31 marzo 2016

Calendario missionario - APRILE 2016

- 1/4: B. Lodovico Pavoni (1784-1848), sacerdote di Brescia, pioniere nel campo sociale, fondatore, dedito all'educazione umana, cristiana e professionale dei ragazzi.

- 2/4: S. Francesco da Paola (1416-1507), eremita di vita austera, fondatore dell’Ordine dei Minimi.

- 2/4: S. Pietro Calungsod (1654-1672), catechista laico, nato nelle Filippine; e il B. Diego Luigi di San Vitores (1627-1672), sacerdote gesuita spagnolo; ambedue furono uccisi in odio alla fede cristiana e precipitati in mare nell’isola di Guam (Marianne, Oceania).

- 2/4: B. Maria Laura Alvarado (1875-1967), nata e vissuta in Venezuela, fondatrice, dedita alla cura di orfani, anziani e poveri. Morì a Maracaibo.

- 3/4: Seconda di Pasqua: domenica della Divina Misericordia.

- 4/4: (Dal 25/3) - Annunciazione del Signore, per mezzo dell’angelo Gabriele a Maria: “E il Verbo si fece carne” (Gv 1,14).

- 4/4: S. Isidoro (ca. 570-636), vescovo di Siviglia e dottore della Chiesa, ingegnoso nelle scienze e nell’organizzazione, riconosciuto come l’ultimo Padre della Chiesa latina.

- 4/4: S. Benedetto Massarari, detto il ‘Nero’, discendente di schiavi africani (Sicilia, 1526-1589), religioso francescano, il primo africano nero ad essere canonizzato (1807). È compatrono di Palermo.

- 4/4: Ricordo di Martin Luther King (n. Atlanta, USA, 1929), leader dei diritti civili, integrazione razziale e “non-violenza-attiva”, Premio Nobel della Pace (1964), assassinato a Memphis nel 1968.

- 5/4: S. Vincenzo Ferrer (1350-1419), sacerdote domenicano spagnolo, uno dei più grandi predicatori e missionari itineranti nell’Europa occidentale.

- 7/4: S. Giovanni Battista de la Salle (1651-1719), francese, educatore, fondatore dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Pio XII lo proclamò (1950) speciale patrono di tutti i maestri.

- 7/4: Giornata Mondiale della Salute, organizzata dall’ONU-OMS.

- 8/4: Giornata Mondiale dei Rom e dei Sinti.

- 9/4: B. Tommaso da Tolentino (ca. 1260-1321), sacerdote missionario francescano, che arrivò fino in Cina e fu martirizzato in India.

- 9/4: Ricordo di Dietrich Bonhoeffer (1906-1945), teologo luterano tedesco, simbolo della resistenza contro il nazismo, morto nel campo di concentramento di Flossenburg.

- 11/4: Memoria di Tertulliano di Cartagine (Tunisia, 155-220 ca.), apologista e teologo; dimostrò l’ingiustizia e l’assurdità delle persecuzioni contro i cristiani. Sua è la frase: “sanguis martyrum semen christianorum” (il sangue dei martiri è seme di cristiani).

- 11/4: S. Stanislao, vescovo di Cracovia e martire, ucciso (+1079) mentre stava celebrando la Santa Messa; è patrono della Polonia.

- 12/4: S. Zeno, di origine nordafricana, 8° vescovo di Verona (+376/380 ca.), combatté il paganesimo, l’arianesimo e altre eresie, e “condusse la città al battesimo di Cristo”. (A Verona si celebra il 21/5).

- 12/4: S. Teresa di Gesù (Juana Fernández Solar, 1900-1920), di Los Andes, in Cile, monaca carmelitana, morta di tifo a 20 anni.

- 13/4: B. Scubilion (Jean Bernard) Rousseau (1797-1867), religioso francese dei Fratelli delle Scuole Cristiane, missionario, “catechista degli schiavi” nell’isola della Réunion (Oc. Indiano).

- 15/4: S. Damiano di Veuster (1840-1889), della Congregazione dei Sacri Cuori (Picpus), apostolo dei lebbrosi, morto di lebbra a Molokai (Isole Hawaii, Oceano Pacifico).

- 15/4: Ricordo del presidente nordamericano Abramo Lincoln, promotore dell’integrazione razziale e difensore dell’emancipazione degli schiavi, assassinato nel 1865.

- 16/4: S. Maria Bernardetta Soubirous (1844-1879), che all’età di 14 anni fu depositaria delle apparizioni della Madonna Immacolata a Lourdes (1858).

- 16/4: Giornata Mondiale contro la Schiavitù Infantile.

- 17/4: IV Domenica di Pasqua. Domenica del Buon Pastore. - 53.ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sul tema: La Chiesa, madre di vocazioni.

- 17/4: Santa Caterina Tekakwitha (1656-1680), vergine, indigena del Quebec (Canada); è la prima santa ‘pellerossa’ d’America a essere canonizzata (2012).

