8 ottobre 2012

Sinodo dei vescovi: alcuni numeri


Città del Vaticano - Saranno 262 i padri sinodali che parteciperanno alla XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si è aperta in Vaticano. Si tratta del “numero più elevato nella storia dei Sinodi”, ha detto mons. Nikola Eterović, Segretario generale del Sinodo dei vescovi, presentando l’evento nel corso di un breefing nella sala stampa della Santa Sede. All’assise, sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”, parteciperanno padri sinodali provenienti da tutto il mondo. Dall’Europa, ha detto il segretario generale, provengono 103 padri sinodali, dall’Africa 50, dall’Asia 39 e dall’Oceania 7. Oltre a 45 esperti e 49 uditori (uomini e donne, scelti tra tanti specialisti e persone impegnate nell’evangelizzazione in tutti i continenti), all’assemblea sinodale prenderanno parte anche i delegati fraterni, rappresentanti di 15 Chiese e comunità ecclesiali che non sono ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica: tra di essi, Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury e primate di tutta l’Inghilterra e della Comunione anglicana, che interverrà il 10 ottobre, nella congregazione generale del pomeriggio, e Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli e patriarca ecumenico, che l’11 ottobre rivolgerà un saluto al Papa e a tutti i partecipanti alla Messa in piazza San Pietro con la quale inizierà l’Anno della fede che si concluderà nel novembre 2013. Rispondendo alle domande dei giornalisti il presule ha detto che non ci saranno novità sulla metodologia dei lavori. Ogni padre avrà a disposizione cinque minuti per svolgere il proprio intervento nelle congregazioni generali. Nella discussione libera, prevista in ogni congregazione generale dalle ore 18 alle ore 19, lo spazio per l’intervento è di 3 minuti "per favorire una maggiore partecipazione alla discussione quale espressione della comunione e del senso collegiale". Non dovrebbero superare i 4 minuti gli interventi dei delegati fraterni, degli uditori e delle uditrici. Testi più lunghi possono essere però consegnati alla segreteria generale. Inoltre "per facilitare il lavoro e guadagnare tempo saranno adoperati gli apparecchi di votazione elettronica. Tuttavia, considerando l’importanza delle votazioni delle Proposizioni, sarà mantenuta la prassi collaudata secondo la quale tale votazione sarà fatta sia per iscritto sia in modo elettronico". Oltretutto "le Proposizioni possono essere votate, per iscritto, anche dai padri sinodali impediti a partecipare alla congregazione generale". Lo spoglio delle schede cartacee sarà affidato a una commissione di scrutinio "che verrà formata a suo tempo". Entrando nel dettaglio del programma mons. Eterovic ha informato che saranno quattro le celebrazioni presiedute dal Santo Padre durante il Sinodo: il 7 e il 28, per l’apertura e la chiusura del Sinodo, quella dell’11 per il 50° anniversario del Concilio e l’inizio dell’Anno della fede, e quella del 21 per la canonizzazione di 7 beati. Nel primo giorno dei lavori, 8 ottobre, sono previste le relazioni del segretario generale e del relatore generale, il card. Donald William Wuerl. Alla messa dell’11 ottobre - ha annunciato poi il direttore della Sala Stampa - padre Lombardi - il Papa ha invitato anche i 69 padri conciliari ancora viventi, che vanno dai 102 anni in giù: saranno una dozzina quelli che prenderanno parte anche alla messa che concelebreranno il giorno dopo, prima di essere ricevuti in udienza da Benedetto XVI. Al momento, ha specificato il direttore della Sala Stampa, a confermare la loro presenza sono stati il cardinale Francis Arinze, il cardinale Serafim Fernandes de Araújo, l’arcivescovo Hilarion Capucci e i vescovi José Mauro Ramalho de Alarcón Santiago, Yves-Georges-René Ramousse, Georges-Hilarie Dupont, Felice Leonardo, Luigi Bettazzi, José de Jesús Sahagún de la Parra, Robert-Casimir Tonyui Messan Dosseh-Anyron, William John McNaughton e Roberto Cáceres. Il Segretario generale del Sinodo nella sua presentazione ha auspicato che dai lavori sinodali arrivi "una risposta adeguata alla sete di Dio che si avverte nelle nostre civiltà secolarizzate". La nuova evangelizzazione, ha precisato, "riguarda tutti i cristiani, ovunque essi vivano". (R. Iaria)

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