dell’economa ispettoriale. Anche in questa responsabilità diede il meglio di sé nell’organizzazione e precisione delle varie pratiche.
Nel 1990 venne trasferita alla missione di Puerto Ayacucho nell’Amazzonia. Si impegnò ad acquisire le conoscenze utili per l’attività apostolica, seguì corsi di informatica per la preparazione di progetti e programmi. In questa casa si chiuse la sua esistenza terrena. Certamente gli acciacchi si fecero sentire con il passare degli anni, tuttavia la sua morte ci colse di sorpresa.
Suor Rosina aveva un temperamento forte, ma nello stesso tempo sapeva essere cordiale nel tratto, allegra, servizievole e delicata con tutti. Fedele ai suoi impegni religiosi, non mancava mai alla preghiera comunitaria. Era la prima ad arrivare in cappella ed era assidua nel fare visite al Santissimo Sacramento. Nutriva un forte senso di appartenenza all’Istituto e grande affetto alle Superiore. Leggeva e approfondiva i vari documenti e pubblicazioni dell’Istituto.
Suor Rosina ci ha lasciato in punta di piedi. È stata una sorpresa per tutti la notizia della sua morte. Ci rimane il ricordo della sua generosa dedizione. Siamo sicure che il Padre l’avrà accolta con una tenerezza particolare e l’avrà introdotta nella pace eterna, insieme all’Ausiliatrice, nella grande comunità della Famiglia salesiana.
Offriamole la nostra riconoscente preghiera di suffragio. 
L’Ispettrice
Suor María Eugenia Ramos

17 luglio 2012

3ºCMN: Se não houver católico convertido, não haverá católico missionário

Quais são as urgências missionárias num mundo secularizado e pluricultural caracterizado pelo consumismo, individualismo e busca de um poder que confere ao dinheiro uma posição cada vez mais privilegiada na vida das pessoas? Para o Irmão Israel Nery, um dos principais conferencistas do 3º Congresso missionário Nacional (3º CMN), que também representa a Conferência dos Religiosos do Brasil, as maiores urgências missionárias se referem à conversão dos católicos.
Segundo Nery, a Conferência de Aparecida, realizada em 2007, diante do levantamento do número de católicos na América Latina, propôs a realização de uma missão continental, com o objetivo que a missão começasse a oferecer a cada católico a oportunidade para o encontro pessoal com Jesus Cristo.
A necessidade dessa missão se torna evidente no mundo atual onde a ética e os valores morais estão ameaçados, sendo necessária a presença de discípulos missionários que de fato sejam conscientes, esclarecidos e generosos na sua opção por Jesus, inserindo-se na comunidade eclesial e ao mesmo tempo assumindo a missão de evangelizador conquistada no sacramento do batismo.
"Tivemos o privilégio de nascer numa família cristã, de termos o batismo, a primeira Eucaristia. Isso há 40 anos atrás valia. Hoje, a sociedade vive como se Deus não existisse. Estamos sendo dominados por uma filosofia de vida que o mundo neoliberal capitalista oferece. Se você não tiver conversão, opinião sólida, fica influenciado pelo primeiro discurso que lhe for apresentado. A Igreja, portanto, está nos oferecendo uma oportunidade. Se não houver católico convertido, não haverá católico missionário", esclarece Irmão Nery.

“En México, el inmigrante es un botín”

El cura Solalinde, amenazado por denunciar la explotación de los clandestinos en ruta hacia EE UU, vuelve a su país tras un breve exilio de seguridad

Alejandro Solalinde no recuerda cuántas veces le han dicho o ha oído que lo van a matar. En abril una mujer se le acercó en un cajero y le confió que ya había un sicario contratado para él. Esta pista se unía a otras recientes y las autoridades le pidieron que saliese un tiempo de México para investigar las amenazas. Después de dos meses en Norteamérica y Europa, el cura Solalinde, de 67 años, regresa al albergue del Estado de Oaxaca donde hospeda y protege a los miles de inmigrantes centroamericanos que atraviesan su país hacia Estados Unidos expuestos a la trata de personas de las bandas criminales.

