12 aprile 2016

Suor Armida CESARO

Carissime sorelle, nella notte dell’8 aprile 2016, dalla casa di Orta San Giulio (Novara), il Signore ha chiamato alla Casa del Cielo la nostra carissima Suor Armida CESARO. Nata a Campo S. Martino (Padova) il 9 ottobre 1923. Professa a Torre Bairo (Torino) il 5 agosto 1949. Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” – Italia.
Armida era la quarta di tredici figli. I genitori seppero trasmettere loro l’esempio di una vita profondamente cristiana. Con gioia ricordava il testamento della mamma: “Amatevi l’un l’altro - lasciò scritto ai suoi figli viventi - come io vi ho amato”. E la descriveva come “bella figura di sposa e madre cristiana, che si dedicò tutta ai suoi 13 figli, di cui ne donò otto alla vita religiosa: tre FMA, due Coadiutori Salesiani, un figlio e una figlia Comboniani missionari in Africa e una religiosa di Sant’Angela Merici”.
Armida accolse molto presto la chiamata del Signore: “A dodici anni, dopo aver partecipato alla S. Messa e ricevuta l’Eucarestia, sentii il desiderio di donarmi tutta a Gesù. Da quel giorno mi sentivo spinta alla preghiera, chiedendomi dove e come avrei potuto conoscere le suore”. Nel 1938 seguì la sorella maggiore nel convitto di Vigliano Biellese e lavorò nel cotonificio. Il convitto era diretto dalle FMA: il loro esempio di viva fraternità la incoraggiò alla scelta definitiva del nostro Istituto.
Fu accolta a Vercelli il 6 gennaio 1941 ed il 31 gennaio iniziò il postulato a Torre Bairo dove fece anche il noviziato. Durante questo periodo presentò la domanda di partire per le missioni.
Dopo la prima professione fu inserita nella comunità di Roppolo come aiuto infermiera, iniziando così la sua preparazione missionaria. Nel 1952 perfezionò la sua preparazione a Torino, frequentando un corso per Assistenti agli infermi.
Partì per l’Africa Centrale il 29 settembre 1953. I luoghi della sua missione furono le comunità di Kafubu, Sakania, Musoshi, Ruashi. Svolse il suo servizio missionario con diversi compiti: assistente nell’orfanotrofio, insegnante nella scuola elementare, assistente delle interne, lavori domestici, aiuto infermiera, catechista in opere parrocchiali e sociali, economa e addetta a lavori comunitari.
Con simpatia suor Armida racconta il suo inserimento iniziale nei vari campi di lavoro: “In orfanatrofio, mentre io insegnavo ai bambini a camminare, loro mi insegnavano a parlare! Dopo tre anni, un improvviso cambio di casa, per sostituire un’insegnante delle elementari: anche questa fu l’occasione propizia per imparare la lingua del posto ... Terza obbedienza, assistente delle interne nella più lontana missione, dove conobbi serpenti, scimmie ed elefanti!”. La sua lunga esperienza missionaria durò per circa 50 anni (1953-2002) con due brevi parentesi vissute a Roma per necessità di salute (1983-1985) e per la situazione civile del Congo (1991-1993).
Nel 2002 ritornò in Piemonte nella sua Ispettoria di origine e fu inserita nella casa delle sorelle anziane di Caluso (Torino) dove prestava servizi comunitari. Anche qui il suo cuore continuava ad essere missionario. Scriveva ad una consorella nel gennaio del 2008: “Adesso che le miserie della mia età aumentano, non posso essere di tanto aiuto alla comunità. Mio grande aiuto è la preghiera. Dio buono conosce tutto, vero?”. E in un’altra circostanza: “Ora che le mie forze sono limitate, ho tempo di dedicarmi alla preghiera, così ricordo anche te con tanta riconoscenza”.
Il ricordo del suo lavoro missionario la riempiva di gioia, consapevole di aver compiuto umilmente opere di misericordia verso le mamme, i bambini, i giovani bisognosi di educazione e di fede. Giunta al termine della sua vita, concludeva serenamente: “Ora mi trovo in casa di riposo, ma ringrazio il Signore di quanto mi ha concesso di lavorare per il suo Regno. Offro quotidianamente le mie croci e la mia preghiera per le missioni. Qui sono missionaria con l’offerta”.
Nel 2012, ormai inferma, fu inserita nella comunità di Orta S. Giulio per essere curata secondo le sue crescenti necessità, e fino alla fine fu seguita con affetto e delicatezza dalle consorelle e dalle collaboratrici laiche.
Mentre ricordiamo questa cara sorella, certamente possiamo contare sulla sua preghiera di intercessione, per ottenere da Dio numerosi operai per la Sua messe, in particolare sorelle generose e missionarie ad gentes per il nostro Istituto.

L’Ispettrice
Suor Elide Degiovanni

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