- 18/4: Ricordo dell’apertura della I Conferenza afroasiatica a Bandung (Indonesia, 1955), per l’indipendenza e l’identità dei Paesi del Terzo Mondo.

- 19/4: B. Giacomo Duckett (+1602), laico sposato, incarcerato per 9 anni e ucciso a Londra sotto la regina Elisabetta I, per aver venduto libri cattolici. In date prossime a questa, si fa memoria di tanti altri cattolici martirizzati in Inghilterra sotto la stessa regina e sotto altri re.

- 20/4: S. Marcellino (+374), vescovo, nacque in Africa e, assieme ai suoi due compagni Vincenzo e Donnino, fu ardente evangelizzatore nella Francia meridionale.

- 21/4: S. Anselmo d’Aosta (1033-1109), dottore della Chiesa, monaco benedettino e abate di Bec (Normandia); nominato vescovo di Canterbury, lottò e soffrì molto per la libertà della Chiesa in Inghilterra.

- 21/4: Nel 1957 Pio XII pubblicò l’enciclica missionaria Fidei Donum, sulla situazione delle missioni cattoliche, particolarmente in Africa, lanciando un forte appello all’impegno missionario anche da parte del clero diocesano.

- 22/4: Giornata della Terra per la difesa della natura (ONU 1970).

- 23/4: S. Giorgio (s. IV, in Palestina), santo popolare per la lotta contro il drago; martire venerato fin dall’antichità dalle Chiese di Oriente e di Occidente.

- 23/4: S. Adalberto (Vojtech), vescovo di Praga e martire (956-997), intrepido missionario in Polonia e presso altri popoli slavi.

- 23/4: B. Maria Gabriella Sagheddu (1914-1939), nata in Sardegna e morta come monaca trappista a Grottaferrata (Roma); offrì la sua vita per l’unità dei cristiani.

- 24/4: S. Fedele da Sigmaringen (Germania meridionale, 1578-1622), sacerdote cappuccino, missionario, ucciso nella Rezia (Svizzera). È il protomartire della Congregazione di Propaganda Fide (fondata nel 1622) e dell’allora incipiente Ordine dei Cappuccini.

- 25/4: S. Marco, evangelista, discepolo di Paolo e di Pietro, ritenuto il fondatore della Chiesa di Alessandria d’Egitto.

- 25/4: S. Pietro di Betancur (1626-1667), fratello terziario francescano, missionario spagnolo in Guatemala, chiamato “uomo-carità” per la sua dedizione ad orfani, mendicanti, malati.

- 27/4: S. Pietro Ermengol (+1304), spagnolo, convertitosi da predone che era; divenne religioso mercedario e si dedicò al riscatto degli schiavi in Africa.

- 28/4: S. Luigi Maria Grignon de Montfort (1673-1716), ardente devoto di Maria, zelante apostolo nelle missioni popolari in Francia, fondatore delle Figlie della Sapienza e dei Monfortani.

- 28/4: S. Pietro Chanel (1803-1841), francese, sacerdote marista, missionario nell’isola di Futuna, protomartire e patrono dell’Oceania.

- 29/4: S. Caterina da Siena (1347-1380), laica terziaria domenicana, mistica e dottore della Chiesa, patrona d’Italia e d’Europa.

- 30/4: S. Maria dell’Incarnazione Guyart Martin (1599-1672), prima donna missionaria dei tempi moderni (dalla Francia al Canadá), mistica; fondò il monastero delle Orsoline nella città di Québec; è considerata come fondatrice - insieme ad alcuni gesuiti -  della Chiesa canadese.


- 30/4: S. Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842), sacerdote di Torino; fiducioso nella Divina Provvidenza, fondò opere ed istituti per assistere la gente più bisognosa e derelitta. 

25 marzo 2016

Ha dato la vita per i suoi...

Adoriamo la tua Croce, Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica; 
su di noi faccia splendere il suo volto e abbia misericordia.


24 marzo 2016

«Se non ti laverò, non avrai parte con me»

«Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».


17 marzo 2016

Migranti, il 3 ottobre sarà la Giornata della memoria


16 marzo 2016

Memoria dei martiri, verso la Pasqua 2016


15 marzo 2016

Donne e uomini di misericordia



Donne e uomini di misericordia

Giornata di Preghiera e Digiuno in memoria dei Missionari Martiri


Giornata di Preghiera e Digiuno in memoria dei Missionari Martiri
Pubblicato da Missionarietà su Martedì 15 marzo 2016

12 marzo 2016

Dossier 2015 - I minori stranieri a Roma: oltre 60mila le presenze, in 2mila sono privi di una rete familiare


11 marzo 2016

Io, prigioniera dell'Isis: ai rapitori che volevano convertirmi ho fatto il segno della Croce

AsiaNews ha raccolto la testimonianza di Josephine, una delle centinaia di cristiani di Hassakeh per un anno nelle mani di Daesh (o Isis, lo Stato islamico). La ragazza parla delle sofferenze psicologiche, dei tentativi di conversione, della lontananza dai parenti maschi. Salva “grazie alla fede”. La madre Caroline, operatrice Caritas, è l’unica ad aver scampato il sequestro. Ha trattato il rilascio con i jihadisti e ha regalato loro copie della Bibbia. Ora spera di “incontrare il papa” con tutta la famiglia.

