26 settembre 2013

Suor Rosa BIASI

Carissime sorelle, il 24 settembre 2013, nella casa “N. S. della Pace” di Cochabamba (Bolivia) la Madonna della Mercede ha accompagnato all’incontro con il Padre la nostra cara sorella Suor Rosa BIASI. Nata a Quinto (Vicenza) l’11 agosto 1919. Professa a Colle Umberto (Treviso) il 5 agosto 1944. Appartenente all’Ispettoria Boliviana “N. S. della Pace”.
Rosa, terzogenita dopo un fratello e una sorella, nacque in una famiglia caratterizzata da fede profonda, spirito di preghiera, amore al lavoro, gioia di condividere e di stare insieme. Dalla mamma imparò ad amare il Signore e la Madonna e apprese il gusto per la preghiera; dal papà, aperto e cordiale, l’arte dell’amicizia. Riguardo alla sua vocazione lasciò scritto: «Si può dire che fui salesiana prima ancora di nascere, poiché la mamma da ragazza aveva alimentato questo desiderio. Infatti, lei aveva due fratelli Salesiani e quattro nipoti FMA. Così, quando espressi il desiderio di diventare anch’io FMA, non incontrai nessuna opposizione».
Il 31 gennaio 1942 iniziò il Postulato a Padova. Visse intensamente gli anni della formazione, pur nel duro periodo della guerra. Dopo la professione religiosa lavorò, come maestra di ricamo e di cucito, nelle case di Fossalta, Barbano e Codiverno. Il 12 marzo 1952 si realizzò il suo sogno missionario, lasciò l’Italia e partì per il Perú.
In occasione del 50° di vita missionaria, così scrisse a una compagna di professione: «Ci sono date che non si possono dimenticare, una di queste è la celebrazione dei 50 anni di vita missionaria. Era il 12 marzo 1952 quando partii da Genova per l’America. Puoi immaginare la gioia e l’entusiasmo di quel viaggio, furono 26 giorni di mare, cielo e acqua, luce chiara di notte, la luna; il sole meraviglioso di giorno, tutto risplendeva nell’immenso oceano, una cosa impressionante! Andavo a poppa per dare uno sguardo attorno e perdermi in Dio. Il 6 aprile toccavo terra americana nel porto di Callao (Perú). Il giorno 8, al mattino, venne una consorella ad attendermi e mi accompagnò al collegio non molto lontano. Cosa posso dire di questi 50 anni? Sappiamo che la vita è fatta di alti e bassi, di gioie e di sofferenze, di giorni belli e meno belli, però ho tenuto sempre la lampada accesa e piena di fiducia nel Signore sono andata avanti. Quanta gioia nel mio cuore, è tutto un AGIMUS, una continua azione di grazie, poter fare del bene, aiutare, tutto è un regalo di Dio!».
Suor Rosita, come la chiamavamo, svolse la sua attività missionaria come catechista, insegnante di lavori manuali, assistente, responsabile del guardaroba e della lavanderia, portinaia e sacrestana alcuni anni in Perú ed altri in Bolivia. Lavorò a La Paz, Chosica, Prado, Callao, Huanuco, Puno e La Paz. Dal 1979 fino al 2003 fu a Montero, dove poté esprimere tutto il suo ardore missionario attraverso il servizio di accoglienza delle alunne e delle varie persone in portineria, dove testimoniò un tratto cordiale, amabilità, simpatia e ascolto. Quanti segreti e quante pene conservava nel suo cuore!
Un forte amore all’Eucaristia e alla Madonna alimentava il suo spirito di fede, di preghiera e l’aiutava a mitigare il temperamento pronto, a coltivare la gioia e la capacità di dono. Con la forza del da mihi animas cetera tolle, superava le difficoltà e sapeva approfittare di tutte le occasioni per annunciare la Parola di Dio. Nel 2004 passò alla casa ispettoriale a Cochabamba, dove le consorelle godettero per la sua serenità e il suo ardente spirito apostolico. Fino alla fine del mese di agosto prestò il suo servizio e il suo apostolato tra i piccoli della scuola, quando si presentò la dolorosa malattia del cancro che la portò alla morte in poco tempo.
Grazie, cara suor Rosita, per la tua testimonianza missionaria, il tuo amore ai poveri, il forte spirito di preghiera e la tua allegria contagiosa. Godiamo con te per il tuo incontro con il Dio della vita e della misericordia. Ti chiediamo di intercedere per ogni FMA affinché, conquistate da Cristo, esprimiamo l’entusiasmo vocazionale e contagiamo i giovani con la gioia di donare la vita al Signore.

L’Ispettrice
Suor Edith Franco

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