3 dicembre 2014

S. Francesco Saverio

Il 3 dicembre la Chiesa celebra la memoria di S. Francesco Saverio Apostolo ed evangelizzatore delle Indie Orientali e del Giappone.
Egli fu proclamato santo il 12 marzo 1622 da papa Gregorio XV, congiuntamente a S. Ignazio di Loyola, S. Teresa d'Avila, S. Isidoro l'agricoltore e S. Filippo Neri.
Condivide con S. Teresa del Bambin Gesù il patronato delle missioni. 
La regione spagnola della Navarra lo elesse suo patrono nel 1621; titolo che dal 1657 condivide con S. Firmino. Nel 1985, il Parlamento della Navarra lo qualificò quale “ejemplo señero de inquietud humana e intelectual, de talante entregado y aventurero, del hombre que no desdeñó dificultades ni esfuerzos para recorrer las zonas más alejadas de la tierra. San Francisco Javier es el prototipo de navarro universal abierto a las culturas y a los pueblos del mundo entero, recordado y admirado todavía hoy, por comunidades de gran número de países en todos los continentes”.
Augustinus

San Francesco Saverio (Francisco de Jaso Azpilcueta), Sacerdote
3 dicembre – Memoria
Xavier, Spagna, 1506 - Isola di Sancian, Cina, 3 dicembre 1552

Studente a Parigi conobbe sant'Ignazio di Loyola e fece parte del nucleo di fondazione della Compagnia di Gesù. E' il più grande missionario dell'epoca moderna. Portò il Vangelo a contatto con le grandi culture orientali, adattandolo con sapiente senso apostolico all'indole delle varie popolazioni. Nei suoi viaggi missionari toccò l'India, il Giappone, e morì mentre si accingeva a diffondere il messaggio di Cristo nell'immenso continente cinese.

Patronato: Giappone, India, Pakistan, Missioni, Missionari, Marinai

Etimologia: Francesco = libero, dall'antico tedesco

Martirologio Romano: Memoria di san Francesco Saverio, sacerdote della Compagnia di Gesù, evangelizzatore delle Indie, che, nato in Navarra, fu tra i primi compagni di sant’Ignazio. Spinto dall’ardente desiderio di diffondere il Vangelo, annunciò con impegno Cristo a innumerevoli popolazioni in India, nelle isole Molucche e in altre ancora, in Giappone convertì poi molti alla fede e morì, infine, in Cina nell’isola di Sancian, stremato dalla malattia e dalle fatiche.

Martirologio tradizionale (3 dicembre): San Francesco Saverio, Sacerdote della Compagnia di Gesù e Confessore, Apostolo delle Indie, celeste Patrono della Congregazione e dell'opera della Propagazione della Fede e di tutte le Missioni; il quale si riposò in pace nel giorno precedente.
(2 dicembre): In Sanciano, isola della Cina, il natale di san Francesco Saverio, Sacerdote della Compagnia di Gesù e Confessore, Apostolo delle Indie, illustre per la conversione degli infedeli, per grazie e miracoli; il quale, pieno di meriti e di fatiche, si riposò nel Signore. Lo stesso dal Sommo Pontefice Pio X fu eletto e costituito celeste Protettore della Congregazione e dell'opera della Propagazione della Fede; e dal Papa Pio XI venne dato e confermato speciale Patrono di tutte le Missioni. La sua festa, per decreto del Papa Alessandro VII, si celebra il giorno seguente.
La prima memoria solenne del mese di dicembre, il Calendario della Chiesa la dedica a San Francesco Saverio, il più ardito missionario di tutti i tempi, Patrono delle Missioni, insieme con Santa Teresina di Lisieux.

Francesco aveva dieci anni quando il Cardinal Cisneros ordinò la distruzione, per ragioni politiche, del castello di Xavier, nella Navarra, dove era nato nel 1506. L'umiliazione della nobile famiglia feudale non scalfì però il giovane che avrebbe dato ben altra gloria al nome di Xavier, italianizzato in "Saverio", e diventato, da nome famigliare, nome di battesimo, assai diffuso in tutti i paesi cattolici.

Studente a Parigi, Francesco Saverio aveva conosciuto un altro giovane spagnolo, Ignazio di Loyola. Con lui aveva formato la prima, piccola pattuglia della cosiddetta Compagnia di Gesù, destinata alla più ardimentosa guerriglia per la conquista delle anime.

Poi, Breviario sotto il braccio e Rosario al collo, Francesco era sceso a Venezia, dove era stato ordinato sacerdote. Sfumata, a causa di una guerra, la speranza di un passaggio per la Terrasanta, si era fermato a Roma, sempre a fianco d'Ignazio, pronto a qualsiasi impresa.

Il generale della Compagnia lo scelse tra i missionari per le colonie portoghesi in India. Francesco rispose con le parole degli Apostoli: "Eccomi. Andiamo". S'imbarcò su una nave mercantile, sprovvisto di tutto, fuor del Breviario e del Rosario. Nei due mesi della traversata soffrì continuamente il mal di mare. Lo curò, curando i malati di bordo.

La sua prima terra di missione fu Goa, possedimento portoghese nel quale il Cristianesimo era già stato importato, ma non predicato e insediato nelle anime. Certo, non poteva essere molto amato, quel Rosario che serviva a contare le bastonate, nelle punizioni corporali degli Indiani!

Francesco Saverio portò invece il suo Rosario nei tuguri dei poveri, al capezzale dei malati, negli antri dei lebbrosi. Girava nei quartieri più squallidi, sonando un campanello, per raccogliere intorno a sé torme di ragazzi laceri e affamati. Lo chiamavano "il grande Padre" e della sua opera si mostravano soddisfatti, tanto il Vescovo quanto il Governatore.

Ma il suo cuore andava più lontano, verso coloro ai quali il messaggio di Cristo non era giunto, neppure con le nerbate. Appena poteva, s'imbarcava per andare tra i pescatori di perle sparsi nelle isolette, e poi più lontano, nelle Molucche, tra infedeli ancora allo stato semiselvaggio.

Temendo per la sua vita, spesso gli venivano negate le imbarcazioni. "Andrò a nuoto" diceva Francesco Saverio. Cercavano di frenarlo, con la paura degli animali velenosi. Francesco sorrideva: "La fiducia in Dio - diceva - è un buon controveleno".

Lo attirava un'isola lontana, il Giappone. Dopo mille vicende, riuscì a giungervi, ignaro dei costumi, ignaro della lingua, spesso vittima di curiosi o pericolosi equivoci. Ma non era equivoca la sua carità, che gli procurò un piccolissimo gruppo di convertiti, da lui chiamati "la delizia della mia anima".

I Giapponesi però si domandavano perché il Cristianesimo, ch'egli predicava, non veniva dalla Cina, dove nascevano le cose più belle. E allora Francesco Saverio pensò di entrare in Cina. Riprese il mare, giunse in Malacca, a Singapore; arrivò a cento miglia da Canton.
Sulla sponda di un'isola, aspettava di fare quest'ultima traversata, quando si ammalò. Solo con un giovane cinese, che gli faceva da guida, implorava come il lebbroso evangelico: "Gesù, figlio di David, abbiate pietà di me!". E Gesù ebbe pietà di lui, facendogli fare un'altra traversata. Il missionario più ardente e più ardito di tutti i tempi morì all'alba, il 3 dicembre del 1552, a soli 46 anni.

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