15 gennaio 2016

«Mare nostrum», Padre nostro... Preghiera di un migrante

Porta d'Europa - Monumento in omaggio ai Migranti - Lampedusa
Era inginocchiato davanti al mare, sulla sabbia. E pregava così: «Signore io ti conosco poco, perché poco mi hanno parlato di te. Mi hanno detto che sei buono e giusto, ma allora perché la gente che vive qui attorno non mi vuole? Perché non ho casa, né lavoro, né pane, ma solo questo mare che ha alzato grandi onde sui miei figli bambini e li ha trascinati nel profondo buio. Se tu sei potente come dicono, perché ho per me solo questa sabbia portata dal vento che mi circonda togliendomi il respiro? Eravamo tanti, troppi sulla barca, oscura era l'acqua e fredda la notte quando i più piccoli abbracciati alle madri piangevano piano e gli uomini, fuggiti dalla paura e dalla fame, spalancavano gli occhi alla ricerca di una luce. Poi tutto fini in quel buio che in un attimo seppe inghiottire grida e pianti.
E ora ti chiedo: perché ho nuotato con forza fino a questa riva quasi fosse un dovere salvarmi? Quale ragione ho io di vivere in un mondo che non capisco, in una storia di cui non faccio parte, fra un popolo di bianchi che mi fa la carità per qualche tempo e poi mi offre, come unica possibilità di vita, di vendere quella polvere che toglie la dignità a chi la usa, che porta dolore e morte? Duemila anni fa, mi hanno detto, sei venuto a vedere la nostra terra. Hai dettato agli uomini le tue leggi d'amore e di pace, ma cosa hai ottenuto? Se è vero che vedi ogni cosa, forse anche tu piangi guardando noi uomini e donne che uccidiamo scambiando per coraggio la violenza, per valore la distruzione.
Io non ti conosco e non so quale sia il colore della tua pelle, né se hai i capelli ricci come i miei o biondi come ti dipingono nelle chiese d'Occidente. Adesso ho fame e sete, ma la stanchezza non mi permette di muovermi, vorrei dormire. Il mare ha un respiro sottile, quasi per darmi pace. Vedo i miei che ho perduto e penso al calore di quel sole che nella mia terra inventa figure e sogni che ti sembra di possedere. Sento la carezza del vento sul viso e voglio credere che sia la tua, Signore del cielo e della terra, un regalo per me che lascio la vita sulla sabbia di questo mare e che mi chiama e tende le mani per accogliermi: vieni, non ricordi quando ballavi a piedi nudi attorno al fuoco e le donne alzavano le mani al cielo negli abiti colorati?».