Damasco (AsiaNews) - “È stato un momento terribile, non solo per la perdita della libertà. Eravamo in ogni momento a rischio, vittime della loro malvagità, prigionieri, pronti a essere uccisi; cercavano anche di imporci le loro strane credenze. Ma quel che è peggio, è che eravamo costretti a vivere in un ambiente che non ci appartiene. La preghiera era la sola cosa che ci dava forza per andare avanti, e credere”. È la drammatica testimonianza, affidata ad AsiaNews, di Josephine Martin Tamras, giovane cristiana assira per un anno nelle mani delle milizie dello Stato islamico (SI) in Siria. La ragazza è parte del gruppo di oltre 230 cristiani che vivevano lungo il fiume Khabur, nei pressi di Tal Tamr, nel governatorato di Al-Hasakah, nel nord-est della Siria, rapiti dallo Stato islamico (SI). Fra di loro vi erano anche donne, bambini e anziani.

Nei giorni successivi al sequestro collettivo, i terroristi hanno liberato un primo gruppo di 19 cristiani dietro pagamento di un riscatto di circa 1.700 dollari a testa. In seguito, attraverso contatti serrati con mediatori e portavoce, si era giunti ad un accordo per la consegna di tutti i prigionieri; tuttavia, un'imboscata tesa - probabilmente da combattenti curdi - alla carovana jihadista che stava per liberare tutti i prigionieri ha fatto saltare l'operazione.

Il rapimento delle famiglie cristiane - almeno 230 persone, ma sui numeri esatti ha sempre regnato l'incertezza, tre delle quali sono state giustiziate in una esecuzione sommaria - è avvenuto durante l'offensiva lanciata dai jihadisti contro villaggi a maggioranza assira nel nord-est. Si tratta di un'area dall'importanza strategica, perché rappresenta una sorta di ponte fra le terre del Califfato in Siria e Iraq e permette l'apertura di un corridoio con la Turchia per armi, rifornimenti e combattenti.

Fra le persone rapite vi erano anche i parenti di una operatrice Caritas della regione di Hassakeh, Caroline Hazkour: il marito, tre figli, il suocero e altri familiari. La donna ha vissuto mesi di angoscia e terrore, ma ha sempre ricevuto il sostegno dei colleghi dell’ente caritativo cattolico e si è fatta forza grazie alla fede. Poche settimane fa, il 22 febbraio 2016, a un anno esatto dall’inizio dell’incubo, ha potuto riabbracciare i propri cari.
Fra questi anche la figlia di Caroline, che ha voluto condividere con AsiaNews la sua esperienza nelle mani di Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico, ndr]. “Non hanno usato violenza fisica nei miei riguardi - racconta la giovane - ma le sofferenze psicologiche che ci hanno inferto sono ben peggiori. Per esempio, uno dei capi è venuto un giorno e ha scelto una delle giovani assire, che aveva meno di 16 anni, come sua schiava. L’uomo aveva 25 anni più di lei. E ancora oggi, non sappiamo che fine abbia fatto la giovane. Questo è solo uno degli esempi di ciò cui abbiamo assistito” nelle mani dei jihadisti.

Il loro obiettivo, prosegue Josephine, “era quello di convertirci” e per farlo hanno usato “le armi e hanno cercato di indebolirci” dal punto di vista psicofisico. “Per loro è stato uno shock - aggiunge - quando ho detto che non avrei mai abbandonato la mia fede e ho fatto il segno della croce davanti a loro, invocando il potere dello Spirito Santo perché mi sostenesse e mi desse forza fino alla fine”. La reazione della giovane per i jihadisti era “un atto di blasfemia” che “meritava l’esecuzione” ma Josephine non si è fatta intimorire perché “ho sempre sentito che Dio mi stava proteggendo”.

“Era impossibile sapere quando mi avrebbero liberata - prosegue la giovane, per un anno nelle mani di Daesh - quando facevamo domande ci rispondevano sempre con nuove bugie. Anche sul bus che ci ha portato verso casa, non sapevamo nulla del nostro destino”. Tuttavia, aggiunge, “questa esperienza mi ha insegnato molto; mi ha insegnato ad essere paziente, tenere salda la fede nel cuore, specialmente quando si è soli. Difatti mi hanno subito separato dai miei fratelli e da mio padre, perché secondo loro maschi e femmine devono stare divisi”.

