1 giugno 2016

OIM: 1000 i migranti morti


Milano - Giorno dopo giorno è sempre più drammatico il bilancio dei migranti morti nel Mediterraneo. Sono probabilmente mille – e non 700 come già si temeva all’inizio – quelli che non ce l’hanno fatta nei tre terribili naufragi della scorsa settimana. Mille morti in tre giorni. Da mercoledì a venerdì. Lo conferma il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, Flavio Di Giacomo. «Abbiamo parlato con i sopravvissuti – spiega Di Giacomo – e in base ai loro racconti sono "almeno" mille le persone disperse negli ultimi tre naufragi. Il barcone capovolto e recuperato dalla marina militare (le cui immagini del ribaltamento in diretta hanno fatto il giro del mondo, ndr) aveva almeno 150 marocchini e tra i 50 e 100 subsahariani chiusi nella stiva». È difficile rincorrere i numeri fra salvataggi, dispersi e cadaveri trovati vicino alle barche semiaffondate. Ma ogni numero è un uomo.
«L’anno scorso, nello stesso periodo, i morti erano 1.800, quest’anno siamo già a 2.550 – aggiunge il portavoce – la settimana è stata intensa: 13mila persone sbarcate in pochi giorni. Per la prima volta dopo mesi vediamo arrivare non solo gommoni ma anche barche e motopescherecci che navigano a fatica e addirittura, come abbiamo visto, anche senza motore. Sono proprio queste barche, più grandi, che fanno alzare vertiginosamente i numeri: per ogni partenza aumentano gli arrivi e per ogni naufragio aumentano i numeri dei morti».
Proseguono intanto gli sbarchi, soprattutto sulle coste meridionali dell’Italia. A Pozzallo sono sbarcati in 321, tra loro anche 130 minori. Altri 346 sono arrivati a Brindisi e 400 circa a Corigliano. Ma, ancora una volta, sono i più giovani le principali vittime dell’emergenza umanitaria in atto. Ogni mese, con gli sbarchi arrivano in media mille minorenni non accompagnati. E, secondo le previsioni dell’Unicef questa cifra potrebbe anche aumentare. Proprio in previsione del forte incremento che si verificherà durante l’estate. La stragrande maggioranza dei bambini che utilizzano la pericolosa rotta tra la Libia e l’Italia, sono adolescenti soli, che hanno affrontato terribili abusi, sfruttamenti e hanno rischiato la vita in ogni fase del loro viaggio. Per proteggerli, l’Unicef sosterrà l’Italia in diverse attività legate proprio ai minori, soprattutto quelli non accompagnati: dal monitoraggio degli standard di accoglienza, alla verifica delle condizioni di vita nei centri presenti in Sicilia, Calabria e Campania. «Non possiamo più tollerare la continua perdita di vite umane. Dobbiamo assicurare a tutti i bambini migranti e rifugiati assistenza e protezione, ma
soprattutto un futuro» ha detto Giacomo Guerrera, presidente Unicef Italia. (Daniela Fassini – Avvenire)

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