Pregunta. ¿Qué se ha descubierto sobre las amenazas que ha recibido?
Respuesta. Han empezado a salir nombre concretos de las supuestas personas responsables.

P. ¿Qué tipo de personas?
R. Allegadas al lavado de dinero y al narcotráfico, políticos, algún cacique…

P. ¿Políticos en ejercicio?
R. Algunos de ellos ya no están ejercicio, pero son poderes fácticos.

P. ¿A qué se deben las amenazas?
R. A que estoy estorbando. Ciudad Ixtepec [localidad donde tiene su albergue y parada del tren en el que viajan los indocumentados] es el lugar ideal para hacer negocio con los migrantes. Para ellos no son personas, son un botín al que se le puede sacar dinero con la trata, obligándolos a ejercer de sicarios, con la explotación sexual, con la extorsión… Por eso son tan codiciados.

P. ¿También tráfico de órganos?
R. Por supuesto. Todo lo que pueda suponer una ganancia a costa de los migrantes, lo van a hacer.

P. ¿Se siente inseguro?
R. Sí, mi situación es de riesgo, pero vuelvo porque no quiero hacer otra cosa en la vida más que la misión que Cristo me ha encomendado, que es estar con mis ovejitas. El pastor no corre cuando viene el lobo, y yo me voy a quedar con ellas hasta el final.

P. ¿Teme más la acción del crimen organizado o la omisión de las autoridades?
R. Quizás lo que más me entristece es la incomprensión de algunos sectores de la Iglesia Católica, que está ausente de todo esto. Se ha corrompido, se ha quedado cuidando sus estructuras, su administración, sus inmuebles y se ha olvidado de la gente de abajo.

P. ¿Nunca ha pensado en abandonar la Iglesia?
R. No, la Iglesia es parte de Jesús, aunque esta que tenemos hoy, rica, poderosa, servida, no es la que Cristo quiere. Cristo la quiere pobre, misionera, desprendida, cercana a los caminos.

P. ¿Lleva la cuenta de las veces que lo han amenazado?
R. La perdí.

P. Una vez dijo que su vida es un juego de naipes en el que alguientiene la última carta.
R. Sí, y siguen intentándolo de un forma, y otra, y otra… [Solalinde hace el gesto de echar cartas sobre la mesa, una a una]. La de abajo es la última y definitiva. Cuándo va a ser, no lo sé, pero estoy tranquilo. A mí me pueden matar cuando quieran, pero la causa de Dios va a seguir.

P. ¿Qué tipo de mafia hostiga a los inmigrantes? ¿Es un solo grupo?
R. Ciudad Ixtepec no ha sido tomada aún por ningún cártel. Se han aproximado los Zetas, el cártel del Golfo y el de Sinaloa, pero ninguno se ha posesionado del pueblo.
P. Ha afirmado que la policía está aliada con ellos.
R. Estuvo. Ahorita quedan algunas personas, pero el nuevo Gobernador [el PRD dirige Oaxaca desde 2010; antes lo hizo el PRI durante décadas] vigila a la policía y por primera vez se está procesado a policías judiciales, que antes eran intocables. Ellos eran los cerebros de los secuestros de los migrantes. Cuando estaba Ulises Ruiz [anterior gobernador, del PRI] era imposible. Yo llevaba pruebas al ministerio Público y ellos se encargaban de deshacerlas.

P. ¿Ha mejorado la situación de los inmigrantes?
R. Sí, porque se ha visibilizado su problema, la opinión pública se ha sensibilizado y los medios y los organismos internacionales están más al tanto. Ya no hay tanta opacidad como antes. Pero el Gobierno federal no ha definido una política a favor de los migrantes: se siente comprometido con Estados Unidos y cree que es lo mismo contener el flujo migratorio que atropellar los derechos humanos, como han hecho los agentes de migración.