La lontananza dalla famiglia (nella foto, dopo il rilascio), prosegue, “mi ha ha insegnato a essere indipendente in tutto, a chiedere a Dio la saggezza per uscire indenne da questa tempesta”. Una esperienza che “mi ha trasmesso ancor più il valore dell’amore incondizionato che avevo già sperimentato attraverso il mio lavoro alla Caritas”, in cui si opera per le persone “senza distinzioni di sesso razza, setta o religione”. E nonostante la terribile esperienza, conclude, “sento di non odiare nessuno, non voglio vendetta e prego perché possa sempre trovare la strada che conduce al Signore”.

L’esperienza del sequestro ha segnato nel profondo anche la madre di Jospehine, Caroline Hazkour, direttore del centro Caritas di Hassakeh, che solo per un caso fortuito non è stata rapita anche lei la notte del 22 febbraio 2015. Avrebbe dovuto tornare al villaggio di Tel Jazireh, ma accogliendo il consiglio dei colleghi è rimasta ad Hassakeh. Tuttavia, ha vissuto lei stessa il dramma di una famiglia nelle mani dello Stato islamico pur continuano a lavorare per la Caritas con il sorriso sul volto e lo stesso entusiasmo di prima. “Questa esperienza - racconta ad AsiaNews - mi ha fatto comprendere la forza del Vangelo”, quando Gesù è nel mare in tempesta con i discepoli e questi lo invocano perché li salvi. Gesù li rimprovera per la poca fede. “Ho tratto forza da queste parole e deciso di essere paziente, continuando con amore il mio lavoro, sicura che Dio fosse con me”.

“Pregare e vivere il Vangelo - spiega - era il solo modo per superare questo tormento, a dispetto della paura e del dolore, ho sempre avvertito una pace profonda nel mio cuore, sapevo di non dover avere paura, perché Gesù era con me”.

Ricordando il Giubileo della Misericordia indetto da papa Francesco, la responsabile Caritas sottolinea che “la misericordia ha un valore enorme per noi, perché quanto sta avvenendo in Siria è il risultato di una politica inquinata che produce guerre e uccisioni”. La Siria ha estremo bisogno di misericordia, avverte, “sia che provenga da Dio, sia che venga dagli uomini. In molti mi hanno chiesto se nutro sentimenti di vendetta per quelli che hanno fatto del male alla mia famiglia - racconta - e che mi hanno strappato tutti i ricordi d’infanzia [la casa è stata distrutta dai miliziani, come la chiesa del villaggio]. Ma la mia risposta è che se incontrassi uno di loro, il mio obiettivo non sarebbe la vendetta, perché queste persone non conoscono né la legge divina né le regole che determinano la convivenza civile…”.

Ora che la famiglia è tornata a casa e tutti i parenti stanno bene, il suo obiettivo è quello di garantire un futuro ai figli partendo proprio dallo studio universitario, dalla scuola, dall’educazione. “Ho affittato un appartamento - aggiunge - per accogliere tutta la mia famiglia, perché ora siamo a tutti gli effetti degli sfollati, come molta gente del Paese che ha perso la propria casa”. Quello che conta ora è aiutare la famiglia a superare il trauma vissuto, in particolare il marito che “era fra quanti hanno indossato la divisa arancione [che lo SI riserva ai condannati in attesa di essere giustiziati, ndr] e ha vissuto in prima persona l’esecuzione di tre dei suoi amici”.

Ricorda che in passato la Siria “era un esempio di coesistenza e fratellanza fra tutte le religioni” e spera che possa tornare “come prima”. Infine, Caroline vuole rivolgere un ringraziamento al papa per la sua cura e l’attenzione al Paese e ai suoi abitanti. “Spero di poterlo incontrare - si augura - questo è il sogno mio e della mia famiglia”. “Mentre i miei familiari erano prigionieri ho negoziato in prima persona il loro rilascio con uno dei terroristi. Con lui ho intavolato un discorso sulla religione, anche sulla fede cristiana, e ho cercato di spiegargli cos’è il cristianesimo. Per questo gli ho fatto recapitare cinque copie della Bibbia spiegate, per introdurlo alla fede cristiana e fargli comprendere il nostro approccio improntato alla pace”. Quanto sta succedendo in Siria, conclude, è una “cospirazione dall’esterno, per diffondere il caos, per far fuggire i cristiani e sradicarne la presenza dalla regione e il ruolo della Chiesa per la storia di questa nazione”.

