2 giugno 2016

Suor Rosetta POLLASTRO

Carissime sorelle, il 5 maggio 2016, dalla Casa di San Salvatore Monferrato (Alessandria), il Signore ha chiamato al premio eterno la carissima Suor Rosetta POLLASTRO. Nata a Novi Ligure (Alessandria) il 25 giugno 1926. Professa a San Salvatore Monferrato (Alessandria) il 5 agosto 1945. Appartenente all’Ispettoria Piemontese “Maria Ausiliatrice” – Italia.
La famiglia di Rosetta, composta da tre sorelle e due fratelli, abitava a Novi Ligure, dove il papà lavorava come manovale in ferriera. La mamma, casalinga, prestava anche ore di servizio presso due signore. Nel 1937 arrivarono a Novi le prime FMA che aprirono l’oratorio, il laboratorio e l’asilo. Rosetta iniziò subito a frequentare l’oratorio e il laboratorio di cucito. L’ambiente delle suore e la guida spirituale del parroco, che le proponeva la lettura di buoni libri, favorirono presto il nascere della vocazione religiosa in lei che sarebbe diventata la prima FMA di Novi Ligure. All'età di 12 anni manifestò il desiderio di consacrarsi totalmente a Gesù nella vita salesiana. Per questo fu indirizzata e accolta nel Collegio delle FMA a Tortona, dove frequentò il corso di avviamento professionale. Le difficoltà legate alla povertà della famiglia, come lei stessa ricorda nelle sue memorie, furono superate grazie ad una benefattrice di Novi che si impegnò a pagare la retta della scuola.
A 13 anni fu accolta come aspirante ad Alessandria. “Sono stata accolta gratuitamente”, scrive,“con pena mia e dei miei familiari. Nonostante questo, mi hanno permesso volentieri di realizzare la mia vocazione”. Del periodo della formazione racconta: “Nel cambio di casa, di superiore e di ambiente, ho perso l’appetito e sovente piangevo di nascosto. Ma con l’aiuto del Signore sono riuscita a vincermi”.
Il suo percorso verso la Professione religiosa fu segnato dalle difficoltà legate al periodo bellico che l’Italia stava attraversando. Ricorda: “Ho avuto tre maestre e ho cambiato due Ispettorie”. Infatti ha vissuto il primo anno di Noviziato a Nizza Monferrato e per il secondo anno fu trasferita ad Alessandria, dove il 5 aprile 1945 sfuggì “miracolosamente”, come lei stessa si esprime, al bombardamento che distrusse la casa e causò la morte di suore e novizie. La stessa maestra di noviziato perse la vita. Suor Rosetta, insieme ad altre novizie sopravvissute, passò a San Salvatore dove fece la Professione religiosa.
Visse i primi anni a Casale e ad Alessandria, svolgendo varie mansioni: refettoriera, guardarobiera, portinaia, infermiera. Nel 1953 fu a Torino “Madre Mazzarello” per frequentare il corso di infermiera in vista della partenza per le Missioni.
La sua terra di missione fu la Francia, dove dal 1954 al 1973 svolse il servizio di infermiera, guardarobiera, assistente, refettoriera, in varie case: Thonon les Bains, Parigi “Providence”, Lyon “S. Laurent”, La Guerche e Morges. In quest’ultima comunità trascorse qualche tempo in convalescenza dopo un grave intervento chirurgico al cuore. Dopo di che, nel 1973 ritornò in Italia e fu inserita nell’Ispettoria Lombarda. Trascorse due anni a Contra di Missaglia in riposo e prestando vari aiuti, poi dal 1975 al 2007 fu a Melzo per un anno e poi a Veyrier, come addetta al refettorio e all'assistenza. Nel 2007 le fu offerto di ritornare a San Salvatore, dove per qualche tempo poté ancora prestare aiuto nel refettorio della comunità, poi rimase in riposo.
Suor Rosetta era un elemento di pace, di serenità, aveva una parola buona per tutte, mai un lamento. Da vera FMA, le sue devozioni preferite erano l’Eucaristia, Maria Ausiliatrice, Don Bosco, Madre Mazzarello e tutti i Santi salesiani. Era sempre presente e pronta alle pratiche di pietà. Ricordava di aver imparato dalla mamma a pregare per tante intenzioni. Diceva di aver coltivato molto affetto per i suoi familiari ed era riconoscente perché venivano a trovarla con bontà. Qualche anno fa aveva scritto: “Come infermiera ho avuto occasione di curare alcune ammalate fino all’ultimo respiro. Quando si vive quell'esperienza, si sente la presenza di Dio vicino”. Anche nella sua ultima ora certamente ha sentito il Signore vicino; è stata cosciente nel ricevere l’Unzione degli Infermi. Le sue ultime parole sono state un’umile richiesta all'infermiera: “Mi aiuti a fare la Volontà di Dio”.
Con fraterna riconoscenza l’accompagniamo con la nostra preghiera di suffragio e le chiediamo di ottenere da Maria Ausiliatrice generose vocazioni per la Chiesa e l’Istituto.

L’Ispettrice
Suor Elide Degiovanni

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