P. ¿De qué manera lo han hecho?
R. De todas las formas posibles, la más vil por ejemplo: como oficiales, aseguran a los migrantes que van en un camión y luego los entregan a los secuestradores. Para estos funcionarios públicos el migrante es una tentación, porque pueden sacar dinero.

P. ¿Cuánto vale un inmigrante?
R. En un secuestro, entre 3.000 y 5.000 dólares. También sacan provecho con la trata, entregando a las redes delictivas a las centroamericanas.

P. ¿Qué ha hecho el PAN por resolver el problema en sus últimos 12 años de Gobierno, y qué espera a partir de ahora del PRI?
R. El peor momento de la criminalidad contra los migrantes, el máximo número de secuestros, tuvo lugar en el tiempo de Felipe Calderón. Pero ocurrió en Estados priistas, con la anuencia del Gobierno federal, eso sí, que lejos de sentir la tragedia humanitaria se dedicó a negarla. Del PRI espero poco. No está diseñado para ser democrático, está hecho para el poder, para concentrar el dinero. Lo primero que le diría es que se mire al espejo. No importa el incienso que se eche sobre sí mismo: que oiga lo que la gente piensa, que reconozca que no ha cambiado lo que quisiera y que sea inteligente y sepa leer los signos de los nuevos tiempos. México no es el mismo México de hace 12 años.

P. ¿Cómo se podría atajar la explotación de los clandestinos?
R. Debería haber una estrategia integral para la entrada ordenada y legal de migrantes. Si un centroamericano quiere pasar por México para entrar a Estados Unidos, debe haber el acuerdo con Estados Unidos de que esa persona va a ir a tocar a su puerta, pero también debe haber un acuerdo con los países de origen del migrante: si Estados Unidos no lo contrata, que haya un plan B en sus lugares de origen para que tenga una oportunidad de trabajo. Debe haber una corresponsabilidad de todos los gobiernos. Se tienen que sentar a platicar de este problema, no hay otro camino. No puede ser que Estados Unidos se encoja de hombros y diga, ‘¿sabes qué, México?, es tu problema, te doy un dinerito y ahí me arreglas como puedas?’.

AMERICA/BRASILE - Terzo Congresso Missionario Nazionale: nuovi luoghi da evangelizzare

Palmas - Il Terzo Congresso Missionario Nazionale del Brasile si è chiuso domenica 15 luglio con una celebrazione eucaristica presieduta dall'Arcivescovo di Palmas, Sua Ecc. Mons. Pedro Brito Guimarães, e concelebrata dal Segretario generale della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) e Vescovo ausiliarie di Brasilia, Sua Ecc. Mons. Leonardo Steiner. Secondo le informazioni inviate all'Agenzia Fides dalla Direzione nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) del Brasile, il Congresso, che era iniziato il 12 luglio, ha fatto vivere a tutti i partecipanti quattro giorni di intense attività, segnate da discorsi, conferenze, testimonianze e dichiarazioni da parte dei rappresentanti dei Consigli missionari, delle istituzioni e delle organizzazioni legate al mondo missionario della CNBB e delle POM, entrambi responsabili dei progetti di evangelizzazione del paese.
Oltre ai pannelli tematici che riflettevano il tema centrale del Congresso: "Discepolato missionario: dal Brasile a un mondo secolare e multiculturale alla luce del Vaticano II", l'evento ha dato voce ai bambini e ai giovani, ai laici, alla vita religiosa e ai ministri ordinati che sono protagonisti della missione evangelizzatrice in Brasile e all'estero.
Tutte queste realtà si sono riunite nello sforzo comune di condividere il cammino fatto finora, riaffermare la vocazione da "inviati" e riflettere sullo stato di "Discepolo Missionario". L'Infanzia e l'Adolescenza Missionaria hanno potuto raccontare la propria esperienza e hanno sottolineato la preparazione alla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio e all'Anno dell'Infanzia Missionaria che si celebrerà nel 2013.
Molte testimonianze hanno condiviso il lavoro di laici e religiosi per la missione ad gentes, affrontando le sfide dell'evangelizzazione dei popoli. Si è scoperto inoltre che ci sono molte realtà finora sconosciute, luoghi da evangelizzare, che hanno bisogno di missionari per proclamare la parola di Dio, come in Amazzonia, in Africa e ad Haiti. La cerimonia di chiusura è stata celebrata contemporaneamente nelle 17 parrocchie di Palmas che hanno ospitato gli oltre 600 partecipanti al Congresso Missionario.