Fino al marzo 2011, quando è iniziata la rivolta contro il presidente siriano Bashar al-Assad, trasformata nel tempo in una guerra sanguinosa che ha causato 270mila morti e oltre 11 milioni di sfollati, in Siria vivevano fino a 40mila cristiani assiri. A questi si aggiungevano almeno 1,2 milioni di membri di altre denominazioni cristiane. Oggi il numero, come nel vicino Iraq, si è di molto ridimensionato, fin quasi a dimezzarsi. (DS)

Preghiera per l'11 marzo (francese)

10 marzo 2016

Intenzione di Preghiera per il mese di Marzo

ASIA/PAKISTAN - La Commissione per la giustizia: più seggi in Parlamento per le minoranze religiose

Islamabad – La “Commissione parlamentare per il diritto e la giustizia” ha approvato all’unanimità un aumento dei seggi riservati alle minoranze religiose nell’Assemblea Nazionale, nonché nelle assemblee provinciali. Come appreso da Fides, la proposta verrà dunque ora portata nell’agenda del Parlamento per essere votata e diventare legge.
La proposta è caldeggiata dalla parlamentare Asiya Nasir, che ha lavorato insieme con altri cinque membri dell’Assemblea alla legge che costituirebbe una modifica costituzionale. La proposta di legge è stata approvata per poter passare in Parlamento e poi al Senato. Il testo popone di aumentare di cinque posti i seggi riservati alle minoranze religiose nell’Assemblea Nazionale, e di aumentarli di due seggi nelle assemblee provinciali in Punjab e Sindh, di un seggio in quelle delle province di Khyber Pakhtunkhwa e Baluchistan.
Oggi nell’Assemblea Nazionale ci sono 10 seggi riservati alle minoranze mentre, per quelle provinciali in Sindh sono 9, in Punjab 8, in Khyber Pakhtunkhwa e Baluchistan 3.
La questione della rappresentatività delle minoranze religiose è sempre stata molto delicata: in passato i cristiani hanno parlato di “deficit di trasparenza e di rappresentatività”, individuando un meccanismo di selezione basato sul clientelismo e condizionato dalla corruzione, in molti casi affidato alla scelta di partiti musulmani.
Nel 2011 è entrato in vigore un provvedimento (il 18° emendamento) che riserva alle minoranze religiose (cristiane e indù) 4 seggi del Senato pakistano per ogni provincia. Ma la selezione dei candidati è appannaggio dei partiti, che sono per la maggior parte islamici. E avviene su base di criteri puramente finanziari, cioè valutando il contributo, in milioni di rupie, che un candidato può dare al partito. La presenza di cristiani o indù nella Assemblea Nazionale in Pakistan è storicamente minima. La situazione di altri gruppi minoritari è perfino peggiore: ad esempio i circa quattro milioni di Ahmadi in Pakistan sono esclusi dal voto nelle elezioni.

http://fides.org/

Padre Camillo Ripamonti ospite a TGtg dell'8 marzo 2016


9 marzo 2016

Mons. Perego: una particolare attenzione pastorale ai minori stranieri non accompagnati


“La migrazione costruisce il Regno di Dio. Il progetto di Dio di unire i popoli in un'unica Chiesa passa attraverso la migrazione, che non è un male ma è un bene”.
Pubblicato da Missionarietà su Mercoledì 9 marzo 2016

