2 settembre 2016

Mons. Perego: anche dal terremoto esce un’Italia ‘diversa’


“Anche il terremoto ha mostrato il volto di un’Italia ‘diversa’, sempre più europea, multietnica con la presenza di persone provenienti soprattutto dalla comunità europea, ma anche da altri paesi del mondo. Tra i 292 morti, tra i numerosi feriti e i dispersi si contano anche almeno 16 morti tra i migranti (10 rumeni, 3 inglesi, 1 canadese, 1 spagnolo, 1 salvadoregno), 16 immigrati ancora dispersi e 5 migranti feriti in Ospedale. “Il peso più grande delle morti si conta nella comunità rumena che, non solo in Italia (con oltre 1 milione di presenze), anche nei comuni di Amatrice (37,7%), di Accumuli (63,2%) e di Arquata del Tronto (51,6%), zone dell’epicentro del terremoto. Una presenza, quella rumena, diffusa in tutto il territorio del sisma (con oltre 8.000 persone) e che ha portato a una grande attenzione dei mezzi di comunicazione della Romania – come ho potuto vedere direttamente, essendo in Romania in quei giorni – spiega Mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Migrantes -, fin dalle prime ore del terremoto. Tra i morti migranti ci sono spose, madri, le cosiddette ‘badanti’, lavoratori e lavoratrici in agricoltura e stagionali nelle coltivazioni di fragole e lamponi, anche dei ragazzi e degli studenti rappresentanti di uno spaccato del nostro Paese che vede ormai 400.000 famiglie miste, 2 milioni e trecentomila lavoratori, oltre 1 milione e duecentomila minori, 800.000 studenti stranieri nelle scuole, come ha ricordato il recente XXV Rapporto immigrazione di Caritas e Migrantes. Accanto ai terremotati, come hanno dimostrato diverse testimonianze sono corsi anche molti immigrati e anche richiedenti asilo e rifugiati , cristiani e islamici, che hanno dato il loro contributo al salvataggio delle persone, alla donazione del sangue per i feriti, all’ospitalità: un altro tassello del volontariato in un’Italia diversa - ricorda ancora il Direttore della Fondazione Migrantes. Vicini ai terremotati si sono dimostrate subito le comunità dei cinesi a Prato e in Italia, come anche le comunità di emigranti italiani in Svizzera, Germania e in Canada che hanno promosso una raccolta fondi a favore dei terremotati. Anche il terremoto segnala per le nostre città e paesi un cammino di integrazione che non può che ripartire da una condivisa cultura dell’incontro e del dono” conclude Mons. Perego.

http://www.migrantesonline.it/

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