14 luglio 2012

IV CONGRESO MISIONERO NACIONAL Catamarca – 2013

Me es grato comunicarles que, en la 103ª Asamblea Plenaria del Episcopado Argentino, celebrada en Pilar, del 23 al 28 de abril de 2012, mediante la Resolución 5ª, los Obispos Argentinos hemos aprobado la realización delIV Congreso Misionero Nacional (Co. Mi. Na. IV), a realizarse los días17, 18 y 19 de agosto de 2013.
Y luego de recibir varias propuestas como posibles sedes, a quienes mucho agradecemos, en reunión extraordinaria del Consejo Nacional de Misiones (Co. Na. Mis.), el día 25 de mayo, se decidió y aprobó como sede, la Diócesis de Catamarca.
Es una buena noticia para todos, principalmente para la Iglesia Diocesana de Catamarca, presidida por su Obispo, Mons. Luis Urbanc, a quienes agradecemos desde ya su disposición, y que si bien tendrá que trabajar para recibir a los Congresistas Misioneros de todo el país, sin embargo, crecerá en animación y cooperación misionera.
Este Congreso Misionero es la instancia previa, como en cada país de América, a la realización del CAM 4 - Comla 9 (4º Congreso Americano Misionero - 9º Congreso Misionero Latinoamericano), a realizarse en noviembre de 2013 en Maracaibo - Venezuela.  
Nuestro Congreso Misionero, tendrá la particularidad que en esta ocasión estará destinado a convocar a los Equipos Diocesanos de Animación Misionera, coordinado por el/la Director/a Diocesano/a de OMP, y/o Delegado Episcopal de Misiones; todos ellos responsables de la animación misionera en la diócesis, en comunión con su Obispo.
Desde ya encomendamos a María, Reina de las Misiones, nuestro Congreso Misionero para que como discípulos misioneros de Jesús, podamos experimentar su compañía e intercesión. En tiempos cercanos al año de la fe y en misión permanente, dispongámonos a proclamar con valentía y animados por el Espíritu: “Argentina Misionera, comparte tu fe”
Vicente Bokalic, CM
Obispo Auxiliar de Buenos Aires
Presidente de la Comisión Episcopal de Misiones

AMERICA/COSTA RICA - Il IV Congresso Missionario Nazionale si può seguire in diretta via internet

San José - E' stato Sua Ecc. Mons. Vittorino Girardi, Vescovo di Tilarán-Liberia, ad inaugurare il IV Congresso Missionario Nazionale del Costa Rica, insieme a padre Edgar Orozco Alfaro, Segretario esecutivo della Commissione nazionale per le Missioni e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie. Secondo le informazioni pervenute all'Agenzia Fides, l'inaugurazione ha avuto luogo nel pomeriggio di giovedì 12 luglio presso il palazzetto dello sport del Liceo Maurilio Alvarado a Tilaran, Guanacaste. L'atto di apertura si è svolto dopo le 2 del pomeriggio, ed è stato seguito dalla conferenza sul tema "La vocazione missionaria nel decreto conciliare Ad Gentes" presentata da padre Victor Hugo Castillo. L'Eucaristia che ha concluso la prima giornata è stata presieduta da Sua Ecc. Mons. Pierre Nguyen Van Tot, Nunzio Apostolico in Costa Rica. La novità di questo IV Congresso Missionario Nazionale è data dalla possibilità di seguire i lavori via internet, collegandosi al sito della Conferenza Episcopale del Costa Rica. Il Congresso si concluderà domenica 15 luglio.
Links:
Il programma completo del Congresso