Lectio Divina - 5° Domingo de Cuaresma

8 marzo 2016

Suor Giuseppina MASON

Carissime sorelle, il 27 febbraio 2016, il Signore della Vita ha visitato per la seconda volta la comunità di Viedma (Argentina) e ha chiamato a Sé, la nostra cara e generosa missionaria Suor Giuseppina MASON. Nata a Piombino Dese (Padova) il 12 luglio 1925. Professa a Casanova di Carmagnola (Torino) il 5 agosto 1951. Appartenente all’Ispettoria Argentina “San Francesco Zaverio” – Bahía Blanca.
“Quanta gioia ho provato nel sapere che andiamo alla Casa del Signore!”. Quanti abbiamo vissuto accanto a suor Giuseppina in questi ultimi anni, siamo certi che questo versetto del Salmo 122 fu il suo canto di ingresso nella Vita nuova. La desiderò ardentemente e la preparò con molto impegno con il suo ardore di missionaria generosa tutta dedita alla cura dei bambini, dei giovani e dei poveri.
Terzogenita in una famiglia numerosa – dodici fratelli e sorelle - “esemplare per onestà e religiosità” come testimonia il Parroco, Giuseppina imparò fin da piccola “a lavorare in campagna, ove si gioiva quando il Signore regalava un buon raccolto e si accettava in preghiera quando questo mancava, mangiando con serenità quel poco che si aveva” come scrive nei suoi appunti autobiobiografici.
In questo ambiente rurale, sereno e saturo di religiosità maturò il desiderio di donarsi a Dio. Egli stesso le indicò la strada: finita la guerra, andò a lavorare in fabbrica per aiutare la famiglia. Nel Convitto, diretto dalle Suore del Cottolengo, trovò la guida per il discernimento vocazionale. Queste religiose le fecero conoscere il loro carisma e anche quello del nostro Istituto, verso il quale Giuseppina orientò la sua scelta.
Mossa dall’ardente desiderio di essere missionaria, nel 1948 iniziò l’Aspirantato ad Arignano; fu novizia a Casanova dove emise i primi voti il 5 agosto 1951. Un anno dopo, il 23 agosto 1952, poteva finalmente realizzare il suo sogno missionario imbarcandosi nel porto di Genova, asieme ad altre sette consorelle. La sua destinazione era la Patagonia, la terra dei sogni di don Bosco. Un lungo e preciso diario di viaggio, che conservò fino alla morte, ci parla del suo ardente amore a Gesù, dell’entusiasmo missionario e del suo spirito contemplativo di fronte all’immensità del mare e alle bellezze dei porti e delle città che man mano conosceva.
Nei suoi 62 anni di missione, suor Giuseppina prestò generosamente il servizio di cuoca per alcuni anni nelle Case di Bahía Blanca “Sacro Cuore” e Sanatorio, General Acha e Trelew. Dagli anni Sessanta in poi, si dedicò all’assistenza delle interne e all’oratorio nelle Case di Fortín Mercedes, Conesa e Viedma. Poi per trent’anni fu maestra di cucito nella Scuola di Junín de los Andes. A San Carlos de Bariloche visse gli ultimi dieci anni in piena attività. In quella missione “si sentì pienamente realizzata e felice nell’attenzione alla gente delle periferie e ai più poveri”. Arrivata a Viedma nel 2010, continuò a collaborare in guardaroba e nell’oratorio festivo finché le forze fisiche glielo permisero, senza mai diminuire l’ardore apostolico. Le exallieve, le maestre, i bimbi e i giovani della scuola e dell’oratorio trovavano in lei la disponibilità all’ascolto e la parola convincente.
È eloquente anche la testimonianza dei suoi familiari che si sentirono sempre amati ed accompagnati dalla preghiera e dall’interesse apostolico di Pinetta, come la chiamavano con tanto affetto: “Lei ha sempre donato tutta se stessa a tutti – scrive uno dei suoi nipoti -. Anche quando veniva in Italia, si preoccupava di visitare i familiari cercando sempre di rafforzare l'unità della famiglia. Voleva bene a tutti e tutti la amavano. Conosceva i nomi di tutti, cognate, cognati, nipoti, pronipoti e parenti di ogni grado: tutti, tutti. E siamo in tanti”.
I tre ultimi anni furono vissuti in una più intensa contemplazione e in un forte desiderio dell’incontro definitivo con Gesù che, come ha confidato e scritto, le faceva percepire con chiarezza la Sua voce: “Lasciati amare e ama, ama!”. “Riconoscermi amata da Gesù è mettermi nelle sue mani e sopratutto nel suo Cuore. Sono spiga matura: Eccomi Signore!”. Non è una frase improvvisata “è il frutto di una vita totalmente donata che ha saputo radicarsi in profondità e produrre frutti abbondanti per la salvezza di molti”, come affermava il Vescovo Mons. Esteban Laxague nell’omelia delle esequie, ricordando la vita donata, apostolica e missionaria, delle due FMA suor Leonor e suor Giuseppina, che hanno celebrato assieme le nozze eterne.
Cara suor Giuseppina, ora che hai “varcato la soglia della Gerusalemme del Cielo”, non lasciare di intercedere per quanti siamo ancora pellegrini in questa terra, affinché possiamo un giorno cantare le meraviglie che il Signore, nella sua infinita misericordia, ha fatto in tutti noi.

