15 marzo 2015

Chen Yinhui, donna energica, dal buddismo al cristianesimo

Continua la serie di testimonianze dei "nuovi cattolici" di Taiwan. Nata in una famiglia devota al Buddha, Chen ha aperto un'agenzia di pubblicità e marketing. Ora è una delle migliori nel suo campo. L'incontro con i missionari, le prime domande e infine la conversione. Ora "è tempo che la Chiesa migliori la comunicazione, soprattutto con i giovani".

Taipei - La signorina Chen Yinhui (陳姻蕙小姐) ha da alcuni anni aperto un'agenzia di pubblicità, si occupa di marketing e di promozione televisiva e internet. Ha assunto i migliori giovani talenti tecnologici appena sfornati dall'università. E siccome ha un'energia inesauribile e un'intuizione della realtà molto rara da trovare nei giovani imprenditori della sua età, la sua consulenza è richiesta da molte società di produzione nel campo dei media. Proveniente da una famiglia buddista di Taiwan ha scelto poi la fede cristiana "per la sua dinamicità", e non si è mai pentita di questa scelta, anche se rispetta profondamente la tradizione in cui i suoi genitori l'avevano educata e fatta crescere.
Sono stata battezzata la notte di Pasqua del 2012. Fino a pochi anni prima, non sapevo chi fossero i cattolici, avevo sentito parlare di loro, ma non conoscevo nessuno. Collaborando per breve tempo con il Kuangchi Program Service (光啓社) ho poi conosciuto i primi missionari della mia vita padre Jerry (丁松筠神父) e padre Bob (劉神父).
Bob era un americano in sedia a rotelle, la sua storia mi interessava, ed era una persona molto serena pur nella sua situazione. Mi sono chiesta se la fede cristiana avesse a che fare con questa sua apertura alla vita. Queste domande mi frullavano in testa, insieme a tante altre.
Ho aperto la mia azienda di produzione marketing e promozione multimediale; mi sono sentita soddisfatta personalmente, ma mancava ancora qualcosa. E dopo un cammino di formazione di pochi mesi, ho chiesto di farmi battezzare. E credo fosse più per curiosità delle storie dei missionari, non solo uomini, ma specialmente alcune suore che avevano una vita interiore molto profonda, e il cui servizio ai disagiati mi colpiva in modo particolare. Un mio amico cattolico poi mi ha invitato a partecipare al catechismo, trovando una classe alla parrocchia della Sacra Famiglia. Anche il parroco mi ha accompagnato a lungo e con pazienza. Sono stati otto mesi di catechismo. Poi sono stata battezzata la notte di Pasqua. Alcuni mi chiedevano se non fosse un po' presto, ma altri mi hanno detto: se vuoi imparare a nuotare davvero devi gettarti in acqua, e se vuoi davvero conoscere la vita di fede, la cosa migliore è entrare nella comunità e "provare a nuotare", senza esperienza non si può capire veramente la vita cristiana.
All'Università Nazionale di Taiwan (台大) mi ero laureata in International Business (國際企業) nel 1998. Non sapevo perché avevo scelto quello, mi sono divertita durante gli anni di università. Ho fatto anche un periodo di servizio civile con i carcerati, che dura ancora oggi a scadenza però settimanale: ogni sabato vado a prestare servizio, faccio lezione, organizzo attività sociali e formative.
All'inizio ho fatto professioni che non avevano relazione con nessun tipo di business, inteso come guadagnare montagne di soldi, anche se ho avuto importanti ruoli nel fundraising, soprattutto per due organizzazioni non-profit".
La mia comunità cristiana, il mio gruppo di studio della bibbia, comprende 15 persone. Condividiamo moltissimo. Le mie pagine preferite del vangelo sono quelle in cui c'è Pietro che dialoga con Gesù: anche se spesso Pietro non capisce tanto, mi piace perché è sincero e generoso.
Aiutare gli altri, per me è indubbiamente la passione più grande. Siccome ho ancora moltissime energie, voglio usarle per testimoniare la generosità di Dio. Io sono molto interessata ai carcerati. Un teologo che mi attrae per la sua maniera di rendere odierno il messaggio evangelico è padre Jesus Munoz (穆神父), che ha uno stile particolare che va incontro ai miei interessi e ai miei bisogni. Inoltre non ha paura di ricevere domande semplici o stupide, ogni cosa per lui è importante.
Per il mio futuro voglio sentirmi soddisfatta e contenta di quello che sto progettando. Per quanto riguarda le donne nella società civile si spera che possano avere ruoli di sempre maggior responsabilità. Ma a dir la verità anche i maschi subiscono una forte pressione, soprattutto in famiglia: devono lavorare e guadagnare, e in molti casi nella nostra cultura non possono apparire deboli, non possono piangere! Ma forse adesso la situazione si sta bilanciando, infatti piangono tutti, uomini e donne.
Le donne nella comunità cristiana sono molte, ma le vocazioni al sacerdozio sono in leggero calo. Comunque non ci arrendiamo, la Chiesa non può fermarsi: deve però migliorare la comunicazione con le giovani generazioni. Spesso usiamo un linguaggio fuori moda, limitato a protestare e bloccare invece di essere più costruttivi e coraggiosi nel capire posizioni diverse. A me piacerebbe avere più dibattito, è nel mio carattere. Ma in fondo sono in buona compagnia, perché da quello che leggo e sento anche papa Francesco ci ha detto: "Chi sono io per giudicare?". E infatti nella comunità cristiana, grazie allo Spirito Santo, c'è un legittimo pluralismo di posizioni.

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