EVANGELIZACIÓN NUEVA (Marcos 6, 7-13). José A. Pagola



En la Iglesia se siente hoy la necesidad de una nueva evangelización. ¿En qué puede consistir?
Dónde puede estar su novedad? ¿Qué hemos de cambiar? ¿Cuál fue realmente la intención de Jesús al enviar a sus discípulos a prolongar su tarea evangelizadora?
El relato de Marcos deja claro que solo Jesús es la fuente, el inspirador y el modelo de la acción evangelizadora de sus seguidores. Estos actuarán con su autoridad. No harán nada en nombre propio. Son "enviados" de Jesús. No se predicarán a sí mismos: solo anunciarán su Evangelio. No tendrán otros intereses: solo se dedicarán a abrir caminos al reino de Dios.
La única manera de impulsar una "nueva evangelización" es purificar e intensificar esta vinculación con Jesús. No habrá nueva evangelización si no hay nuevos evangelizadores, y no habrá nuevos evangelizadores si no hay un contacto más vivo, lúcido y apasionado con Jesús. Sin él haremos todo menos introducir su Espíritu en el mundo.
Al enviarlos, Jesús no deja a sus discípulos abandonados a sus fuerzas. Les da su "autoridad", que no es un poder para controlar, gobernar o dominar a los demás, sino su fuerza para "expulsar espíritus inmundos", liberando a las gentes de lo que esclaviza, oprime y deshumaniza a las personas y a la sociedad.
Los discípulos saben muy bien qué les encarga Jesús. Nunca lo han visto gobernando a nadie.
Siempre lo han conocido curando heridas, aliviando el sufrimiento, regenerando vidas, liberando de miedos, contagiando confianza en Dios. "Curar" y "liberar" son tareas prioritarias en la actuación de Jesús. Darían un rostro radicalmente diferente a nuestra evangelización.
Jesús los envía con lo necesario para caminar. Según Marcos, solo llevarán "bastón, sandalias y una túnica". No necesitan de más para ser testigos de lo esencial. Jesús los quiere ver libres y sin ataduras; siempre disponibles, sin instalarse en el bienestar; confiando en la fuerza del Evangelio.
Sin recuperar este estilo evangélico, no hay nueva evangelización. Lo importante no es poner en marcha nuevas actividades y estrategias, sino desprendernos de costumbres, estructuras y servidumbres que nos están impidiendo ser libres para contagiar lo esencial del Evangelio con verdad y sencillez.
La Iglesia ha perdido ese estilo itinerante que sugiere Jesús. Su caminar es lento y pesado. No acierta a acompañar a la humanidad. No tenemos agilidad para pasar de una cultura a otra. Nos agarramos al poder que hemos tenido. Nos enredamos en intereses que no coinciden con el reino de Dios. Necesitamos conversión.