L’Ispettrice
Suor Marta Riccioli

Suor Virginia CHIARI

Carissime sorelle, venerdì 26 febbraio 2016, dalla casa “Santa Maria D. Mazzarello” di Santiago (Cile) è andata all’incontro con il Padre misericordioso la nostra cara sorella Suor Virginia CHIARI. Nata a Palazzolo (Brescia) il 10 ottobre 1918. Professa a Bosto di Varese il 6 agosto 1942. Appartenente all’Ispettoria Cilena “San Gabriele Arcangelo”.
Virginia, quarta di sette figli, crebbe portando in cuore una fede profonda e semplice, ma con un grande ardore missionario. Questo suo ideale si consolidò con la preghiera e nell’ambiente di fede che si viveva in famiglia. Aveva già deciso: sarebbe diventata FMA e sarebbe andata oltre l’oceano ad evangelizzare dove il Signore l’avrebbe inviata.
Entrò nell’Istituto a Milano e il 31 gennaio 1940 fu ammessa al Postulato; il 5 agosto dello stesso anno iniziò a Bosto di Varese il periodo del Noviziato dove emise i primi voti il 6 agosto 1942. Avendo fatto la domanda missionaria, venne inviata a Torino “Casa Madre Mazzarello” dove conseguì l’Abilitazione per l’insegnamento nel Grado preparatorio e si preparò a partire per le missioni. Venne destinata al Cile dove giunse il 17 aprile 1947. Fece i voti perpetui a Santiago il 5 agosto 1948, comunicando con gioia ai suoi cari che ora era tutta del Signore nella lontana terra che Egli le aveva preparato.
Fin dagli inizi manifestò un grande desiderio di servizio e si donò con entusiasmo all’apostolato tra la gioventù e questo ideale l’accompagnò fino alla fine. Svolse la missione educativa come insegnante nel “Liceo María Auxiliadora” di Santiago e poi nel collegio El Centenario fino al 1957. Dal 1958 fino al 1998, con poche interruzioni, fu direttrice delle comunità di Santiago El Centenario, “María Auxiliadora” “Liceo Miguel Infante” e nelle case di Los Andes: Santa Cruz, Valparaíso, Punta Arenas, San Bernardo, Talca, Colín. Ovunque si distinse per il suo ardore apostolico, non solo con le bambine e le giovani, ma anche con i genitori, le famiglie, le exallieve, gli operai. Molti di loro cambiavano vita per le parole e l’efficace presenza di suor Virginia. Nella sua semplicità e bontà materna, con il suo modo di fare misericordioso, diffondeva ovunque i valori di una spiritualità salesiana autentica.
Era una FMA sacrificata fino al massimo, capace, ad esempio quando si trovava a Colín, di camminare a lungo per portare la Comunione agli infermi, la pace nelle famiglie e preparare giovani e adulti ai Sacramenti. Aveva un dono particolare per mantenere la disciplina necessaria per ottenere risposte motivate da parte delle alunne e da quanti formavano le varie comunità educanti.
Energica nell’ottenere puntualità e partecipazione alle diverse attività, efficace nel dare risposta ai bisogni della missione, suor Virginia fu molto amata anche perché si donava a tutti e non tralasciava di prestare il suo aiuto dove vi era un bisogno. Non lasciava situazioni senza risposta, al contrario, la sua grande bontà era per tutti. Visse in pienezza il “vado io” sempre disponibile alla chiamata del Padre.
Abbiamo la certezza che il Signore l’abbia accolta con il “Veni sponsa Christi” a godere il premio che ha conquistato con la sua vita apostolica instancabile e con il fervore nella quotidiana preghiera del Rosario e con l’amore a Gesù Eucaristia.
Grazie, cara suor Virginia, per la tua vita tutta donata al Signore in totale generosità per la salvezza della gioventù. Ottienici vocazioni che, come te, vogliano seguire il Signore in gioiosa donazione missionaria.

L’Ispettrice
Suor Ximena Oyarzo Mansilla

AMERICA/URUGUAY - “El Evangelio de la alegría impulsa la misión”: el simposio internacional como preparación al CAM 5

Pando – “El Evangelio de la alegría impulsa la misión” ha sido el tema del segundo Simposio Internacional de Misionología llevado a cabo en Uruguay, del 28 de febrero al 2 de marzo. El simposio forma aparte de la preparación al 5° Congreso Misionario Americano que se celebrará en Bolivia en julio de 2018. El primer Simposio se celebró en Puerto Rico en septiembre del año pasado.
Las reuniones son coordinadas por un equipo de Bolivia, encargado de la organización del CAM 5, con el objetivo de profundizar en el misterio de Cristo para experimentar la alegría de anunciar el Evangelio como discípulos, testigos y profetas.El Simposio de Uruguay, que se ha celebrado en la ciudad de Pando, a 100 kilómetros de Montevideo, ha contado con la asistencia de alrededor de 80 representantes de las Obras Misionales Pontificias , de las organizaciones y de las Conferencias Episcopales de 22 países de América Latina y del Caribe, España e Italia.
En el Año de la Misericordia, las discusiones han puesto de manifiesto una serie de desafíos, contextos y actividades misioneras en el marco de una “Iglesia en salida”. El mayor desafío es comprender la misión universal ad gentes como una responsabilidad de las Iglesias locales, y que el continente necesita moverse en esa dirección. En este sentido, se ha destacado que el trabajo de las OMP para la animación, la formación y la cooperación misionera en la iglesia local debe ser promovido en unión con los obispos y sus diócesis.Los contenidos del simposio serán recopilados en un documento que se utilizará para organizar, en el 2017, los Congresos Nacionales Misioneros en preparación al CAM 5.

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Pubblicato da Missionarietà su Martedì 8 marzo 2016

2 marzo 2016

Calendario Missionario - Marzo 2016

- 1/3: Nel 1959, nascita della CLAR (Confederazione Latinoamericana dei Religiosi), con sede a Bogotà (Colombia): un’istituzione altamente meritoria per l’impulso, il coordinamento e l’inculturazione della Vita Consacrata.

- 3/3: BB. Liberato Weiss, Samuele Marzorati e Michele Pio Fasoli da Zerbo, sacerdoti francescani, lapidati fino al martirio (+1716) a Gondar (Etiopia).