CON POCAS COSAS

¿Qué ha podido pasar para distanciarnos tanto de aquel proyecto inicial de Jesús?
¿Dónde ha quedado el encargo del Maestro?
¿Quién sigue escuchando hoy su deseo?
Pocos gestos nos descubren mejor la intención original de Jesús como éste que nos relata el pasaje evangélico de hoy.
Jesús envía a sus discípulos de dos en dos, sin alforjas, dinero ni túnica de repuesto, con una única misión: «predicar la conversión».
Basta un amigo, un bastón y unas sandalias, para adentrarse por los caminos de la vida anunciando a todos ese cambio que necesitamos para descubrir el secreto último de la vida y el camino hacia una verdadera liberación.
No desvirtuemos el encargo de Jesús rápidamente. No pensemos que se trata de una utopía ingenua, propia quizás de una sociedad seminómada ya superada, pero imposible en un mundo como el nuestro.
Aquí hay algo que no podemos eludir. El evangelio es anunciado por aquéllos que saben vivir con sencillez. Hombres y mujeres libres, que conocen el gozo de caminar por la vida sin sentirse esclavos de las cosas.
No son los poderosos, los financieros, los tecnócratas, los grandes estrategas de la política, los que van a construir sin más un mundo más humano.
No son las conferencias, las protestas y manifestaciones las que van a lograr una mejora profunda de nuestra sociedad.
Esta sociedad necesita descubrir que hay que volver a las cosas sencillas de la vida. No basta con aumentar la producción y alcanzar un mayor nivel de vida. No es suficiente ganar siempre más, comprar más y más cosas, lograr siempre mejores comodidades.
Puede uno poseer todo lo que se puede desear, y permanecer todavía insatisfecho. Si seguimos esclavos del reclamo propagandístico de la televisión, pronto no habrá nadie contento con lo que tiene.
Esta sociedad necesita como nunca el impacto de hombres y mujeres que sepan vivir con pocas cosas. Creyentes capaces de demostrar que la felicidad no está en acumular bienes.
Alguien que nos recuerde que no somos ricos cuando poseemos muchas cosas, sino cuando sabemos disfrutarlas con sencillez y compartirlas con generosidad. Alguien que nos grite con su vida que un hombre que no sabe amar es un cero colosal, un fracaso total, por muchos que sean sus bienes y sus éxitos.
Quienes viven una vida sencilla y una solidaridad generosa son los que mejor predican hoy la conversión que más necesita nuestra sociedad.

PARA UN EXAMEN COLECTIVO

Jesús no envía a sus discípulos de cualquier manera. Para colaborar en su proyecto del reino de Dios y prolongar su misión es necesario cuidar un estilo de vida. Si no es así, podrán hacer muchas cosas, pero no introducirán en el mundo su espíritu. Marcos nos recuerda algunas recomendaciones de Jesús. Destacamos algunas.

En primer lugar, ¿quiénes son ellos para actuar en nombre de Jesús? ¿Cuál es su autoridad?
Según Marcos, al enviarlos, Jesús «les da autoridad sobre los espíritus inmundos». No les da poder sobre las personas que irán encontrando en su camino. Tampoco él ha utilizado su poder para gobernar sino para curar.

Como siempre, Jesús está pensando en un mundo más sano, liberado de las fuerzas malignas que esclavizan y deshumanizan al ser humano. Sus discípulos introducirán entre las gentes su fuerza sanadora. Se abrirán paso en la sociedad, no utilizando un poder sobre las personas, sino humanizando la vida, aliviando el sufrimiento de las gentes, haciendo crecer la libertad y la fraternidad.

Llevarán sólo «bastón» y «sandalias». Jesús los imagina como caminantes. Nunca instalados. Siempre de camino. No atados a nada ni a nadie. Sólo con lo imprescindible. Con esa agilidad que tenía Jesús para hacerse presente allí donde alguien lo necesitaba. El báculo de Jesús no es para mandar, sino para caminar.

No llevarán «ni pan, ni alforja, ni dinero». No han de vivir obsesionados por su propia seguridad.
Llevan consigo algo más importante: el Espíritu de Jesús, su Palabra y su Autoridad para humanizar la vida de las gentes. Curiosamente, Jesús no está pensando en lo que han de llevar para ser eficaces, sino en lo que no han de llevar. No sea que un día se olviden de los pobres y vivan encerrados en su propio bienestar.