- 3/3: S. Caterina Drexel (morta a Filadelfia, USA, 1955), fondatrice; elargì la sua ricca eredità a favore di indigeni e afroamericani, aprendo per loro una sessantina di scuole e missioni.

- 6/3: S. Ollegario di Tarragona (Spagna, 1137), vescovo di Barcellona e di Tarragona, allorché questa antica sede fu liberata dal dominio dei Mori.

- 7/3: SS. Perpetua e Felicita, martiri a Cartagine (+203), sotto l’imperatore Settimio Severo.

- 7/3: B. Giuseppe Olallo Valdés (1820-1889), cubano, religioso dell’Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio (Fatebenefratelli), sempre attento ai sofferenti e bisognosi.

- 8/3: S. Giovanni di Dio (1495-1550), religioso portoghese, fondatore dell’Ordine dei Fratelli Ospedalieri (i ‘Fatebenefratelli’), protettore degli ospedali, patrono dei malati e degli infermieri.

- 8/3: Giornata Internazionale della Donna: fu istituita nel 1910 e divenne Giornata ONU nel 1975.

- 9/3: SS. Quaranta Soldati cappàdoci, martiri a Sebaste (Armenia, +320).

- 9/3: S. Domenico Savio, ragazzo educato da S. Giovanni Bosco, e morto a 14 anni (+1857).

- 10/3: B. Elia del Soccorso Nieves del Castillo, sacerdote messicano, agostiniano, martirizzato a Cortázar (Messico, +1928), assieme ad altri durante la persecuzione.

- 12/3: S. Luigi Orione (1872-1940), sacerdote piemontese, fondatore della Piccola Opera della Divina Provvidenza e di alcune Congregazioni religiose per l’assistenza ai più bisognosi.

- 15/3: S. Luisa de Marillac (1591-1660), vedova, fondatrice, assieme a S. Vincenzo de’ Paoli, delle Figlie della Carità.

- 15/3: B. Artemide Zatti (1880-1951), salesiano, medico missionario in Patagonia (Argentina).

- 15/3: ‘Compleanno’ di S. Daniele Comboni (1831-1881): nacque a Limone sul Garda (Brescia) e morì a Khartoum (Sudan), come vescovo Vicario apostolico dell’Africa Centrale.

- 17/3: S. Patrizio (385-461), nato in Inghilterra, fu il grande missionario ed evangelizzatore dell’Irlanda; fu vescovo di Armagh ed è patrono dell’Irlanda.

- 18/3: S. Cirillo (+386), vescovo di Gerusalemme, noto per le sue catechesi; fu spesso perseguitato dagli ariani.

- 19/3: S. Giuseppe, uomo “giusto” (Mt 1,19), sposo della B. V. Maria, padre putativo di Gesù, Patrono della Chiesa universale.

- 20/3: B. Francesco Palau y Quer (1811-1872), sacerdote dei carmelitani scalzi; fu vittima di varie persecuzioni, fondatore, dedito alle missioni popolari.

- 21/3: Giornata Internazionale (ONU) per l’eliminazione della Discriminazione Razziale.

- 22/3: Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU (1993).

- 23/3: S. Turibio Alfonso di Mogrovejo (1538-1606), nato in Spagna; era ancora laico quando fu nominato arcivescovo di Lima (Perù); fu strenuo difensore degli ‘indios’; è il patrono dell’Episcopato latinoamericano.

- 24/3: Memoria dell’uccisione di Mons. Oscar Arnulfo Romero (+1980), arcivescovo di San Salvador (El Salvador). – Giornata di preghiera e digiuno per i Missionari Martiri.

- 25/3: Annunciazione del Signore, per mezzo dell’angelo Gabriele a Maria.

- 26/3/1967: Anniversario della pubblicazione dell’enciclica “Populorum Progressio” di Paolo VI, sullo sviluppo integrale della persona e lo sviluppo solidale dei popoli.

- 27/3: S. Ruperto (+ ca. 718), di origine irlandese, fu grande evangelizzatore della Baviera e vescovo di Salisburgo.

- 28/3: B. Cristoforo Wharton (+1600); 29/3: B. Giovanni Hambley (+1587); 31/3: B. Cristoforo Robinson (+1597) ed altri sacerdoti inglesi martirizzati sotto Elisabetta I, regina d’Inghilterra.

- 30/3: B. Ludovico da Casoria A. Palmentieri (1814-1885), francescano, educatore; assieme ad altri operò attivamente per il riscatto di ragazzi africani dalla schiavitù.

- 30/3: S. Leonardo Murialdo (1828-1900), sacerdote di Torino, educatore, fondatore dell’Istituto dei ‘Giuseppini’ per la formazione dei ragazzi abbandonati.

- 31/3/1767: Espulsione dei Gesuiti dalla Spagna, dal Portogallo e dalle loro colonie in America Latina. Sei anni più tardi (1773), ci fu la soppressione della Compagnia di Gesù.

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1 marzo 2016

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