Tampoco llevarán «túnica de repuesto». Vestirán con la sencillez de los pobres. No llevarán vestiduras sagradas como los sacerdotes del Templo. Tampoco vestirán como el Bautista en la soledad del desierto. Serán profetas en medio de la gente. Su vida será signo de la cercanía de Dios a todos, sobre todo, a los más necesitados.

¿Nos atreveremos algún día a hacer en el seno de la Iglesia un examen colectivo para dejarnos iluminar por Jesús y ver cómo nos hemos ido alejando sin darnos casi cuenta de su espíritu?

...sarete miei testimoni

Carissime Sorelle,

Certamente tutte siete al corrente della buona notizia annunciata dalla Madre, il 29 maggio 2012:

«Il Papa ha concesso che la Celebrazione del Rito della Beatificazione della Serva di Dio suor Maria Troncatti FMA, abbia luogo a Macas, Sede del Vicariato Apostolico di Méndez – Ecuador, sabato 24 novembre 2012
La Madre ci propone : «…vi chiedo di pregare perché tutte le FMA e le comunità educanti possano accogliere il messaggio che questa ardente missionaria lancia oggi a tutti noi.
Nel prepararci alla solenne Beatificazione, raccomando che venga approfondita la figura di suor Maria Troncatti e si organizzino incontri e celebrazioni per farla conoscere, amare e pregare. Occorre in particolare aiutare le giovani e i giovani ad approssimarsi a questa meravigliosa missionaria che, con fede operosa, generosità audace e gioiosa speranza, ha annunciato e testimoniato a tutti l’amore di Gesù».

Carissime sorelle, abbiamo un bel compito missionario. Incoraggio ciascuna di voi a diffondere questa bella figura di missionaria intraprendente, piena dello slancio apostolico del Da mihi animas cetera tolle, che ha donato la vita per amore del suo popolo, perché abitata da una PRESENZA.
Il segreto della sua fecondità missionaria è stato il suo lasciarsi afferrare da Gesù, il suo costruire tutto su di Lui, solida roccia, sicura fonte di speranza e di gioia.
Il suo personale rapporto con Gesù alimentato ogni mattina dall’Eucaristia l’ha portata al dono di sé per gli altri. La vita eucaristica ha avuto il primato nella sua esperienza di fede. Il contatto vitale con Gesù rinvigorì in suor Maria il coraggio e l’audacia missionaria, quasi identificandola con  il mistero salvifico, come lascia trasparire un suo scritto: «Con quale gioia vorremmo irrigare queste foreste col nostro sangue, per far germogliare i fiori della verità cristiana» (Scritti 527).

Siamo dunque invitate a conoscere e ad approfondire la vita di Sr. Maria Troncatti per presentarla con creatività e gioia alle sorelle e alle comunità educanti.
La sua Beatificazione è una buona opportunità per riscoprire con rinnovato slancio la dimensione missionaria dell’Istituto, vissuta da una FMA appassionata di Dio e del suo popolo Shuar. È  un’occasione per far crescere nel cuore di ogni FMA e dei giovani e delle giovani l’impegno di essere discepoli-missionari che annunciano con la vita l’esperienza dell’incontro quotidiano con COLUI che è Parola e Pane.

Ecco, care Sorelle, il Signore ripete oggi anche a noi come ieri ai discepoli e a tante schiere di missionarie e di missionari: «Andate, sarete miei testimoni fino ai confini della terra…».

Maria, la prima Missionaria del Padre, invocata da sr. Maria Troncatti in ogni momento della giornata con la preghiera della Ave Maria, ci accompagni in questo cammino missionario di totale disponibilità alla Parola del Signore per dedicarci con Lei e come Lei ad una’azione apostolica apportatrice di speranza. (cfr. Cost. 44).

Con la preghiera di ogni giorno, un forte abbraccio e la fraterna vicinanza.

                                                                                              Sr. Alaíde Deretti
                                                                       Consigliera Ambito Missione ad/inter gentes